Kucina di Kiara
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Trattare con gli uomini non è complicato. A quelli che sono belli basta dire che sono intelligenti e a quelli intelligenti bisogna dire che sono belli. Semplici ma geniali parole. Segnatevele se, come me, lavorate in un ambiente prettamente maschile (e maschilista).


Detto questo vorrei allietarvi la giornata con queste crostatine dal sapore semplicemente paradisiaco.
La crema da spalmare utilizzata per la farcitura la trovate su Edelices.it.

Per la frolla al cacao ho seguito l'ormai fedele ricetta di Knam. 
Ve la riporto:

Dosi per circa 900 g:
250 g di burro morbido
250 g di zucchero semolato
2 uova intere
4 g di sale
1 stecca di vaniglia
10 g di lievito in polvere
400 g di farina 00 (per me farina per Dolci Molino Rossetto)
80 g di cacao in polvere
In una planetaria con il gancio (oppure a mano), impastate il burro con lo zucchero e la vaniglia. Quando gli ingredienti saranno amalgamati, unite lentamente le uova, quindi la farina 00, il cacao, il lievito e il sale. Appena la farina è incorporata, smettete di impastare. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e riponetela in frigorifero per almeno 3 ore.
Una volta pronta la frolla (per 6 crostatine ne basterà la metà) stendetela allo spessore di 3-4 mm e rivestite gli stampini (vedete voi se imburrarli e infarinarli o coprirli, come me, di carta da forno). Farcite le crostatine con la fantastica crema al cioccolato al latte, nocciole e scaglie di caramello al burro salato e decoratele con la pasta avanzata.

Infornate a 200°C (forno preriscaldato) per circa 20'.



La maggior parte dei Paesi ha un pane tradizionale, anche se con ricette diverse. In Russia il pane comune è sempre nero, e nel pranzo domenicale sono presenti in tavola almeno tre tipi di pane diversi. In India il pane viene preparato in casa, facilmente e velocemente, perché non è lievitato e viene cotto sulle piastre calde. In Francia il Il pane simbolo è la Baguette. In Scozia, in Irlanda e nel Nord dell’Inghilterra il pane viene preparato con la farina d’avena. In Cina il pane è sostituito dal riso, ma in occasioni speciali è preparato un insolito pane di piccole dimensioni, che viene cotto a vapore.
Io vi propongo una ricetta base, semplice, del Maestro Montersino: il pane comune.

Pane è la più gentile, la più accogliente delle parole. Scrivetela sempre con la maiuscola, come il vostro nome.
(Insegna di un caffè russo)



Ingredienti per 2 kg di impasto
1/2 kg di biga*
1 kg di farina bianca "0" (per me FARINA TIPO 0/00 BLU PER IMPASTI DIRETTI Molino Soncini Cesare)
450 ml di acqua
30 g di lievito di birra
25 g di sale

Per preparare l'impasto lavorate su un tagliere la farina con poca acqua tiepida in cui avrete sciolto il lievito, quindi unite l'acqua rimanente addizionata con il sale. Impastate per 5 minuti, quindi incorporate la biga (vedi sotto). Arrotolate l'impasto fino ad ottenere un filone e battetelo forte con il mattarello sul piano di lavoro affinchè acquisti morbidezza.

A questo punto arrotolate il filone su se stesso su un tagliere aiutandovi con il palmo della mano e fate lievitare.

Dopo 30' incidete l'impasto con un taglio e continuate a fare lievitare coperto con un panno umido e con pellicola fino al raddoppio del volume del pane. Dopodichè praticate una seconda incisione nello stesso punto.

Con lo stesso impasto si possono confezionare diverse forme di pane: pagnotte, trecce, filoncini, basta scegliere quella che si preferisce.

A questo punto infornare a 200-220°C fino a doratura; dopo 30' di cottura capovolgete il pane e continuate a cuocere per altri 15' a 190°C.

*Per la biga, ponete 500 g di farina bianca "0" in una ciotola, unitevi 5 g di lievito di birra e 240 ml di acqua.
Impastate velocemente mescolando con un cucchiaio di legno.
Ungete il panetto ottenuto con olio extra vergine di oliva (per me Dante) e fatelo lievitare finchè il volume sarà raddoppiato.
Copritelo poi con un telo umido e tenetelo a temperatura ambiente (l'ideale sarebbe tra i 16°C e i 18°C) per 15-24 ore.



