Kucina di Kiara
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E dopo il risotto con i pistacchi, è la volta di qualcosa di dolce… dei biscottini! Beh, vista la stazza, il temine corretto sarebbe biscottoni… la ricetta l’ho trovata sul sito www.pistacchiobronte.it. Premetto che, i pistacchi che ho utilizzato io, non sono di Bronte (purtroppo); nel mio supermercato di fiducia non se ne trovano; ho dovuto accontentarmi di “semplici pistacchi semplici”. Spero di non aver compromesso il risultato: da come li mangia Ale direi di no! ;-D

Ecco la ricetta:
1 uovo
100 gr di olio di semi (la prossima volta ne metterò meno perchè, secondo me, sono eccessivi 100 gr)
100 gr di zucchero semolato
50 gr di zucchero di canna (io non l'ho messo... non l'avevo uffiiiiiiiii)
1 cucchiaio di estratto di vaniglia (io mezza fiala)
100 gr di pistacchi tritati
180 gr di farina
100 gr di cioccolato bianco a pezzetti

Procedimento:
riscaldate il forno a 160°. Lessate per uno o due minuti i pistacchi in acqua bollente, per poterli spellare con più facilità (odio questa operazione! La odio! La odio! La odio!). quindi spellarli e tostarli in una padella antiaderente per qualche minuto. Quindi in una ciotola capiente mescolare tutti gli ingredienti versandoli nel recipiente nell’ordine in cui sono elencati nella lista degli ingredienti. Formare delle palline di impasto aiutandosi con un cucchiaio e deporle su una teglia rivestita di carta forno, a debita distanza l’una dall’altra. Cuocete nel forno caldo per circa 10-15 minuti.


Pistacchi, pistacchi, pistacchi… è la prima volta che mi presto a cucinare qualcosa con questo ingrediente; non so da cosa è nata l’idea… devo aver visto qualche particolare ricettina sul blog di qualcuno, che mi ha incuriosito; sta di fatto che stasera avevo voglia di sperimentare questo sfizioso risottino trovato in un pieghevole contenuto nel “Cucchiaio d’Argento”; devo dire che, contrariamente alle aspettative, il primo piatto ha appagato abbondantemente le aspettative del palato. Provatelo, ne vale la pena!

Ingredienti per 4 persone:

300 gr di riso Carnaroli
80 gr di pistacchi
100 gr di pancetta affumicata
1 bicchiere di vino bianco secco
brodo vegetale
1 scalogno
olio evo
sale
pepe

Mettete a bagno i pistacchi nell’acqua tiepida e poi togliete la pellicina che li avvolge (ed ho scoperto che è un lavoraccio: è ufficiale, odio togliere la pellicina ai pistacchi! Non mi passava più!). in una casseruola scaldate due cucchiai d’olio, fatevi sfinire lo scalogno tritato finemente e quando è diventato trasparente aggiungete il riso. Mescolate, spruzzate il vino, fate evaporare. Portate il riso a cottura versandovi un mestolo di brodo caldo alla volta. Nel frattempo in un padellino scaldate un cucchiaio di brodo e, a fuoco vivace, fatevi saltare la pancetta a cubetti giusto il tempo che la parte grassa diventi trasparente. Ritirate e tenete da parte in caldo. Quando il risotto è quasi cotto unite la pancetta e metà pistacchi. A fine cottura ritirate e insaporite con pepe e sale. Versate il risotto sul piatto da portata, cospargete con i restanti pistacchi tritati.


L’altra sera ho preparato questa deliziosa frittatina, dal momento in cui avevo un cespetto di radicchio che dal frigo mi faceva l’occhiolino; la ricetta prevedeva il doppio della quantità di radicchio… io, purtroppo, ho dovuto accontentarmi di quello che avevo. Niente di che, una frittata normale, però sono stata contenta di cucinarla. Quando l’ho detto a Giannina, mi ha guardato con un fare incerto da sotto gli occhiali; mi ha detto “Ma cosa fai, una frittata col radicchio? Mai sentita! Prendi gli spinaci, li ho freschi nel frigo, sicuramente viene più buona”… invece mammina mia, stavolta ti devo smentire: il nostro buon radicchio ha fatto la sua sporca figura!

