Kucina di Kiara
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Tovaglietta Green Gate
Una ricetta come tante, ma sta di fatto che le polpette non passano mai di moda. A casa mia vanno via come il pane, ma sono sicura che anche da voi è così. A volte cerco di mettere quell'ingrediente in più, in questo caso la catalogna. Visto che la stagione di questo ortaggio è ormai giunta al suo apice, eccovi la ricetta.



Ingredienti:
2 confezioni di tonno da 80 g cad.
250 g di ricotta di pecora
un cucchiaio di capperi Citres
3/4 alacce Citres (in aalternativa vanno benissimo anche le acciughe)
catalogna qb BioExpress
2 cucchiai di grana grattugiato
1 fetta di pane ammollata precedentemente nel latte
1 uovo
sale qb
pangrattato qb
olio di arachidi per friggere
burro qb

Per prima cosa pulite e mondate la catalogna. Togliete le foglie esterne se appassite o rovinate. Quindi eliminate la base e tagliate le foglie a pezzi, anche grandi e sciacquatela sotto l’acqua corrente, muovendo la verdura con le mani in modo da rimuovere tutta la terra presente. Immergetela in una pentola piena di acqua fredda e portate l'acqua in ebollizione, facendo cuocere la verdura per 15'. Quindi scolatela per bene e ripassatela in padella con un poco di burro. Fate intiepidire e tritate a coltello grossolanamente,
Impastare con le mani tutti gli altri ingredienti, aggiungete la catalogna, quindi formare le polpettine, passarle nel pangrattato e friggerle in abbondante olio caldo. Il segreto di tanta bontà sta nella frittura, ma nulla i vieta di farle al forno.


I pistacchi, con il loro aroma delicato, sono l'ingrediente perfetto per potenziare ogni piatto, dall'antipasto al dolce. Piacciono a tutti, soprattutto se già sgusciati e pronti all'uso. Se poi non vanno nemmeno masticati, il godimento è perfetto! Con i prodotti Sciara, la Terra del Pistacchio, ho fatto bingo in ogni portata. I loro prodotti di qualità, realizzati con un'esperienza trentennale alle spalle, rendono ogni piatto unico. Come questa pasta...

Ingredienti per 4 persone:
320 g di pasta tipo Mafalda Pasta Armando
100 g di ricotta vaccina
60 g di pasta di pistacchio Sciara, la Terra del Pistacchio
80 g di cavolfiore viola
olio extra vergine di oliva
pepe nero
sale

Lavate e sciugate il cavolfiore.
Mescolate la ricotta in una ciotola con qualche cucchiaio di olio, una presa di sale e una macinata di pepe nero. Unite 50 g di pasta di pistacchio e mescolate.
Portate a ebollizione una capiente pentola con abbondante acqua, salate e aggiungete la pasta fino a cottura.
Mettete un mestolo di acqua di cottura della pasta nella ciotola con il preparato di ricotta. Scolate la pasta, conditela con la crema, mescolate bene e completate con la pasta di pistacchio rimasta e il cavolfiore grattuggiato con una grattuggia a fori larghi.



Stavo cercando in rete una torta o una brioche da realizzare, da farcire con Nocciolata, di cui Iris va matta. Guarda quà e là, ecco l'apparizione! Sul blog "I dolci di Tam Tam" vedo comparire questa torta stratosferica, che ha tutte le caratteristiche che cercavo! La realizzazione non è semplicissima, ma seguendo tutti i passaggi, direi che si può fare tranquillamente e il risultato è da urlo!
Per la ricetta originale vi rimando al blog sopra citato. Io ho cambiato tipo di farcitura, dosi lievito e tempi di lievitazione.


Ingredienti per una teglia diam. 28 cm:

500 g di farina 0 

250 g di latte intero tiepido
10 g di lievito di birra fresco 

1 uovo 
intero
60 g di zucchero 

80 g di burro morbido 

un pizzico di sale 

Nocciolata Rigoni di Asiago qb 

Nocciolata bianca Rigoni di Asiago qb
Zucchero a velo 
per decorare

Prima di tutto sciogliere il lievito nel latte tiepido.
Versare nella ciotola della planetaria, con la frusta a gancio, la farina, lo zucchero, il latte con il lievito sciolto, l’uovo e impastare fino a che tutti gli ingredienti si saranno ben amalgamati.
Aggiungere quindi successivamente il sale e il burro, un pezzetto alla volta, aggiungendo il successivo solo quando il primo sarà stato assorbito dall’impasto.
Impastare per almeno 10 minuti fino a che l’impasto risulterà elastico e ben incordato, cioè che sale sul gancio.
Staccare l’impasto dalle pareti della ciotola, impastarlo energicamente a mano ancora per qualche minuto e dargli una forma rotonda. Far lievitare dentro la ciotola, coperta con pellicola da cucina o con un canovaccio, nel forno spento ma con la luce accesa, fino al raddoppio del volume della pasta.
Una volta pronto l'impasto, be lievitato, ribaltarlo sul piano di lavoro leggermente infarinato e stenderlo con il mattarello in una sfoglia rettangolare, di circa 3 mm di spessore.
Rivestire solo la base di una teglia rotonda a cerniera con un foglio di carta forno: aprire il cerchio e sollevarlo, appoggiare il foglio di carta da forno sulla base, riposizionare il cerchio sopra la carta e chiuderlo.
Tagliare la sfoglia in strisce di 5 cm di larghezza circa, spalmarle con la Nocciolata bianca e al latte, e arrotolare come si vede in foto.