Allora, devo premettere che la pavlova è uno di quei dolci che non mi ha mai colpito in modo particolare. Forse perchè la resa non ha mai appagato il mio occhio, non so, e non chiedetemi perchè. Sta di fatto che qualche tempo fa ho acquistato il famoso libro della Lawon, Nigellissima, e questa pavlova al cappuccino dominava la scena in modo quasi invadente. Almeno per i miei gusti. Non ho resistito, ho DOVUTO farla (e rifarla, rifarla, rifarla...). La domanda è sorta poi spontanea: perchè non l'ho mai cucinata prima? La bontà di questo dolce è disarmante. Si scioglie in bocca e dopo averne mandato giù un boccone non vedi l'ora di riempirti nuovamente la bocca! Questa che vi propongo nelle foto è la mia primissima versione, fatta senza panna. E' talmente buona che il latticino è un semplice dettaglio. Dovete provarla, assolutamente.

Ingredienti per un dolce da 23 cm di diametro
250 g di zucchero semolato
4 cucchiaini di caffè istantaneo solubile in polvere (non in granuli)
4 albumi freschi o pastorizzati
un pizzico di sale
2 cucchiaini di amido di mais
1 cucchiaino di aceto bianco
300 ml di panna fresca da montare
1 cucchiaino di cacao in polvere di buona qualità

Preriscaldare il forno a 180°C e foderare una placca da forno con carta forno (se volete essere precisine, disegnate un cerchio aiutandovi con una teglia tonda, sul lato opposto rispetto a quello su cui appoggerete la pavlova).
Mischiare in una ciotola lo zucchero con il caffè istantaneo.
A parte cominciare a montare gli albumi con il pizzico di sale finchè non cominceranno ad essere gonfi e spumosi. A questo punto unire a poco a poco (io un cucchiaino per volta) il mix di zucchero e caffè. Continuare a montare finchè otterrete una meringa soda e di un bel colore beige. Alla fine unire l'amido e l'aceto.
Versare la meringa sulla carta forno e modellarla in un cerchio da 23 cm di diametro, cercando di farla perfettamente piatta in superficie.
Infornare e immediatamente abbassare il calore a 150°C.
Cuocere per un'ora, quindi spegnere il forno e lasciar raffreddare la pavlova al suo interno.
Nigella dice che una volta che è perfettamente fredda, rovesciare la meringa in modo che la base risulti in alto e staccare delicatamente la carta forno. Io questo passaggio l'ho evitato, anche perchè avevo paura di romperla.
Montare la panna e versarla sul dolce (io in questa versione non l'ho messa).
Cospargere con il cacao e servire.

Non è necessario essere romagnole per avere un debole per la piadina. Credo sia il mio street-food preferito! Ovviamente farcita con il classico dei classici: crudo, squacquerone e rucola. Beh, io ho condito la pasta così e, credetemi, c'è da leccarsi i baffi! La ricetta l'ho vista parecchio tempo fa in una delle trasmissioni della Parodi, e finalmente è diventata realtà.

Ingredienti per 2-3 persone:
250 g di tortiglioni Grano Armando
250 g di squacquerone
50 g di prosciutto crudo
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
un mazzetto di rucola
acqua qb
olio
pepe

Procedimento:
Mentre i tortiglioni cuociono, mettere in un mixer lo squacquerone con 2 cucchiai di olio, un pizzico di pepe e dare una prima frullata. Aggiungere un po’ di rucola, 2 cucchiai di parmigiano e 2\3 di fettine di prosciutto crudo spezzettato. Frullare il tutto e aggiungere l’acqua di cottura in modo che il composto non risulti troppo denso. Scolare la pasta, mantecarla con il composto preparato aggiungendo altra rucola spezzettata, il prosciutto crudo rimasto tagliato a listarelle e il parmigiano tagliato a scaglie (se vi piace).

Nota: io non ho aggiunto sale perchè già di suo questo condimento è molto saporito. Se desiderate farlo, usate cautela. 