Ingredienti per 3 persone:
3 uova
2 cespi di radicchio trevigiano
250 ml di panna fresca (è la prima volta che uso la panna nella frittata… so che tante storceranno il naso, però è venuta molto buona e delicata)
150 gr di parmigiano
½ cipolla
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
una noce di burro
sale
pepe

lavate il radicchio con acqua fredda corrente e tagliateli a striscioline sottili. In una terrina mescolate bene la panna col parmigiano grattugiato e le uova, precedentemente sbattute in una tazza; unite anche il radicchio e insaporite con sale e pepe. Mescolate con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una crema omogenea. In un’ampia padella fate dorare la cipolla affettata finemente nel burro con l’olio, quindi versatevi il composto di uova, panna e radicchio e cuocete a fuoco basso, voltando da ambo i lati per completare la cottura.


Ecco che oggi vi presento un’altra variante delle crespelle, questa volta arrotolate su se stesse e tagliate in quattro parti. Per il procedimento su come realizzare la pastella, vi rimando alla precedente ricetta, postata poco tempo fa; anche il ripieno è simile solo che, al posto degli spinaci, ho usato gli asparagi selvatici, che Mario e Giannina raccoglievano quest’estate, durante le loro passeggiate mattutine, lungo le rive dei campi. Era l’ultimo sacchetto che avevo nel congelatore e, dovendo scegliere se fare una frittata o una teglia di crespelle, ho preferito quest’ultime. Le ho condite poi con una semplice besciamella, anche se Giannina avrebbe preferito il sugo di pomodoro...



L’orto di Mario ha smesso ormai da un po’ di dare alla luce le sue splendide zucchine; non si sapeva più in che salsa cucinarli sti’ benedetti ortaggi… bene, adesso si è messo a produrre radicchio, sempre in quantità industriali; fortunatamente il radicchio, come la zucchina, sono verdure che non riesco a odiare, anche dopo averne mangiate a dismisura… buon per lui e per me! La prima ricetta che inaugura la stagione “radicchiosa” è questo squisitissimo risotto! Dai sapori nettamente decisi (vedi speck e taleggio) in perfetta sintonia tra loro.

Ingredienti per 2 persone (le mie dosi sono sempre abbondanti…):

150 gr di riso Carnaroli
7/8 foglie di radicchio rosso
80 gr di speck
100 gr di taleggio DOP (scarsi, perché buona parte è finita nel pancino di Ale prima di riuscire a metterlo in pentola)
400 ml di brodo vegetale
½ cipolla
2 cucchiai di parmigiano
15 gr di burro
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva

Procedimento:

Tritate la cipolla e soffriggetela in una casseruola con l’olio d’oliva. Unite lo speck e il radicchio tagliati a striscioline, lasciate stufare per alcuni minuti, quindi aggiungete il riso e fatelo tostare. Versate il brodo poco alla volta e cuocete a fiamma moderata per 20 minuti, continuando a mescolare. Tagliate il taleggio (e nascondetelo se non volete trovarvi quasi senza) a dadini e unitelo al riso qualche minuto prima della fine della cottura. Mantecate il risotto con il burro e il parmigiano grattugiato; lasciate riposare alcuni minuti e servite.



E’ uscita ancora la Parodi che c’è in me ragazze… oramai la rubrica di “Cotto e Mangiato” è diventata come una soap opera; tutti i giorni, alle 13, zitti tutti, papà tu vai in soggiorno a guardarti la tv che io e Giannina dobbiamo sentire cosa cucina di buono Benedetta; la ricetta che riporto di seguito è una sfoglia farcita con melanzane grigliate, pomodori e mozzarella (che non trovo sul sito della Parodi... uffi); un buon piatto unico senza pretese, qualcosa di alternativo alla pizza. L’unica cosa da non fare è mettere dentro la farcitura la mozzarella; sapevo che “faceva acqua” ma l’ho messa ugualmente; il risultato non è stato compromesso, ho usato dell’ottima mozzarella di bufala, molto saporita, ma ho dovuto aspettare che la torta intiepidisse prima di tagliarla; la prossima volta, sicuramente, userò un formaggio tipo taleggio o scamorza.

