Kucina di Kiara
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Sul numero di settembre de La Cucina Italiana, ho trovato questa splendida ricetta. Non che prima non la conoscessi, ma la ricetta originale di questa focaccia ditemi voi dove trovarla, perché io proprio non lo so. Ho provato a rifarla, primo perché mi fido delle ricette di questa splendida rivista (mio parere personale e disinteressato), secondo perché nel trafiletto a lato c’è un articoletto di una delle mie "idole" in cucina: OrnellaMirelli, blogger di Ammodomio. Il risultato??? Perché non ci provate anche voi! Sapore unico e indescrivibile! Consistenza soffice e leggera! Perfino la Gianna (la mia mamma) è rimasta incantata e ha voluto subito la ricetta!

Intanto ve la riporto...

Ingredienti per 6-8 persone:

250 g di farina 00

250 g di semola rimacinata di grano duro

250 g  di pomodori ciliegia

1 patata media (ca. 80 g)

12,5 g di lievito di birra

zucchero

origano

olive verdi con il nocciolo

olio extra vergine di oliva

sale grosso e fino
Procedimento:

Lessate la patata. Intanto sciogliete il lievito in 60 g di acqua tiepida con un pizzico di zucchero; aggiungete 30 g di farina 00 e lasciate attivare questo starter per circa 15’.

Pelate la patata e schiacciatela con lo schiacciapatate in una ciotola capiente; unitevi la restante farina e 200 g di semola, quindi mettete al centro lo starter. Impastate aggiungendo a mano a mano circa 250 g di acqua nella quale avrete sciolto un cucchiaio di sale grosso. Completate l’impasto con due cucchiai d’olio e impastate fino ad ottenere un panetto omogeneo ed elastico. Raccoglietelo a palla e lasciatelo lievitare finchè non raddoppia il suo volume (circa 2 ore).

Tagliate, intanto, i pomodorini a metà, raccoglieteli in una ciotola, conditeli con olio e sale e lasciateli insaporire. Riprendete l’impasto, copritelo in superficie con la semola rimasta e rovesciatelo in una teglia unta d’olio. Lasciatelo riposare per qualche minuto, poi stendetelo con la punta delle dita, unte d’olio.

Disponete i pomodorini sulla focaccia, spremendoli leggermente. Irroratela, anche, con un po’ del loro sughino. Infine, distribuite qua e là le olive e un pizzico di origano (se volete) e infornate a 230°C per 15-20’.

PS – molti tagliano i pomodorini direttamente sull’impasto steso della focaccia, in modo che il loro sughino, cadendo sulla superfie, condisca l’impasto.


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Oggi una ricetta veloce veloce ma tanto buona da leccarsi i baffi (per chi li ha…).

Vi lascio il procedimento, senza darvi pesi perché si sa, le lasagne non sono mai abbastanza, quindi abbondate pure (con quello che avanza potete sempre preparare una porzione piccola, da mettere in freezer).

Allora, se non avete voglia e tempo di farvi la pasta incasa (nel caso trovate il procedimento qui), procuratevi una confezione di pasta per lasagne. Intanto mondate, lavate e tagliate a striscioline un bel cespo di radicchio rosso tondo. In una padella antiaderente fate rosolare 2-3 cucchiai d’olio extra vergine di oliva e tuffatevi il radicchio. Cuocete per circa 15’. Preparate la besciamella. Il procedimento lo trovate qui. Una volta pronta, unitela al radicchio e mescolate. Ora, ungete con 2-3 cucchiai d’olio evo, una bella teglia. Adagiate il primo strato di pasta. Ricopritene la superficie con la besciamella mischiata al radicchio. Aggiungete qualche dadino di taleggio stagionato (in tutto ne ho usato circa 200 g) e una bella spoverata di grana grattugiato. Continuate in questo modo fino ad arrivare al bordo della teglia. Sull’ultimo strato, aggiungere, insieme al grana, una manciata di pane grattugiato (così si formerà una bella crosticina dorata). Infornate a 180°C per circa 30’. Buon appetito!

