Kucina di Kiara
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Oggi su Kucina di Kiara un'altra ricetta semplice e di sicura riuscita: il fudge. La ricetta l'ho trovata sul fantastico libro della cuoca-modella Lorraine Pascale "La mia cucina easy", che personalmente adoro! Ma torniamo al nostro dolcetto, nel vero senso della parola. Si tratta di un dolce tipico  anglosassone che contiene una notevole quantità di zuccheri, cosa che ne fa un prodotto decisamente energetico e non adatto ai malati di diabete. Paparino mio quindi stanne alla larga! 
Ci sono moltissimi tipi di fudge, con tantissime varianti anche per quel che riguarda il sapore; una storiella, divertente e un po’ … poco chic :-), sostiene che il primo fudge si sia creato quasi da se, a causa di un pasticcio con un lotto di caramels, immagino siano state tipo mou, o toffee, o simili e che il nome verrebbe proprio dall'esclamazione “Oh, fudge!” di chi del pasticcio si accorse per primo.
Del fudge al cioccolato vero e proprio invece, si legge per la prima volta in una lettera scritta nel 1886 da una giovane studentessa del Collegio Vassar, nello stato di New York, che racconta ad un’amica, che una sua conoscente di Baltimora, ha preparato del fudge e lo ha venduto per ben 40 centesimi al chilo. Così lei, avendo avuto la ricetta, ne aveva preparati 14 chili per la sua festa di laurea! Il dolcetto ottenne così tanto successo e divenne così celebre, che una delle sue più conosciute versioni ancora oggi porta il nome del Vassar College.

In questa versione di fudge, la cara amica Lorraine ha utilizzato, per dare quella particolare consistenza al dolcetto, i tanto amati (almeno da me) marshmallows, creando così una crema morbida e densa che non necessita l’aiuto di strumenti di precisione, in particolare il termometro, e che assicura un risultato perfetto. In effetti la preparazione così è veramente veloce e di sicura riuscita.
Vi servirà uno stampo quadrato 20x20 cm.
Ingredienti per  25 pezzi:
70 g burro
300 g di zucchero di canna chiaro
120 g latte condensato
220 g di piccoli marshmallow
300 g di cioccolato al latte grattugiato
75 g di cioccolato fondente grattugiato al 60% per cento
olio per ungere la teglia
Ungete la teglia e poi ricopritela con un foglio di carta da forno, assicurandovi che la carta fuoriesca dai bordi per facilitare l'estrazione del fudge una volta pronto.
Mettete il burro, il latte condensato, lo zucchero e i marshmallow in un pentolino a fuoco basso e fate fondere delicatamente. Appena lo zucchero si è sciolto completamente, alzate il calore e fate sobbollire per 5/6 minuti. Togliete la casseruola dal fuoco e aggiungete il cioccolato spezzettato. Lasciate  riposare il composto per un minuto e poi mescolate bene finché tutto Ã¨ completamente sciolto e amalgamato. Versate il fudge nella teglia preparata e lasciate riposare per un paio d'ore. Quando è sodo, ritagliatelo in 25 quadretti e servite. 


So che magari sono monotona perchè ve l'ho già proposto qui, ma questo sushi all'italiana merita davvero tanto! Sono un'amante del classico sushi giapponese. Appena possiamo, io e mie amiche, organizziamo cene nei vari ristoranti della zona, only girls, senza uomini in mezzo ai piedi. Un'ottima occasione per stare in compagnia e mangiare dell'ottimo pesce! Ma questa simpatica versione italianizzata è una vera e propria furbata quando si hanno ospiti a cena oppure si vuole organizzare una festicciola tra amici. Andranno letteralmente a ruba! Credetemi! Nella prima versione avevo usato una farcitura a base di formaggio fresco, salmone affumicato e rucola. Qui ho mantenuto il formaggio, ma ho sostituito il pesce al prosciutto cotto, guarnendo con songino e mini cetrioli! Anche la "panatura" è cambiata. Ai classici semi di papavero, ho aggiunto le versioni ai semi di chia e di sesamo. Direi che ora ce n'è per tutti i gusti!



Ingredienti:
formaggio spalmabile
pane per tramezzini (quello senza crosta)
songino
prosciutto cotto
mini cetriolini Citres
semi di papavero Melandri Gaudenzio
semi di chia Melandri Gaudenzio
semi di sesamo Melandri Gaudenzio
Preparazione:
Lavorare il formaggio a crema con una spatola. Appiattire bene le fette di pane con un mattarello. Spalmare ogni singola fetta con la crema di formaggio e adagiarvi sopra il prosciutto cotto, qualche fogliolina di songino e al centro, in fila per il lungo, i mini cetriolini (vanno anche bene altre verdure tagliate a listarelle, come carote, zucchine, ecc...purchè prima abbiate l'accortezza di sbollentarle). Arrotolare le fette di pane ben strette, avvolgere i rotoli ottenuti con la pellicola trasparente e metterli in frigo per almeno un'ora. Trascorso il tempo, eliminare la pellicola e tagliare i rotoli a fette spesse due cm circa. Spalmare la superficie esterna dei rotolini con un po' di formaggio spalmabile, quindi ripassarli nei semi.