Mettere il rotolino al centro della teglia e proseguire aggiungendo le altre strisce arrotolandole intorno al rotolino centrale, facendo combaciare le estremità di una striscia con l’altra e proseguire così, a spirale, fino a esaurimento strisce. Se fate fatica a maneggiare le strisce lunghe intere, è possibile tagliarle a metà.



Far lievitare la torta per un'altra ora, coperta con pellicola.
Spennellare la superficie con il latte e cuocerein forno già caldo, a 180°C, per circa 50 minuti o fino a che la superficie sarà di un bel colore dorato.






Questa torta salata è stata una vera e propria rivelazione! L'ho trovata per caso sul blog CheZuppa (tra l'altro fantastico) e me ne sono subito innamorata! L'unica mia variante è stata quella di utilizzare il cavolo viola anzichè quello nero. Il paradiso!
Da quello che potete leggere sul blog di Alessandro, questa torta salata non è che una classica torta di origine greca, la Spanakopita, realizzata in origine con spinaci e feta. L'idea di sostituire gli spinaci con il cavolo è a dir poco superba! Bravo Alessandro!
Per la versione originale, vi rimando al suo blog.

Ingredienti per 6-8 persone:

1 confezione di pasta fillo da 12 fogli
500 g di cavolo cappuccio viola bio BioExpress
un panetto di feta da 200 g
100 g di ricotta vaccina
50 g di burro
3 uova intere
sale
olio extravergine di oliva
semi di chia Melandri Gaudenzio

Lavate per bene il cavolo e mondatelo. Mettete sul fuoco una padella con un filo di olio e fate appassire il cavolo viola tagliato a listarelle fino a quando non sarà cotto. Aggiustate di sale.
Preparate il ripieno con il cavolo viola tritato grossolanamente al coltello, la feta sbriciolata e la ricotta. Quando questi ingredienti saranno ben amalgamati aggiungete le tre uova precedentemente sbattute.
Fate fondere il burro e poi aggiungete due cucchiai di olio extravergine di oliva, mettendoli da parte in una ciotolina.
Prendete la pasta fillo e fate attenzione a mantenere i fogli sempre coperti da un foglio di pellicola per evitare che si secchino con l'aria.
Prendete una teglia a misura e tagliate un foglio di carta da forno che metterete sul fondo.

Con l'aiuto di un pennello, spennellate la base con il burro fuso e olio poi mettete un primo foglio di pasta fillo. Ogni foglio che metterete dovrà essere spennellato leggermente con il composto di burro fuso e olio. Per la base serviranno sei fogli e per la copertura altri sei fogli. A metà versate il ripieno e poi coprite e procedete come descritto fino alla fine. Ripiegate tutti i lati verso l'interno e spennellate anche loro poi decorate con dei semi di chia (o i semi oleosi che preferite).
Preriscaldate il forno a 180°C, incidete con un coltello affilato la torta in modo da ricavare 15 rettangoli. Questa torta in forno diventerà molto croccante, per questo motivo è consigliabile tagliarla prima di cuocerla. Infornate per 35 minuti o fino a completa doratura. Fate intiepidire e poi è pronta da gustare. E' ottima anche fredda!





Ciotola e tovaglietta Green Gate

Cacio e pepe è sinonimo di italianità. Questo piatto, insieme a mille altri tipici della nostra tradizione culinaria, è entrato a far parte della quotidianità. E' una pasta relativamente semplice da cucinare (se si seguono attentamente tutti i passaggi, fondamentali) e, con un tocco in più, può variare il gusto, rendendola unica e appetitosa sempre. D'obbligo usare un pecorino romano di qualità, con la crosta nera, e siate generosi quando lo aggiungete alla pasta. Deve essere "incaciata", intesi?


Ingredienti per 4 persone:
320 g di pasta tipo mezze maniche o rigatoni, se preferite, Pasta Armando
2 zucchine medio piccole biologiche BioExpress
200 g di pecorino romano di ottima qualità
sale
pepe
olio di arachide per friggere

Tagliate un paio di la zucchine a tocchetti piccoli, e tuffateli nell’olio di arachide bollente. In pochi minuti si friggeranno diventando croccanti, quindi metteteli su carta assorbente per togliere eventuale olio.

