Kucina di Kiara
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Eccovi una ricetta che proviene da Napoli il cui nome, forse, si deve alla terra d'origine di alcuni cuochi che operarono al servizio dei Borboni. Da quando l'ho scoperta, l'ho fatta e rifatta, riscuotendo ogni volta un successo straordinario. Qui trovate anche la versione dolce! Ma tra le due, la mia preferita è questa rustica! Versatile, la potete farcire come più vi piace! Io vi lascio questa versione, trovata su La Cucina Italiana.

INGREDIENTI

Pasta: 

farina g 500 00
burro g 100
lievito di birra g 15
zucchero g 10
un uovo
sale
burro e farina per lo stampo
un tuorlo leggermente sbattuto con due cucchiaini di latte

Farcia:
2 fette di prosciutto cotto g 200
fontina g 100
brie g 100
speck g 200


Preparazione:

Pasta: lavorate nell'impastatrice, munita di frusta a gancio, la farina, l'uovo, lo zucchero, il burro morbido, un pizzico di sale e il lievito sciolto in circa g 200 di acqua tiepida; appena la pasta sarà omogenea ed elastica, stendetela con il matterello a circa mezzo centimetro di spessore e ritagliatevi dei dischetti di cm 8 di diametro poi rimpastate gli avanzi e stendetela di nuovo, per ricavare altri dischetti, e così via, fino ad esaurimento della pasta. 

Farcia: distribuite su metà dei dischetti il prosciutto a dadini, sui restanti la fontina, in dadolata, quindi appallottolateli e sistemate le palline in cerchi concentrici, in uno stampo a cerniera di cm 20 di diametro, imburrato e infarinato. Lasciate lievitare la torta "Danubio" per 30' in luogo tiepido, spennellatela con il tuorlo sbattuto insieme al latte, quindi infornatela a 160° per 40' circa; servitela tiepida. 


Buongiorno a tutti e buon lunedì! Gennaio ormai è agli sgoccioli… è passato portandosi dietro tutte le ultime feste rimaste ed io, sinceramente, ne sono sollevata.
Volevo condividere con voi ciò che è successo qualche giorno fa, all’ospedale di Lodi. Un bimbo di soli 5 anni ha perso 4 dita del piedino. Gli è rimasta incastrata la scarpina nelle scale mobili, all’ultimo scalino. Io non oso immaginare il dolore che il piccolo possa aver provato, e con lui, sua madre. Poi penso inevitabilmente a tutte quelle volte che, all’ospedale o in qualche centro commerciale, ho portato Iris con me sulle scale mobili, costringendola a restare in piedi standomi accanto, anziché prenderla in braccio, “perché deve imparare”. Dio, Dio, Dio ma dove sei quando capitano queste cose? A un bambino poi!  So che sono casi, chiamiamola sfortuna, ma ora che sono madre non posso che angosciarmi. Ora auguro al piccolo, con tutto il cuore, che possa condurre un’esistenza normale con meno dolore possibile. La medicina e la chirurgia hanno fatto passi da gigante, speriamo solo in bene.


E ora una dolce ricettina…
140 g di zucchero semolato

140 g di farina 00

2 uova
50 g di cacao amaro

sale

zucchero a velo

confettura di lamponi biologica Fiordifrutta Rigoni diAsiago

burro e farina per lo stampo

Montate le uova con lo zucchero e un pizzico di sale molto a lungo (almeno 15’), fino ad ottenere una spuma soffice e chiara. Miscelate la farina con il cacao, versatela, setacciandola, nelle uova e incorporatela delicatamente. Imburrate una grande teglia e rivestitela con carta da forno (imburrando e infarinando anche la carta), poi versatevi il composto e livellatelo aiutandovi con una spatola. Infornate a 180°C per 7-8’, sfornate, rovesciate la teglia su un altro foglio di carta da forno spolverizzato con zucchero a velo e lasciate raffreddare. Togliete la teglia e tagliate la pasta in due, sul lato lungo. Spalmate di confettura una delle due basi e ricoprite con l’altra, a mo’ di sandwich. Tagliate quindi a quadratini e serviteli spolverizzati a piacere di zucchero a velo. 