Sto attraversando una brutta fase. Iris sta attraversando una brutta fase. Di conseguenza la sua cara mamma rischia il ricovero in neuro. A dir la verità sono indecisa tra tre opzioni: 
 
a)     Fare le valigie e sparire - per sempre -

b)    Farmi ricoverare in ospedale, reparto lunga degenza - per sempre -

c)     Chiamare un esorcista

Scherzi a parte, il piccolo demonio ha deciso di non voler mangiare più. Niente più pasta e pastina, niente più carne, niente più pesce, niente più risottini…credetemi, ho provato a cucinarle DI TUTTO, ma si riduce a mangiare latte, yogurt e frutta. Ormai è da una settimana abbondante che va avanti così ed io sono MOLTO prossima ad una crisi di nervi. Vi è mai capitato niente di simile coi vostri bimbi? Il pediatra mi rassicura dicendo che non muore di fame, che prima o poi riprenderà a mangiare. Ciliegina sulla torta, ha iniziato a propinarmi capricci su capricci che al confronto, Mario Merola, è una schiappa. Della serie che si butta a  terra, strillando e dimenandosi, fino allo sfinimento, così, di punto in bianco. Ecco il perché dell’idea di chiamare l’esorcista….

Attendo vostri, preziosissimim consigli…
CROSTATA PERE e CIOCCOLATO a modo mio
 

Per la frolla, ormai sono inseparabile da questa ricetta qui, ma ve la riporto:
500 g di farina 00
300 g di burro
200 g di zucchero
4 tuorli d’uovo
un pizzico di sale
bacca di vaniglia/scorza di limone/scorza di arancia (io bacca di vaniglia)

 

Per la ganache al cioccolato:

200 g di cioccolato fondente

100 di panna fresca

1 cucchiaio di miele del bosco 100% biologico Rigoni di Asiago

Per il ripieno:

un vasetto di marmellata biologica alla pera Fiordifrutta Rigoni di Asiago


Procedimento:
Preparate la frolla (anche il giorno prima). Per il procedimento vi rimando qui.

Imburrate e infarinate una teglia per crostate. Stendetevi la pasta, bucherellatene il fondo e stendetevi sopra la marmellata di pere. Infornate a 180°C per circa 25-30’. Estraete la torta dal forno e fate raffreddare. Nel frattempo preparate la ganache al cioccolato: sciogliete in un pentolino tutti gli ingredienti quindi versate il composto sulla crostata ormai fredda. Lasciate raffreddare completamente e servite.
Tovaglietta e ciotolina a pois Green Gate

Ho il vizio di pensare troppo. Ce l’ho sempre avuto, fin da piccola. Ero una cara bambina, ma bastava che mi dicessero una cosa, una qualsiasi cosa, perché la mia testa cominciasse a lavorarci su, rielaborandola e trasformandola completamente. Purtroppo i miei voli pindarici non si sono ridimensionati col tempo. Anzi, sono decisamente peggiorati. Adesso, quando penso ad una cosa, non mi accontento semplicemente di pensare. La sviscero proprio, sotto ogni punto di vista, e, perché ciò sia possibile, la lascio frullare nella mia testa fino a che non mi si fonde il cervello, colandomi sulle orecchie….ditemi che succede così anche a voi, vi prego. Io non arrivo ai quarant’anni, lo so… se vado avanti così non ci arrivo proprio… (ne ho 35 è….).

Ingredienti:

800 g di muscolo di manzo, a bocconcini
400 g di carote
120 g di cipolla
un cucchiaino di concentrato di pomodoro
66 cl di birra scura
olio extra vergine d'oliva
sale
pepe nero in grani


Per accompagnare: polenta gialla

Preparazione:
Spuntate le carote e riducetele a rondelle; affettate la cipolla a velo. Fate soffriggere il tutto, in pentola a pressione, con un filo d'olio, quindi unite la carne a bocconcini, lasciatela rosolare bene, conditela con un pizzico di sale, pepe macinato, il concentrato di pomodoro e, infine, irroratela con tutta la birra e chiudete il coperchio; al fischio, calcolate 60'. Aprite dopo aver fatto uscire il vapore, correggete lo spezzatino di sale, quindi servitelo, accomodato su un letto di polenta piuttosto consistente, cotta a lungo.



Tovaglietta Green Gate
 
Conoscere una persona “by heart”, in inglese: studiare a memoria si dice by heart (col cuore). Come quando ripeti una poesia, prendere anche un po’ di quel ritmo che le appartiene. Una poesia, come una persona, ha dei tempi suoi. Per cui, conoscere una persona a memoria, significa sincronizzare i battiti del proprio cuore con i suoi, farsi penetrare dal suo ritmo. Mi piace stare con una persona intimamente perché vuol dire correre il rischio di diventare leggermente diversi da sé stessi. Alterarsi un po’. Perché non è essere sé stessi che mi affascina in un rapporto a due, ma avere il coraggio di essere anche altro da sé. Mi piace amare una persona e conoscerla a memoria come una poesia, perché come una poesia non la si può comprendere mai fino in fondo.