Fate cuocere la pasta in abbondante acqua, aggiungete il sale e togliete le mezze maniche almeno un minuto prima. Macinate in una pirofila il pepe e quando la pasta è pronta, trasferitela nella pirofila con l'aiuto di una schiumarola. A questo punto cominciate ad aggiungere pecorino, acqua di cottura della pasta e mescolate. Fate questa operazione in più riprese (pecorino e acqua di cottura) e così facendo arriverete ad avere una crema di pecorino che condirà le vostre mezze maniche. Impiattate e aggiungete sopra le zucchine.

Il pepe mettetelo secondo i vostri gusti, io abbondo, ma non a tutti piace il gusto troppo pungente e piccante.



Buongiorno cari amici affezionati alla cucina tipica regionale. Oggi è il 2 febbraio, quindi giorno di ricette tipiche italiane per noi de L'Italia nel Piatto. In questa nuovissima uscita vi proponiamo "Il piatto del Santo Patrono" ovvero un piatto che viene consumato o preparato in occasione di una festa patronal. Devo dire che non è stata un'impresa così semplice. Se non l'avessi già pubblictata, per la Lombardia vi avrei presentato la ricetta della Büseca (o Trippa), preparata in occasione della festa patronale di San Bassiano (19 gennaio) a Lodi.
Cercando in rete e chiedendo quà e là, ho scoperto invece questo piatto tipico dell'oltrepò pavese, noto come 'Tagliatelle alla Santa Giuletta" dal nome del paese in provincia di Pavia da cui sembra essere originario.
Questo piatto è legato a una leggenda (quanto mi piacciono queste cose): il 19 maggio 1859 il marchese e Ciambellano Imperiale Lorenzo Isimbardi, di ritorno da un giro di perlustrazione nelle sue campagne, si trovò ad avere come inattesi ospiti quattro ufficiali piemontesi e francesi, tra questi anche il conte Corrado Cravetta di Villanovetta dei Cavalleggeri del Monferrato. Mentre il marchese intratteneva gli ospiti, vennero raggiunti da due ufficiali austriaci del reggimento Ulani delle Due Sicilie, anche loro in visita di cortesia. L’atmosfera era molto critica perché gli ufficiali erano di due opposte fazioni, le stesse che, il giorno seguente, avrebbero combattuto la famosa battaglia di Montebello (20 maggio 1859). Il marchese, imbarazzato e preoccupato per la situazione, decise di invitare tutti a gustare i piatti locali e ordinò ai cuochi di cucinare, tra le tante altre specialità, anche questo primo che suscitò apprezzamenti da parte dei commensali che, almeno per quel momento, mise tutti d’accordo. Quando la cucina fa miracoli...
Ma passiamo alla ricetta, la cui realizzazione è molto semplice e veloce.


Ingredienti per 4 persone:
500 g di tagliatelle all’uovo fresche
250 g di lingua salmistrata
150 g di prosciutto crudo a fette
150 g di sedano verde bio BioExpress
100 g di burro
sale
pepe

Tagliare la lingua salmistrata a fettine e poi a listarelle sottili insieme al prosciutto crudo. Tagliare il sedano a fiammifero.
In un tegame antiaderente fondere il burro e rosolare per 10 minuti la lingua salmistrata, il prosciutto e il sedano.
Lessare le tagliatelle in abbondante acqua salata, sgocciolarle al dente, trasferirle nel tegame e spadellatre con il sugo.
Completate con abbondante pepe macinato fresco.




E ora vediamo cos'hanno preparato le regioni restanti...

Piemonte: Pane di San Gaudenzio
Lombardia: Tagliatelle alla Santa Giuletta
Trentino: Torta gradela alle pere per Sant’Antonio
Friuli Venezia Giulia: Frico di patate
Veneto: Dolce Sant’Antonio
Emilia Romagna: Le scarpette di S. Ilario
Liguria: Pane Martino
Toscana: Marzapane di Pietrasanta
Marche: Ciambella all’anice di Santa Lucia
Umbria: Polpette di Sant’Antonio
Lazio: Biscotto di Sant’Antonio 
Molise: U pappone - il pappone ricetta termolese
Campania: I cicci di Santa Lucia
Puglia: Il gallo di Sant’Oronzo
Basilicata: Polpette povere di San Gerardo
Calabria: Lagane e ciciri
Sicilia: Bocconcini di Pesce Spada a Ghiotta per la Madonna della Lettera
Sardegna: Sa Cogone de Pistiddu
 
Italia nel piatto: https://litalianelpiatto.blogspot.com/
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L'autore di questo blog non utilizza cookie di profilazione, né  risponde di  quelli eventualmente  installati da terze parti ai quali  non ha accesso. Ai sensi del punto 2 del provvedimento del Garante della  privacy "Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e  l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie" - 8 maggio 2014  [3118884] Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014. Questo blog non costituisce una testata giornalistica. Non ha carattere   periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità  dei  materiali. Pertanto non può essere considerato in alcun modo un   prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.<div>Tutti i   diritti relativi a fotografie e immagini presenti su questo blog, sono   di mia esclusiva proprietà (Chiara Rozza) e non è autorizzato l'utilizzo   di alcuna foto  in siti o in spazi non espressamente autorizzati da  me.

Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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