Oggi su Kucina di Kiara la ricetta semplice del Pane di Segale, tratta dal libro "Pane Rustico" di Cathy Ytak che vi consiglio vivamente se, come me, adorate fare il pane in casa senza macchina, nel forno tradizionale.
In questo caso possiamo parlare di "segalata", ovvero quando la percentuale di farina di segale e farina di grano è uguale. E' un pane dal sapore decisamente rustico, ottimo con il burro.

Ingredienti (a temperatura ambiente):
250 g di farina di segale Molino Soncini Cesare
250 g di farina di grano tipo 1 fine Molino Soncini Cesare
(se non avete questo tipo di farina, va bene anche una farina di grano tipo 0)
330 ml di acqua
20 g di lievito madre disidratato (oppure potete usare 150 g di lievito madre fresco o 20 g di lievito di birra fresco o 10 g di lievito di birra disidratato)

IMPASTATURA A MANO
Mescolate tutti gli ingredienti aggiungendo l'acqua, poco per volta, poi lavorate l'impasto per 10' con i palmi delle mani fino a quando diventa elastico e si stacca dalle dita.

IMPASTATURA IN PLANETARIA
Mettete tutti gli ingredienti nella ciotola della planetaria munita di gancio impastatore e impastare per 3' a bassa velocità, poi per 7' alla massima velocità.

Trasferite l'impasto ben infarinato in una ciotola profonda e infarinata, coprite con un panno umido e fate lievitare in un luogo tiepido, al riparo dalle correnti d'aria, per circa 2 ore. Togliete l'impasto e lavoratelo delicatamente per 1', poi formate un pagnotta. Deporre il pane su di un panno infarinato (meglio se di lino) e lasciarlo riposare altre 2 ore.

Preriscaldare il forno a 220°C (statico). Rovesciate delicatamente l'impasto sulla placca da forno infarinata e inciderlo per il lungo. Infornare immediatamente, spruzzare un po' d'acqua bollente sulla leccarda per creare vapore, poi chiudere la porta del forno. Cuocete dai 30 ai 40' senza aprire il forno. Lasciare raffreddare su una gratella.

Note: il pane di segale è un pane che lievita molto meno di un pane bianco. E' molto più difficile da impastare, in quanto l'impasto rimane molto colloso. Ma ne vale la pena.



Kucina di Kiara oggi vi porta in Inghilterra, precisamente nella cittadina di Bakewell, che dà il nome a questo squisito dolce britannico, ovvero la Bakewell Tart, una torta composta da un guscio di frolla con marmellata e crema alle mandorle.
La ricetta l'ho trovata su uno dei libri di Benedetta Parodi, ma è facilmente reperibile anche su internet.


Ingredienti 8 persone:

Per la frolla:
100 gr di burro
200 gr di farina per dolci 00 Molino Rossetto
40 gr di zucchero a velo
2 tuorli
sale

Per la farcitura:
125 gr di burro
125 gr di zucchero semolato
125 gr di mandorle in polvere
un cucchiaino di estratto di vaniglia
1 fialetta di essenza di mandorle (opzionale)
3 uova
marmellata di fragole qb (per me Fiordifrutta Rigoni di Asiago)
mandorle a lamelle qb 

Procedimento:
Preparare la frolla mescolando tutti gli ingredienti nel mixer, formare una palla e metterla a riposare in frigo un paio d'ore (io l'ho preparata la sera prima).
Stendere la frolla foderando una tortiera bassa (io ho usato la praticissima tortiera per crostate Guardini), bucherellarla bene e cuocerla per 15 minuti in forno a 180°C.
Preparare la crema mescolando il burro con zucchero, mandorle tritate, uova, essenza di mandorle (opzionale) e l'estratto di vaniglia.
Stendere uno strato abbondante di marmellata sulla base del guscio di frolla, poi versare tutta la crema di mandorle ottenuta.
Completare con lamelle di mandorle e rimettere in forno a 180°C per altri 20 minuti. 