Ingredienti:

2 rotoli di pasta sfoglia
2 melanzane tagliate a fette sottili, grigliate
2 pomodori
1 mozzarella di bufala (preferite scamorza o taleggio o quello che avete in casa)
origano
sale
pepe

Srotolate la pasta sfoglia e riponetela in una teglia; bucherellate il fondo; adagiatevi le fettine grigliate di melanzana, i pezzetti di pomodoro (io li ho pelati e scolati per bene prima, per permettere loro di buttar fuori tutta l'acqua), la mozzarella tagliata a fettine, una spolverata di origano, sale e pepe. Ricoprite con l'altra sfoglia; sigillate bene i bordi e spennellate la superficie con dell'uovo sbattuto. Infornate a 180° per 20 minuti circa, regolatevi con il vostro forno.


Questo post che state per leggere è uno dei tanti, stile “gnocchi di patate”, ossia, se adorate le ricette superipercomplicate, quella che state per leggere non fa per voi! ;-)
Se invece andate matti per le cose semplici, buone, che sanno di casa, che vi ricordano la vostra infanzia, quando guardavate la mamma o la nonna mentre impastava… ecco, questa crostata fa per voi. E’ una banalissima crostata di pasta frolla con la marmellata di pesche che ho in dispensa, postata qualche tempo fa.
P.S. – Ziopiero, se avessi pubblicato il tuo video qualche giorno prima, la mia bocca avrebbe risparmiato un bel po’ di parolacce mentre stendevo la mia frolla…. Ahahahahaha.

Ingredienti:

300 gr di farina
150 gr di burro
150 gr di zucchero
3 tuorli
la scorza grattugiata di un limone
½ bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale
marmellata di pesche

Procedimento:

Intridere la farina con il burro fatto a tocchetti, aggiungere lo zucchero, il pizzico di sale, il lievito, i tuorli e la scorza del limone grattugiata. Lavorarla velocemente a mano, formare una palla e metterla a riposare in frigo. Io, generalmente, preparo sempre la frolla il giorno prima.
Stendere quasi 2/3 della torta in una teglia, spalmare il fondo di marmellata e ricoprire di striscioline incrociate formate con la pasta rimanente.
Infornare a 180° per 30’.


Se vi aspettate di leggere una ricetta di gnocchi realizzati con qualche particolare connubio di farine, fermatevi qui e cambiate blog. La ricetta che propongo è la più classica delle classiche per la preparazione degli gnocchi di patate, tratta dalla pagina 117 de “La Cucina Italiana” di ottobre 2010, su consiglio dello chef Walter Pedrazzi.

Riporto di seguito quanto scritto sulla rivista:

Le patate devono essere di pasta compatta e farinosa e non novelle (io ho usato delle patate di montagna che porta a casa mio fratello quando va in vacanza sul Monte Asiago): per 6 porzioni ne servono kg 1. Lessarle per circa 40’ (se di grandezza media) e pelarle quando sono ancora calde. Passare le patate allo schiacciapatate, unire gr 250 di farina, sale e, volendo, poca noce moscata. Lavorare rapidamente farina e patate sino ad ottenere un impasto omogeneo, ma senza esagerare perché gli gnocchi potrebbero diventare gommosi. Tenendo sempre ben infarinato il piano di lavoro, dividere l’impasto in 6 parti che andranno stese formando altrettanti cordoni di un paio di centimetri di diametro. Tagliare i cordoni a pezzetti per formare gli gnocchi. Pressare gli gnocchi con il dito pollice sui rebbi della forchetta per rigarli: questo passaggio permetterà di trattenere meglio i sughi lisci e oleosi come pomodoro, pesto, burro e salvia. Per condimenti più corposi si possono anche tenere lisci senza rigarli. Lessare gli gnocchi in abbondante acqua bollente e salata. Appena salgono in superficie scolarli con una schiumarola e porli in una terrina per condirli. Oppure, per conservarli due o tre giorni in frigorifero, immergerli in acqua fredda, poi scolarli freddi e ungerli leggermente. Per la conservazione degli gnocchi nel congelatore (6-8 settimane), allinearli crudi in un vassoio e farli congelare per un’ora, quindi riporli in un sacchetto per la conservazione in freezer. Successivamente si procederà come se fossero freschi immergendoli cioè in acqua bollente, salata, senza farli prima scongelare.