Tovaglietta Green Gate
Oggi vi propongo un antipasto di origine francese veloce, sfizioso dal sapore molto delicato e ricercato: la tartare di carne, ovvero carne cruda macinata e molto fresca, che viene condita con olio, limone e una salsa a base di senape e salsa Worcershire.
La ricetta classica richiede una preparazione con diversi ingredienti, ma se volete potete preparare questo piatto semplicemente condendo la carne con olio extravergine d’oliva, sale, pepe e succo di limone e servirlo a tavola accompagnato da gustose salse, per condire il piatto. Come ogni piatto anche la tartare di carne si presta a tantissime interpretazioni, alcuni la gradiscono accompagnata con qualche goccia di tabasco, altri invece la amano cosparsa di mostarda. In diverse ricette viene servita con acciughe tritate e Cognac.
Secondo la leggenda la tartare di carne deriverebbe dal popolo di guerrieri dell’Asia Centrale, i Tartari, che trasportavano pezzi di carne a cavallo e in questo modo la trituravano.

Ecco la mia versione finger food.


Ingredienti per 8 persone:

200 g di carne cruda molto magra tritata di manzo (freschissima)
10 capperi Citres
2 cucchiaini di senape
1 cucchiaino di tabasco
4 cucchiai di olio extra vergine di oliva
il succo di mezzo limone
sale qb
pepe nero macinato qb

Preparazione:

Premetto che ci starebbe bene anche il tuorlo di un uovo freschissimo, che io ho omesso per problemi d'intolleranza di uno dei miei ospiti.
Ma torniamo alla nostra ricetta: mettete la carne macinata cruda in una ciotola, conditela con tutti gli ingredienti elencati. Mescolate il tutto con delicatezza e conservatela in frigorifero per qualche ora. Condite con un filo d'olio extravergine di oliva a crudo, una spolverata di pepe a piacere e una macinata di sale. Formate delle palline e servitele come finger food.

Potete ulteriormente decorare la tartare ricoprendola con qualche cappero o semplicemente con un rametto di prezzemolo o di rosmarino oppure seguendo la vostra fantasia.
LA MIA RACCOMANDAZIONE: quando acquistate la carne chiedete sempre conferma al macellaio che sia freschissima in modo da poterla mangiare cruda. Potete comprare la carne già macinata o meglio ancora potete tritarla voi al coltello appena prima di prepararla.




Adoro fare il pane in casa, soprattutto quando ho ospiti a cena. Mi piace stupirli, guardare la loro  mmmbespressione basita quando prendono in mano un panino, lo guardano, lo annusano chiedendomi se l'ho fatto davvero io. E dire che è di una semplicità estrema farselo da sè. Basta seguire le ricette, passo dopo passo, e il gioco è fatto.

Oggi vi offro il "biove" delle sorelle Simili, trovato su uno dei miei libri preferiti "Pane e roba dolce".
Si tratta di un pane la cui preparazione non è necessario programmarla in anticipo, essendo un impasto diretto. E' veloce da fare e può accompagnare il menù intero. Io ho apportato una piccola modifica, sotituendo metà della farina 0 prevista con farina integrale.

Il "BIOVE" delle sorelle Simili


250 g farina 0 o manitoba o per me FARINA TIPO 0/00 BLU PER IMPASTI DIRETTI Molino Soncini Cesare
250 g di farina integrale
280 g di acqua, circa
20 g di lievito di birra
20 g di strutto
10 g di malto di orzo (io non l'avevo e ho quindi aggiunto un cucchiaino di miele)
8 g di sale (un cucchiaino colmo)

Fare la fontana, amalgamare al centro tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso.

Lavorare e battere per 10 minuti, coprire e far lievitare per 20 minuti.

Dividere l'impasto in due parti e formare due filoni che spianerete con il matterello in due rettangoli piuttosto sottili.

Ricavare da ogni rettangolo due strisce, che stenderete piuttosto sottilmente, in una striscia alta circa 6 cm.

Arrotolare la pasta tenendo le dita sui lati per impedire che si formino delle punte.

A questo punto adagiare il panino su della carta forno un pò infarinata, con la falda sotto e il lato arrotolato lateralmente, sollevare un pò di carta forno e posizionare un altro panino, punta contro punta, con la carta forno a dividere (per intenderci il lato arrotolato và contro un altro lato arrotolato diviso dalla carta), in questo modo cresceranno solo in orizzontale.
Al termine, posizionare da un lato e dall'altro della carta forno dei pacchi di farina o qualcosa che faccia da parete.
Coprire con un canovaccio e lasciare lievitare 30-40 minuti.

Al termine sollevare i pezzi delicatamente e tagliarli a metà con una spatola di plastica, metterli sulla teglia con il taglio verso l'alto e incidere con una lametta a circa un centimetro di profondità. Infornare a 200-210°C per 25-30 minuti.