Tratto da "Il giorno in più di Fabio Volo"
 


Ingredienti:

4 tuorli a temperatura ambiente
4 albumi a temperatura ambiente
150 gr di zucchero semolato
1 cucchiaio d'acqua
125 gr di burro
120 gr di farina 00
1/2 baccello di vaniglia
un pizzico di sale
500 gr di latte intero
qualche goccia di limone
zucchero a velo



Preparazione:

Montate gli albumi a neve con il limone ed un pizzico di sale.

Sbattete i tuorli con lo zucchero, l'acqua e la vaniglia fino ad ottenere un composto morbido e spumoso. Aggiungete il burro fuso, fatto raffreddare, la farina setacciata ed il latte e amalgamate.

Utilizzando una spatola, incorporate gli albumi montati con movimenti dal basso verso l'alto per evitare di sgonfiare il composto.

Mettete il composto in una teglia rivestita di carta forno - non di quelle apribili, perché il composto è troppo liquido e rischia di uscire - di 20 x 20 cm, oppure di 20 cm di diametro.

Cuocete a 160°, in forno statico preriscaldato, per 1 ora o comunque fino a che la superficie risulterà dorata. Fate raffreddare la torta nella teglia per almeno 3-4 ore.


Nell'infinita rete del web, troverete innumerevoli ricette circa la torta sopra descritta. le varianti non si contano....io ho trovato la ricetta sul meraviglioso blog Cucinando con mia sorella.



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E’ sempre la solita storia per cui la realtà non è mai quella che si vede, ma chissà quale altra. Sono stufa di questa faccenda, a me piacerebbe che la realtà fosse esattamente quella che si vede e niente più. Che il suo lato nascosto, rimanesse nascosto: una montagna sommersa e noi quassù piccoli e senza strumenti ottici, né maschera, né sub, né cannocchiale. Niente. Impossibile vedere. Una sorta di invisibilità del mondo, ecco. Mica per niente Omero era cieco: lo sapeva, lui, che è meglio non vedere, che solo così il mondo si allarga a dismisura e diventa veramente grande. Degno di viverci, insomma.
 

PANE SCURO di SEGALE con SEMI di LINO

Ingredienti:

1000 g di miscela per Pane di Segale

1 bustina di lievito di birra secco

4 cucchiai di olio extra vergine di oliva

20 g di sale

10 g di zucchero

600 g ca. di acqua calda

una manciata di semi di lino Melandri Gaudenzio
Versare la miscela nella planetaria e fare un buco nel quale mettere tutti gli ingredienti. Evitare che il lievito venga a contatto diretto con il sale. Azionare la planetaria versando poco per volta l’acqua. Impastare per almeno 10’ fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Lasciare lievitare per un’ora in una ciotola unta d’olio e coperta con un panno. Impastare nuovamente e dare la forma desiderata al pane. Lasciare lievitare per altri 30’. Praticare dei tagli sulla superficie del pane. Cuocere in forno caldo a 200°C per circa 40’ con vapore (basta mettere una pirofila piena d’acqua nella parte più bassa del forno). 


Tovaglietta da colazione Green Gate

Tutti abbiamo dei giorni no...no?Come abbiamo i giorni si...si?
Quelli in cui ti svegli, ti prepari il caffè e nel versarlo non lo rovesci sulla tovaglietta pulita, in cui metti lo zucchero e nel berlo ti rendi conto di averlo zuccherato in modo perfetto, al microgranulo. I capelli ti stanno da Dio al punto da farti quasi sembrare più bella e in macchina becchi una sfilza di semafori che al tuo solo passaggio diventano verdi. Quei giorni in cui trovi subito parcheggio, fai una battuta e tutti ridono, ne fai un'altra e c'è già chi raccoglie firme per eleggerti Presidente del mondo, azzardi la terza e cominciano ad arrivare numeri di telefono di uomini pronti a tutto. Se devo essere sincera, nella vita di giorni così, ne ho visti un bel po', il problema è che non ero mai io la protagonista...però ho sentito battute bellissime e ho riso molto.


Ingredienti per circa 25 biscotti:
150 g di burro
150 g di zucchero (per me 100 g di zucchero semolato e 50 g di zucchero di canna)
3 tuorli
1 cucchiaino colmo di cacao amaro
300 g di farina 00
½ bustina di lievito per dolci
3 cucchiaini di caffè solubile
1 pizzico di sale
Lavorate il burro e lo zucchero con un cucchiaio di legno finchè non saranno cremosi, quindi unite i tuorli, il caco e la farina setacciati insieme con il lievito, il caffè solubile e un pizzico di sale. Lavorate bene l’impasto, quindi formate un panetto, appiattitelo, avvolgetelo con pellicola trasparente e fatelo riposare in frigo, nella parte meno fredda, per almeno mezz’ora.
Riprendete l’impasto, formate delle palline grandi come noci e, con il dorso del coltello, praticate una leggera incisione a metà: dovete ottenere una forma simile a un chicco di caffè. Disponete tutte le palline su una placca rivestita con carta da forno e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 15’.
Sfornate quindi i biscottini e fateli raffreddare completamente prima di toglierli dalla placca, in quanto, appena sfornati, saranno ancora leggermente morbidi.
Si conservano a lungo in scatole a chiusura ermetica, preferibilmente di metallo.