Oggi è un giorno speciale per il mio dolce amore… compie gli anni: 30 anni! Data fatidica… si dice che dopo i trent’anni uno mette la testa a posto… fortunatamente non è il caso di Ale, lui la testa ce l’ha già sulle spalle! E mercoledì, 13 ottobre, è la volta del mio babbo, che di anni ne compie ben 76… auguri Mario!!! Per un occasione così speciale dovevo pensare ad una torta speciale! Purtroppo non sono ancora in grado di preparare quelle splendide torte zuccherose, col marzapane, che vedo nei vari foodblog e allora l’idea è venuta sfogliando l’ultimo numero di ottobre de “La Cucina Italiana”: Torta di frolla e biscotto al cioccolato e pere; sotto al titolo la scritta: per esperti (???)… aiuto… la leggo, la rileggo, la straleggo, la imparo quasi a memoria quasi fosse una poesia di Leopardi e alla fine mi decido: ce la posso fare! E diciamo che si, ce l’ho fatta! Non sarà bella come quella della rivista ma buona si! Erano tutti contenti! L’unica mia variante è stata omettere il Calvados, che non piace a nessuno, e utilizzare una teglia dal diametro di 26 cm anziché 22 (quindi il tutto è risultato “più basso”).

Ingredienti per 12:

Pasta frolla: gr 130 farina, gr 80 burro, gr 50 zucchero a velo, 2 tuorli, mezza bustina di vanillina, scorza grattugiata di limone, sale.

Crema al cioccolato: gr 300 latte, gr 90 zucchero, gr 80 cioccolato fondente, gr 50 panna fresca, gr 15 farina, 3 tuorli, 3 chicchi di caffè (che io non ho messo perché non li avevo e non mi sembrava il caso di comprarne un pacco intero per soli 3 chicchi…), mezzo baccello di vaniglia, sale.

Pasta biscotto: gr 75 farina 00 più un po’, gr 75 zucchero, gr 25 farina di mandorle, 2 uova, burro, sale.

Per completare: 3 pere gr. 230 cad., gr 300 panna fresca, Calvados gr. 50, burro, zucchero (io di canna), zucchero a velo, cacao.

Procedimento:

Pasta frolla: lavorate gli ingredienti e lasciate riposare l’impasto per 15’. Stendetelo in un disco (diam. cm 22 ma io 26), poggiatelo su una teglia coperta con carta da forno, bucherellatelo e inforna telo a 180° per circa 15 min.

Crema al cioccolato: scaldate il latte con la panna, gr 45 di zucchero, i chicci di caffè (che io non ho messo) e la vaniglia. Al bollore versa telo, filtrando, sui tuorli battuti con lo zucchero rimasto, un pizzico di sale, la farina e il cioccolato a pezzi. Riportate sul fuoco e cuocete per circa 3’ dalla ripresa del bollore.

Pasta biscotto: montate le uova con lo zucchero e un pizzico di sale per circa 12’, poi unite le farine e amalgamate. Imburrate una teglia e copritela con carta da forno imburrata e infarinata; poggiatevi un anello (diam. cm. 22 io 26) imburrato e infarinato e versatevi il composto. Infornate a 180° per 12’ e fate raffreddare.

Per completare: spuntate le pere dividendole quasi a metà, sbucciate le punte e tagliatele a dadini, rosolatele un minuto in una noce di burro color nocciola poi mettetele a marinare nel Calvados. Tagliate a fettine sottili le basi delle pere e disponetele sovrapposte “a mazzo di carte” su una teglia coperta di carta da forno; spolverizzate di zucchero (io di canna) e caramellatele sotto il grill. Spalmate la crema sul disco di frolla, poi distribuitevi le pere, sgocciolate; coprite con il disco di pasta biscotto e bagnatelo con il Calvados delle pere. Montate la panna e con una tasca da pasticciere guarnite la torta; completate con le fettine di pera caramellate e spolverizzate con cacao e zucchero a velo.