Il riso Venere è il primo riso nero europeo che, pur essendo nato nella Pianura Padana, ha un'origine esotica. Grazie al lavoro di un ibridatore cinese da alcuni anni giunto in lomellina, questa varietà di riso integrale ha il pericarpo nero, mentre l'interno del granello è bianco come i nostri risi. Questo tipo di riso è anche molto aromatico. Il suo aroma, soprattutto durante la cottura, ricorda il pane appena sfornato e l'odore tipico del sandalo. Ricco di proteine, fibre e minerali come il calcio, il selenio, il manganese e lo zinco.

Per la realizzazione di questo riso ho utilizzato verdure particolari che non sempre riesco a trovare durante l'anno. Parlo dei peperoni laziali, dalla caratteristica forma stretta e allungata; delle melanzane nane che non mi era mai capitato di trovare nei supermercati e della zucchina trombetta, tipica della zona ligure.

La ricetta l'ho scovata su un numero vecchissimo di Cucina Italiana.

Ingredienti per 4 persone:
500 g di mazzancolle
320 g di riso Venere
2 peperoni rossi tipo laziali
2 melanzane nane
1 zucchina di media grandezza tipo trombetta
1/2 cipolla di Tropea
350 g di panna fresca
40 g di burro
2 spicchi d'aglio
1 bustina di zafferano
vino bianco secco
prezzemolo
sale
pepe


Mettere il riso in ammollo per almeno 4 ore.
Portare a bollore una pentola capace, salare moderatamente e versare il riso che dovrà cuocere per 40'.
Nel frattempo lavare e mondare le verdure; tagliarle a tocchetti piccoli.
Tritare la cipolla e farla rosolare in una capente padella antiaderente. Versare le verdure e lasciare cuocere per 15'.
Sciogliere il burro in un tegamino, aggiungere lo spicchio d'aglio sbucciato e lasciarlo rosolare dolcemente, versare la panna, condire con un pizzico di sale, pepe proseguendo la cottura per 2' sempre a fuoco molto dolce. Stemperare nella panna la bustina di zafferano, mescolare e spegnere (eliminando lo spicchio d'aglio). Completare con un abbondante manciata di prezzemolo tritato e tenere in caldo.
Lavare accuratamente le mazzancolle e pulirle togliendo la testa, il carpace e con molta delicatezza il budellino nero, incidendo piano lungo l'addome con un coltellino affilato. Tenerne da parte 4 intere per la decorazione finale del piatto. Scaldate uno spicchio d'aglio sbucciato in due cucchiai d'olio in una padella antiaderente. Toglierlo e aggiungere tutte le mazzancolle. Far rosolare 1' poi sfumare con un goccio di vino bianco. Proseguite la cottura per pochi minuti poi spegnere e togliere dal fuoco.
Scolare il riso cotto e unirlo alle verdure; unire anche le mazzancolle. Mescolare bene per insaporire il tutto. Versare una cucchiaiata di salsa in ogni piatto, aggiungere il riso e decorare con le mazzancolle intere.


Piatti e tovaglietta Green Gate
Buongiorno cari amici! Oggi è il 2 di novembre e come tale segue un'uscita de L'Italia nel Piatto. Il tema del mese è: Brasati, stracotti, umidi e stufati e viste le temperature in leggero calo, direi che ci sta tutto. Io vi propongo questo piatto tipico della zona di Lodi.
La "Russtissana" (termine dialettale lodigiano) detta anche "Rustisciada" o "Rustiscianna" o "Rustida" o "Rustisciana" è sicuramente una ricetta lombarda, che poi se la contendono le provincie di Como e Lecco (la zona della Brianza) ma anche del varesotto è un'altra storia. Io vi propongo questa ricetta della tradizione lodigiana. Si tratta di una specie di spezzatino di maiale e salsiccia che, in alcune versioni, viene totalmente sbriciolata, in altre va lasciata a pezzi. Comunque rimane un piatto legato alla tradizione contadina e alla carne di maiale che è per storicità e cultura è una carne meno nobile ma molto gustosa. Cucinata abitualmente nei mesi più freddi e abitualmente associata alla polenta, la 'Russtissana' è una alternativa al brasato ed è anche più economica, visti gli ingredienti. È una di quelle ricette molto semplici, dove bisogna solo avere pazienza perché va cotta molto.
Questa è la mia versione associata alla polenta ma fa bella figura anche con il puré.