Ricetta tratta dal libro di Anna Moroni



Che il blog di Julia fosse meraviglioso, lo sapevo. Che postasse ricette golose e invitanti, pure. Ma da quando ho rifatto la Sua Torta Langarola ed in particolare, da quando ho provato la frolla con cui è stata realizzata…beh, io credo di aver trovato finalmente la frolla perfetta! Ogni volta che faccio una crostata, è mia abitudine variare – anche di poco – gli ingredienti, per cercare di trovare quella che, a mio avviso, è la frolla perfetta. Bene, nella ricetta di Julia finalmente ho trovato ciò che soddisfa tutte le mie esigenze in fatto di frolla. In base al risultato che voglio ottenere, vario solamente il numero dei tuorli, magari sostituendo ai 4, un tuorlo e due uova intere. Questo comunque lo sperimenterete da voi. Io, la mia perfezione, in questo ambito l’ho raggiunta grazie a lei….




Eccovi la Sua ricetta, ve la riporto pari pari; la ritrovate anche sul suo sito: Alterkitchen:

Ingredienti per la PASTA FROLLA:
500 g di farina 00 (per me farina 00
300 g di burro
200 g di zucchero
4 tuorli d’uovo
un pizzico di sale
bacca di vaniglia/scorza di limone/scorza di arancia (io bacca di vaniglia)

 
Ingredienti per il RIPIENO:
Marmellata di albicocche q.b (per me marmellata biologica Fiordifrutta Rigoni di Asiago)
125 g di uova intere (un uovo di solito pesa ca 50 g, sgusciato)
150 g di zucchero semolato
50 g di farina 0
150 g di nocciole in polvere
150 g di burro fuso freddo
Liquore all’amaretto q.b
Bacca di vaniglia
Gelatina di frutta per decorare

Granella di nocciole per decorare
Procedimento:

Preparate la pasta frolla in anticipo (anche il giorno prima): mettete su un piano il burro a temperatura ambiente, aggiungete lo zucchero e lavorate brevemente con la punta delle dita finché lo zucchero non sarà assorbito. Fate un buco nel composto, versate al suo interno i tuorli d’uovo e mescolate finché non saranno assorbiti. Aggiungete quindi la farina (a cui avrete aggiunto il pizzico di sale e la parte aromatica, che sia qualche semino di vaniglia, vanillina o scorza di agrume) e impastate brevemente, finché otterrete una palla di impasto(dalla pesata degli ingredienti alla palla di impasto dovrebbero trascorrere circa 5 minuti al massimo), che coprirete di pellicola per alimenti e lascerete riposare in frigorifero almeno un’ora. [Probabilmente con queste dosi avrete più frolla di quanta sarà necessaria per la torta; con gli avanzi, potrete ovviamente ottenere degli ottimi biscotti - ecco, a me ovviamente è avanzata e nell'ultima foto potete vedere i miei fantastici biscottini....]

Trascorso il tempo di riposo, stendere la pasta frolla a circa 5-7 mm di spessore e rivestire una teglia di 24 cm di diametro fino al bordo; bucare il fondo della pasta e stendere un velo di marmellata di albicocche.

Pre-riscaldate il forno a 170°C.

In planetaria o con le fruste montare a lungo le uova intere con lo zucchero; quando la massa sarà ben sostenuta, aggiungete (a mano nuda o con una spatola o cucchiaio di legno) la farina 0 e quella di nocciole, incorporandole dal basso verso l’alto.
Incorporate quindi qualche semino di vaniglia (o della vanillina), il burro fuso freddo e il liquore all’amaretto (un tappino è sufficiente).

Versate l’impasto nella teglia precedentemente rivestita di pasta frolla. Lasciate riposare 5 minuti a temperatura ambiente e poi cuocete in forno caldo per circa 35-40 minuti.
Sfornate, lasciate raffreddare e poi sformate la torta, lucidandola con gelatina di frutta e guarnendola con granella di nocciole.
E' semplicemente una torta DI-VI-NA!!!!!!!!!!!!!






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Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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