 



Oggi in cucina vi offro delle squisitissime triglie. Confesso di non averle mai cucinate, ma assaggiate si. Ricordo di una cena bellissima, con amici, a Dolcedo (in provincia di Imperia). Il ristorante si chiamava (e si chiama tuttora) Osteria dell'Anima Golosa e la particolarità era il dehor a picco sul fiume. Abbiamo cenato all'esterno, in questo meraviglioso contesto, e mi furono serviti questi delicatissimi gnocchetti accompagnati ad un sugo di triglia. Cosa ve lo dico a fare se li ricordo ancora come fosse ieri?
In questa ricetta ho voluto rendere omaggio a questo pesce dal sapore deciso. Le triglie sono considerate tra i pesci più pregiati e versatili. Le loro carni sono squisite e delicatissime, da cuocere velocemente. Accompagnate a questa crema di cipolle di Tropea, hanno raggiunto la bontà degli gnocchetti.

Ingredienti per 4 persone:
600 g di filetti di triglie
2 cipolle rosse di Tropea
olio extra vergine di oliva Dante
olive nere denocciolate Citres
sale

Pulite le cipolle e tagliatele in quarti, quindi lessatele in acqua leggermente salata; scolatela, raccoglietela nel bicchierino del frullatore e frullate unendo a filo l'olio necessario a ottenere una crema omogenea. Aggiustate di sale.

Scaldate per bene una piastra, disponete i filetti di triglia e grigliateli per un paio di minuti. Condite con un pizzico di sale. Distribuite la crema di cipolle nei piatti da portata e adagiate sopra i filetti. Decorate con qualche pezzetto di olive nere. Condite con un filo d'olio a crudo e servite.


Tovaglietta e piatti Green Gate

I polpett di verz, italianizzate in verzini, consistono in un impasto di carne fasciato in foglie di verza; in lingua italiana si chiamerebbero involtini o polpettine nel cavolo, ma nella tradizione milanese il termine polpetta indica spesso una fettina di fesa farcita con un ripieno, ripiegata o arrotolata, di cui la foglia di verza è un surrogato economico.

Il tema del mese proposto da L'Italia nel Piatto, riguarda le Verdure invernali. La verza è presente sul mercato tutto l’anno, ma da noi si è sempre solo usata durante i mesi freddi. Scarto minimo, prezzo basso, la verza è una verdura popolare che però è bene saper scegliere e cucinare. Al momento dell’acquisto deve avere le foglie esterne color verde scuro, prive di macchie giallastre. Le foglie non devono essere troppo grosse, perché risulterebbero dure e indigeste. Prima della cottura, è necessario
privarle delle foglie esterne, troppo dure; le altre foglie, staccate una ad una, vanno lavate accuratamente sotto l’acqua corrente.

Nella gastronomia lombarda la verza ha occupato ed occupa un posto di grande rilievo, sia come contorno sia come ingrediente comprimario in minestre, piatti unici e secondi piatti molto diffusi nella regione. Il riso con le verze, le verze con le castagne e i pizzoccheri della Valtellina, la polenta con le verdure del Varesotto, il ripieno della gallina lessa. Ma il meglio di sé la verza lo dimostra nell’unione con la carne di maiale: la cassoeula, la verzada con i salamini (che nel Mantovano
prende il nome di verze imbracate) o quella con le costine e i funghi chiodini del Cremonese, dove si
prepara anche un ragù di verza (la poòla) da usare con il cotechino (un sugo simile, a Sondrio, comprende anche le patate). Nel Bergamasco si segnala la verza con la pancetta (verzi farsiti) e nel
Varesotto quella con la mortadella di fegato (pulpeti da verzi).

Fonte: Nuovo Codice della Cucina Lombarda


Preparazione per 6 porzioni

Ingredienti: 
un cavolo verza
300 g di carne di manzo o maiale già cotta
50 g di salsiccia
30 g di Grana Padano Dop grattugiato
60 g di pane raffermo
200 g di latte intero
1 uovo
prezzemolo tritato qb
30 g di cipolla
30 g di burro
40 cl di vino bianco secco
30 g di pancetta
1 cucchiaio di farina 00
1 mestolo di brodo di carne
sale qb
pepe qb

Preparazione 
Sfogliare la verza e scartare le foglie esterne.
Lavare bene le foglie rimaste e batterne il costone.
Scottare le foglie in acqua bollente e stenderle sul tavolo di cucina.
Ammollare il pane nel latte per almeno mezz’ora, poi strizzarlo.
Tritare la carne, aggiungere salsiccia, Grana, pane ammollato, uovo e prezzemolo.
Regolare di sale e pepe e amalgamare bene.
Mettere su ogni foglia di verza una noce del ripieno e avvolgere fermando con uno stecchino.
In un tegame fare imbiondire la cipolla tritata con burro e pancetta tagliata a dadini.
Infarinare gli involtini, metterli nel tegame e farli rosolare a fuoco vivace.
Bagnare con il vino bianco e il brodo.
Fare cuocere su fuoco moderato per 15-20 minuti circa girando gli involtini.
Servire con contorno di riso cotto al vapore.