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Eccomi di nuovo qui…è passata una settimana dall’ultima volta che ho scritto. Ormai, tenere un blog, è equivale a scrivere un diario, con la sola differenza che non è propriamente segreto. Ma questo è il bello! Condividere! Offrire del proprio agli altri…avere qualcosa in comune a tutti voi. Bene, oggi voglio condividere questo splendido dolce. E’ una ricetta del Maestro, che io riporto pari pari con le mie modifiche tra parentesi.
Ingredienti:
125 g di tuorli
50 g di fruttosio (per me 70 g di zucchero semolato)
25 g di miele di fiori d’acacia (per me un cucchiaino di miele biologico d’acacia Mielbio Rigoni di Asiago)
325 g di albumi
100 g di fruttosio (per me 100 g di zucchero semolato)
300 g di mandorle non pelate
50 g di mandorle a filetti
200 g di carote
125 g di farina 00
10 g di baking (lievito chimico)
sale
buccia di arancia grattugiata
burro e farina per lo stampo

Per la finitura:
150 g di cioccolato fondente al fruttosio
20 g di mandorle a bastoncino
50 g di carote
due cucchiai di panna fresca
1 cucchiaio miele biologico d’acacia Mielbio Rigoni di Asiago
Note personali: rispetto alle dosi dettate dal Maestro, io le ho praticamente dimezzate. Ho sostituito il fruttosio (che non avevo) allo zucchero. Il fruttosio ha un potere dolcificante quasi doppio rispetto allo zucchero bianco, quindi le quantità di zucchero che io ho usato sono ridotte in proporzione. Come potete notare non contiene grassi, né burro, né olio, quindi non fa del tutto male alla linea :-). Il risultato è un cake molto delicato e morbido, dalla consistenza non stopposa, che si scioglie in bocca. Dovessi rifarlo una seconda volta (e succederà…), ridurrò ulteriormente le dosi di zucchero, ma questo per un mio gusto personale.
Procedimento:
Montate i tuorli con i 50 g di fruttosio (che io ho sostituito a 70 g di zucchero) e il miele di acacia; a parte, invece, montate gli albumi con 100 g di fruttosio (che io ho sostituito a 100 g di zucchero). Per montare gli albumi, utilissimo e pratico uno sbattitore elettrico.
Nel frattempo riducete il polvere le mandorle non pelate e miscelatele alla farina, al baking e al sale.
Grattugiate le carote a julienne fine. Miscelate delicatamente dal basso verso l’alto i tuorli e gli albumi montati, quindi incorporate tutte le polveri e infine le carote a julienne, la buccia di arancia e le mandorle a filetti (che io non ho messo).
Riempite fino a ¾ uno stampo da plumcake, imburrato e infarinato, quindi infornate a 170°C per 15-20’ (io ho dovuto aumentare i minuti, portando la cottura fino a 45’. Per esser sicuri, fate la prova stecchino). Una volta raffreddato il dolce, glassatelo. Io ho preferito usare questa glassa, sciogliendo 150 g di cioccolato fondente di ottima qualità con la panna e il miele.
Vassoio Easy Life Design
Piatto e tovaglietta Green Gate

Questa per me sarà una settimana un po’ particolare…non mi sentirete per qualche giorno ma spero di tornare attiva già dalla prossima settimana. Non vi svelerò niente, per scaramanzia, ma ci risentiremo prestissimo, promesso! Vi anticipo solo che non sono incinta…. ehehehehe!
Vi lascio con questo primo piatto semplicissimo ma buono e salutare! E dopo i bagordi delle feste, direi che ci sta….
Ingredienti per 4 persone:
300 g di orecchiette