Il freddo sta arrivando, uffi, uffi, uffi! Non mi piace l’autunno e nemmeno l’inverno! Ma purtroppo è una ruota che gira, ogni anno, a sancire il tempo che passa, gli anni che se ne vanno… nonostante il clima, l’orto di papà Mario continua a dare i suoi frutti; anche se in quantità minore, le zucchine ci sono ancora! E allora perché non utilizzarle, questa volta, per una bella torta salata? Generalmente, accompagnate dallo speck, le utilizzo come condimento di una pasta fredda estiva; ma come accennato pocanzi, le temperature stanno scendendo, quindi meglio qualcosa di caldo o tiepido per i nostri pancini….

Ingredienti "a occhio":

1 rotolo di pasta sfoglia surgelata (io rotonda)
2 grosse zucchine (io trombetta)
1 fetta spessa di speck tagliata a listarelle
1 scalogno
grana grattugiato
3 uova
2,5 dl di panna
qualche sottiletta
sale
pepe
olio extra vergine di oliva

Stendete la pasta a disco e adagiatela in una tortiera, precedentemente coperta da carta forno. Bucherellare il fondo. Tagliate a rondelle le zucchine e fatele saltare in una padella con olio e scalogno tritato. Aggiungetevi lo speck e regolare di sale e pepe. In una ciotola sbattere le uova con la panna, il grana grattugiato e un pizzico di sale e pepe. Distribuite le zucchine e lo speck sulla superficie della sfoglia. Versate sopra il composto di panna e uova e qualche sottiletta o formaggio a pasta dura se volete...Infornate a 180° per una ventina di minuti... Buon appetito!




La Gianna ha colpito ancora… ha fatto nuovamente i ravioli! Evviva! E tutti noi, pronti lì a preparare il pancino come si deve… certe prelibatezze vanno accolte come si deve! Questa volta, il ripieno, ha lasciato spazio al radicchio che si è incontrato con lo speck e la ricotta. Non vi dico che bontà… no, non ve lo dico, dovete assolutissimamente provare a farli… io ho la fortuna di avere Giannina che li fa al posto mio! Secondo me si è presa bene anche lei con questa storia del blog! Non è MAI successo che facesse due tipi diversi di ravioli nel giro di una decina di giorni! Lei non me lo dice, ma è lusingata all’idea che io metta le sue ricette su internet; poi lei è una che quando si mette a far ravioli, ne “sforna” circa 300 per volta! Per questo dico che è strano… e a noi figli tocca l’arduo compito di mangiarli…. Ahahahahahaha!

Per questo ripieno, in una pentola con un trito di cipolla e un cucchiaio d’olio, ha fatto saltare il radicchio tagliato grossolanamente (non chiedetemi “quanto” radicchio, forse una testa, non so di preciso… lei risponde “un po’”), al quale poi ha aggiunto una bella fetta di speck spessa 4/5 mm, tagliata anch’essa in modo grossolano. Una volta cotto il tutto, l’ha lasciato raffreddare, per poi sminuzzarlo con la mezzaluna su di un tagliere. Questo ripieno l’ha spostato in una ciotola, ha aggiunto una vaschetta di ricotta da 250 gr, un uovo, un bel cucchiaio abbondante di grana grattugiato, sale, pepe, mescolato per bene e riposto sulla pasta fresca dove è andata a formare i singoli ravioli.