Si mettono in un tegame 75 g di burro e 1/2 cipolla affettata e si faccia rosolare molto lentamente; si aggiungano poi fettine di lonza di maiale infarinate in precedenza (circa 250 g), lasciandole dorare per qualche minuto; si aggiungano poi 250 g di salsiccia tagliata a pezzi, 2 cucchiai di salsa di pomodoro (per me La Fiammante) diluita in una tazza di brodo e una spolverata di sale e pepe. Mescolare lentamente e lasciar cuocere altrettanto lentamente per più di un'ora poi, prima di servire, dare una sferzata di fuoco alto.
Obbligo l'accompagnamento di polenta.


E ora un salto nelle altre regioni d'Italia:

Piemonte: Brasato al Barbera

Friuli-Venezia Giulia: Coniglio in umido con mele, cipolla e pancetta per l'Italia nel piatto

Lombardia: Russtissana Lodigiana

Emilia Romagna: Stracotto alla parmigiana


Liguria: Polpette al sugo

Toscana: Cinghiale in dolce e forte

Marche: Pollo in potacchio alla marchigiana

Umbria: Trippa in umido

Abruzzo: Pollo alla cacciatore abruzzese

Lazio: Garofalato

Campania: Trippa con patate alla napoletana

Basilicata: Baccalà con le cipolle - Cipuddata

Puglia: Agnello in umido con funghi cardoncelli all'uso di Gravina

Calabria: Stufato di maiale

Sicilia: Aggrassatu con patate

Sardegna: Stufato di cinghiale alla nuorese
Ricordatevi di visitare il nostro blog L'Italia nel Piatto  
http://litalianelpiatto.blogspot.it/
Tovaglietta, ciotolina con cucchiaino e caraffa Green Gate

Sarebbe che dopo, quando non puoi più tornare indietro, ti penti di tutti gli scatti, le impazienze, le impuntature che hai avuto nei suoi confronti. Ti penti addirittura di quello che hai pensato anche solo di striscio. Il fatto è che non esiste rapporto più complicato, conflittuale e viscerale di quello tra madre e figlia. E ditemi se non ho ragione.

Dopo la tempesta è tornato il sereno tra me e Piccola Peste grazie anche alla preparazione di questa mini cake tower. Ho usato la piastra Princess e in pochissimi minuti abbiamo preparato un dolce goloso e bello da vedere. Devo ringraziare anche la bravissima, gentilissima, disponibilissima, issima in tutto Daniela per le dritte sull'impasto.


Ingredienti per circa due mini Cake Tower:
100 gr di farina
60 g di zucchero
2 uova intere 
60 gr di burro fuso tiepido
5 g di lievito per dolci
qualche goccia di aroma alla mandorla
un cucchiaio di cacao amaro in polvere
latte intero qb




Per la decorazione:
Nocciolata Rigoni di Asiago
Zucchero a velo
Zuccherini colorati

Per prima cosa preparare la base della Cake Tower. Amalgamare bene tutti gli ingredienti, aggiungendo il latte per ultimo, fino a ottenere un composto morbido, quasi fluido. Ungere con olio o burro fuso la piastra. Accendere la Cake Tower Maker Princess e attendere che la luce diventi verde. A questo punto riempire gli stampini senza eccedere con la quantità. Chiudere il coperchio. Aspettare 5 minuti, aprire e il gioco è fatto! Aiutatevi con una paletta per estrarre le mini cake. Adesso decorare la vostra Cake Tower con quello che vi suggerisce la fantasia. Io ho unito le varie basi con crema di nocciole poi ho spolverizzato il tutto con zucchero a velo e zuccherini colorati. Piccola Peste si è divertita un mondo!


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L'autore di questo blog non utilizza cookie di profilazione, né  risponde di  quelli eventualmente  installati da terze parti ai quali  non ha accesso. Ai sensi del punto 2 del provvedimento del Garante della  privacy "Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e  l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie" - 8 maggio 2014  [3118884] Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014. Questo blog non costituisce una testata giornalistica. Non ha carattere   periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità  dei  materiali. Pertanto non può essere considerato in alcun modo un   prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.<div>Tutti i   diritti relativi a fotografie e immagini presenti su questo blog, sono   di mia esclusiva proprietà (Chiara Rozza) e non è autorizzato l'utilizzo   di alcuna foto  in siti o in spazi non espressamente autorizzati da  me.

Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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