200 g di broccoli

4-6 filetti d’acciuga

aglio

peperoncino

olio extra vergine di oliva

sale
Portate a bollore una capace pentola di acqua salata e cuocetevi per 5’ i broccoli (precedentemente lavati e mondati). Scolateli con la schiumarola e nella stessa acqua cuocete le orecchiette. Saltate i broccoli in una padella con 5-6 cucchiai d’olio, uno spicchio d’aglio, i filetti di acciuga e una manciata abbondante di peperoncino (a seconda dei gusti). Scolate le orecchiette, saltatele con i broccoli per un paio di minuti e servite.
Piatto Green Gate





Ricetta vista e stravista in rete, ma da quando l'ho scoperta, gli albumi per me hanno i giorni contati! Oltre ad essere di facile realizzazione, questo dolce si presta ad essere farcito con ciò che avete in casa, senza pretese. E’ buonissimo mangiato da solo, figuriamoci se accompagnato da una crema chantilly o al cioccolato! Le ho provate entrambe, ma la farcitura che vi propongo io è costituita da una banalissima crema al pistacchio (che trovate al supermercato o su internet…giusto per alternare l’uso della Nutella….eheheheh). La colata che vedete sopra, è una ganache al cioccolato bianco e mandorle
Per una versione non alcolica ho sostituito l'Amaretto, presente nella ricetta originale, con aroma di mandorle amare. La dose indicata è per uno stampo a cerniera da 23cm.



  Ingredienti:
360g albume a temperatura ambiente  
350g zucchero semolato
5g cremor tartaro (lo trovate ormai in ogni supermercato)  
150g farina 00
10g aroma di mandorle amare  
2g buccia di limone grattugiata 
 i semi di una bacca di vaniglia  
un pizzico di sale

Unite il cremor tartaro e la buccia di limone a 200g di zucchero. Montate gradualmente gli albumi a neve aggiungendo poco alla volta lo zucchero mescolato con il cremor tartaro e il limone. Con le fruste elettriche ci vogliono circa 10 minuti In una ciotola unite la farina e i 150g restanti di zucchero, poi incorporate agli albumi aggiungendo l'aroma di mandorle, la vaniglia e il sale.  Mescolate con delicatezza dal basso verso l'alto per non fare smontare il composto.
Versate il composto nella teglia da ciambella con i bordi alti e cuocete, nel forno già caldo, a 170° per 30-35 minuti.
Aspettate che la torta sia completamente fredda prima di toglierla dallo stampo.  A questo punto potete tagliarla per la farcitura che più vi piace.

Per la ganache al cioccolato bianco, ho fatto sciogliere in un pentolino 200g  di cioccolato bianco, al quale ho aggiunto 100g di panna fresca e una manciata di mandorle con la buccia.

Tovaglia Green Gate
 


Le chiamo “Simil” perché si differenziano dall’originale solo per la forma. Non le ho arrotolate in diagonale a sufficienza. Ma per il resto, il procedimento è quello segnalato dallo chef Walter Pedrazzi sul numero di ottobre 2012 de La Cucina Italiana. Un pane fragrante e profumato che ha tempi piuttosto lunghi nella preparazione, ma vi assicuro che ne vale la pena!



Prima di tutto preparate la biga: impastate 500 g di farina 0 con 275 g di acqua e 5 g di lievito di birra fresco sbriciolato. Coprite con la pellicola e lasciate lievitare in frigo per circa 20 ore. 
 Raccogliete nella ciotola dell’impastatrice la biga lievitata, 250 g di farina per pizza croccante (che favorirà la formazione di una bella crosta) e 125 g di acqua, nella quale avrete sciolto 8 g di lievito di birra fresco. Avviate l’impasto quindi unite 15 g di sale. Dopo circa 5’ di lavorazione otterrete un impasto omogeneo, consistente e asciutto. Lavoratelo ancora a mano su un piano, tirandolo e raccogliendolo e girandolo ongi volta di 90°. Infine mettetelo in una ciotola, copritelo con la pellicola e lasciatelo lievitare per 1 ora. 
Dividete l’impasto lievitato in 3 parti uguali; schiacciatele e allungatele con il palmo ottenendo delle lingue di pasta non troppo sottili. Arrotolatele su se stesse e disponete i panetti ottenuti su di un vassoio. Copriteli con la pellicola e lasciateli riposare per 15’ circa. 
Allungate quindi i panetti e appiattiteli fino a una lunghezza pari al lato lungo della vostra teglia da forno. Arrotolate queste strisce in diagonale ottenendo 3 bei filoncini. Disponeteli su un vassoio coperto con un telo infarinato, copriteli con la pellicola e lasciateli lievitare ancora per 1 ora. 
Trasferite delicatamente i filoncini lievitati su una teglia ricoperta da carta forno e incideteli con una lametta con tagli diagonali (che in fase di cottura, faranno aprire la pasta). Infornate a 200°C per 35’, avendo cura di appoggiare sul fondo del forno una pirofila riempita d’acqua.  