Dalla foto, vedete che sono ancora crudi…non ho ancora studiato il condimento! Per ora sono nel freezer. Se avete suggerimenti che vanno al di là del classico burro e salvia, o burro chiarificato, sono qui che aspetto! ;-D


Ho fatto i bignè… non ci credevo nemmeno io, ma alla fine li ho fatti! Come successo per le merighe, avevo qualche perplessità nella preparazione di questi dolci, le mie solite “seghe mentali”… ce la farò? Non sono troppo difficili per me? Ecc… ecc… invece devo incidermi nella mente a caratteri cubitali che niente è impossibile, basta volerlo! Certo, essendo i primi che faccio, sono un po’ bruttini a vedersi, ma il sapore, quello si…è uguale ai bignè che compri in pasticceria! Quindi una bella soddisfazione…

Ingredienti (per circa 40 bignè):


4 uova
100 gr di burro
150 gr di farina
10 gr di zucchero
sale

Portate a bollore, in un tegame, 2,5 dl di acqua con il burro tagliato a pezzetti, lo zucchero e un pizzico di sale. Levate dal fuoco, unite la farina setacciata e rimettete a cuocere, mescolando, fino a quando il composto tende a staccarsi dalle pareti. Lasciate intiepidire e incorporate le uova, uno alla volta, solo dopo che il precedente è stato assorbito. Inserite l’impasto in una tasca da pasticciere con bocchetta liscia (oppure aiutandosi con un cucchiaino) e formate tanti mucchietti rotondi distanziati su una placca foderata con carta forno. Infornate a 200°C e fate cuocere i bignè per 20 minuti (a me ne sono bastati 15’). Levateli e lascia teli raffreddare. Preparate una crema pasticcera:

2 tuorli
50 gr di zucchero
15 gr di farina
2,5 dl di latte
vaniglia o buccia di limone grattugiata

In una casseruola lavorate i tuorli con lo zucchero, usando il cucchiaio di legno. Aggiungete a poco a poco la farina, senza smettere di mescolare, finchè il composto risulta amalgamato. Versate poco per volta, e sempre girando, il latte bollente in cui avete messo un po’ di vaniglia oppure un po’ di buccia di limone grattugiata (per me quest’ultima). Ponete sul fuoco, continuate a mescolare, fate sobbollire per 3-4’. Lasciate intiepidire e con una siringa da pasticcere farcite i bignè con la crema.


Come ho scritto anche sulla mia pagina di Facebook: “Avere a cena le tue più care amiche… non ha prezzo!” Si, ogni tanto ci vuole una bella chiaccherata come si deve tra donne, senza l’ombra di uomo che s’intrometta! Approfittando del fatto che Ale era fuori casa per una partita di calcio, ho invitato Paola e Sonia a cena… quando c’è sintonia, il tempo vola; ti accorgi che fai tardi solo quando rientra lui! ;-D ... E allora tutte a nanna, ognuna a casa sua, con la promessa di rivedersi al più presto (vero Sonia?). Per l’occasione, ho estratto dal freezer la mia bella pirofila di crespelle ricotta e spinaci, accompagnata da una torta salata, la cui ricetta mi è stata passata dalla mia cognatina Elisa che, in fatto di cucina, la sa lunga.

PS - Ah, dimenticavo, scusate, ma questa volta le foto non sono una bellezza... ero di fretta, arrivavano le mie amiche! ;-)

Ingredienti per la pasta briseè al rosmarino:

300 gr di farina
150 gr di burro
rosmarino tritato
sale
75 gr di acqua

Ingredienti per la farcitura:

200 gr di funghi champignon
200 gr di taleggio
150 gr di prosciutto crudo
olio di oliva
cipolla
aglio
sale
pepe
prezzemolo

Preparare la pasta briseè: impastare la farina con il burro freddo a dadini e intridere il composto ottenuto con l’acqua e il sale, lavorando il tutto velocemente; far riposare la pasta in frigorifero per almeno un’ora. Soffriggere in un tegame la cipolla tritata e l’aglio, aggiungere i funghi tagliati a listarelle, il prezzemolo e aggiustare di sale e pepe. Una volta trascorso il tempo necessario per far riposare la pasta, rivestire uno stampo da crostate dal diam. di 26 cm., precedentemente imburrato e infarinato; bucherellare il fondo della pasta; far cuocere a 180° per 25/30 minuti, ricoprendo il guscio di fagiolini secchi o appositi pesi. Sfornare e farcire subito con il taleggio tagliato a tocchetti, sopra mettervi i funghi e da ultimo il prosciutto crudo. E’ squisita! Forse in assoluto la mia torta salata preferita. Brava Elisa!
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Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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