 

Buongiorno a tutti e….BUON ANNO!!! Come avete passato le feste? Spero in maniera splendida! E l’augurio che posso fare ad ognuno di voi è che quest’anno sia davvero speciale, che i vostri sogni si possano finalmente realizzare, perché in fondo, ce lo meritiamo…

Io non ho fatto nulla di particolare, se non stare con la mia famiglia e fare ciò che amo di più: cucinare!

Poi è arrivato un regalo inaspettato…quanti di voi ascoltano Radio DeeJai? Beh, io purtroppo no…ma ho saputo (dai vicini di casa e da un’email inaspettata…) che nella trasmissione della Litizzetto sono stata “nominata”…all’inizio credevo si trattasse di uno sbaglio, di uno scambio (ci sono diversi blog che si chiamano come il mio, che si differenzia solo dall’uso delle Kappa). Ma poi, dato che si parlava della sezione “Il Dosario”, ho capito di essere proprio io! Non immaginate lo stupore e la gioia! Io! Proprio io! Non sono abituata a queste cose, soprattutto ultimamente, periodo in cui la mia autostima pare essersi eclissata (non che prima fosse mai esistita veramente….). Quindi grazie di cuore a questa radio per avermi resa “famosa” in 5 minuti…un buon auspicio per il nuovo anno!

Ma ora eccovi la ricetta, una torta salata trovata sul numero di dicembre del 2012 de La Cucina Italiana, modificata da me qua e là…

Ingredienti per 6 persone:

300 g di farina 00

450 g di ricotta vaccina

160 g di burro

90 g di acqua gassata

40 g di grana grattugiato

40 g di prezzemolo tritato

6 carciofi

1 uovo

1 arancia

vino bianco secco

olio extra vergine di oliva

alloro

sale

pepe

Intridere la farina con 150 g di burro morbido e la scorza grattugiata di mezza arancia; sfregatela tra le mani fino ad  ottenere un mucchio di briciole. Quindi unite l’acqua gassata fredda, in cui avrete sciolto 6 g di sale. Impastate fino a quando la pasta non sarà liscia ed omogenea. Avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigo per 1 ora (pasta brisée).

Mondate i carciofi, tagliateli a spicchi e rosolateli in padella con due cucchiai di olio e una foglia di alloro per 5’; poi sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e completate la cottura in 15’. Frullateli lasciando da parte 10-12 spicchi.

Imburrate una teglia e infarinatela; foderatela con la pasta brisée, stesa a circa 3 mm di spessore. Bucherellatene il fondo e copritelo con un foglio di carta da forno; riempite lo stampo con dei legumi secchi e infornate a 170°C per circa 20’; sfornate, eliminate i legumi e infornate di nuovo per 8’ (cottura in bianco).

Mescolate la ricotta con il grana, il prezzemolo, l’uovo, i carciofi frullati, una presa di sale, una macinata di pepe e la scorza grattugiata della mezza arancia rimasta.

Distribuite la farcia a cucchiaiate nel guscio di pasta brisée, ricoprite con gli spicchi dei carciofi rimasti e infornate per 12’. Sfornate e servite tiepida.

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Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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