Questa ricetta partecipa come ricetta della Lombardia all'evento #verdureinvernali, organizzato dal gruppo de L'Italia nel Piatto.
Partecipate anche voi. Avete tempo fino al 26 di febbraio per cucinare e postare una ricetta regionale che presenta come ingrediente principale una verdura del periodo invernale, vieni a leggere il regolamento!



...e tanti auguri a te mia piccola, grande Principessa. Oggi ti chiamerò così, e non Piccola Peste come di consueto. Oggi è il tuo giorno speciale, oggi compi la bellezza di 4 anni. Mi stai regalando tanti momenti indimenticabili e da quando ci sei tu la mia vita ha cambiato colore, assumendo tante, piccole sfumature che non conoscevo e sto scoprendo grazie a te. Buon compleanno Iris!

Per l'occasione ho preparato questa torta irresistibile, umida e golosa. Potete farcirla in base ai vostri gusti. Io ho preparato una composta di pere, ma potete sostituirla con dell'ottima crema spalmabile al cacao, oppure ancora con della marmellata. A voi la scelta.


Per l'impasto:
200 gr di cioccolato bianco
180 gr di burro
200 ml di latte
280 gr di farina 00
1 bustina di lievito
250 gr di zucchero
3 uova

Per la ganache:
200 gr di cioccolato al latte
80 ml di panna fresca

Per la farcitura:
Composta di pere*
Crema da spalmare al cioccolato al latte e noci Edelices.it

Per la decorazione finale:
Una cialda rotonda (io ho comprato al supermercato questa di Hello Kitty)
Gelatina liquida
Una confezione di bastoncini ricoperti al cioccolato tipo Togo
Confettini colorati

Procedimento:
*Preparate la composta di pere: prendete 4 piccole pere, togliete la buccia ed eliminate il torsolo. Tagliatele a pezzettini e ponetele in una pentola con una stecca di cannella, 4 cucchiai di zucchero, il succo di mezzo limone e qualche cucchiaio di acqua calda. Ponete sul fuoco e cuocete mescolando di tanto in tanto fino a che il liquido non si sarà quasi assorbito e avrete ottenuto la consistenza di una marmellata (ci vorranno circa 35-40'). Togliete la stecca di cannella e fate raffreddare.

Mettete a sciogliere il cioccolato bianco in un pentolino a fuoco basso con latte e burro. A parte unite farina, lievito e zucchero in una scodella. Unite il cioccolato bianco fuso alla farina e aggiungete le uova, mescolando delicatamente. Versate l'impasto in una teglia imburrata (io ho usato uno stampo da 26 cm con cerniera Guardini) e cuocerlo per 40 minuti a 180°C (prima di estrarre la torta dal forno, fate sempre la prova stecchino, che dovrà uscire perfettamente asciutto dall'impasto). Fate raffreddare.
Tagliate orizzontalmente la torta a metà utilizzando un coltello lungo o, se preferite, col filo da pesca.
Farcite l'interno di una metà (quello appogiato sopra il piatto da portata) con la crema spalmabile e ricoprite con la composta di pere.


In un pentolino sciogliete il cioccolato al latte con la panna per la ganache.
Ricoprire l'intera torta con la ganache. 
Tagliate i biscotti simil Togo a metà e andate a decorare tutto il bordo della torta.


Appoggiate sopra la torta la cialda, spennellatela con gelatina liquida e decorate con i confettini colorati. 
Buon compleanno amore mio!

Ultimamente in rete se ne vedono davvero tante di ricette a base di pesto di cavolo nero. Io personalmente l'ho scoperto solo quest'anno, grazie a mia nipote che ha la fortuna di avere un grande orto e di riuscire a coltivarlo, insieme ad altre verdure. Si tratta di un cavolo a foglia lunga tipico del periodo invernale, e si dice che debba essere raccolto dopo la prima gelata.
E' famoso soprattutto in Toscana, dove viene utilizzato molto nelle zuppe e nelle minestra ma anche sui crostini, ed è l'ingrediente fondamentale per la famosa ribollita (se vi interessa la mia versione, la trovate qui).
Ho provato anch'io a farne un pesto, e il risultato è stato davvero appagante. Se poi lo abbinate alle vongole, avete vinto al lotto!

Ingredienti per 4 persone:
350 g di spaghetti Grano Armando
500 g di vongole
un mazzo di cavolo nero
100 g di mandorle
25 g di Grana Padano grattugiato
25 g di Pecorino Romano grattugiato
uno spicchio d'aglio
Olio extravergine d'oliva qb
Sale qb
Pepe qb

Se utilizzate delle vongole fresche, fatele spurgare sotto un filo d'acqua per 2-3 ore.
Una volta spurgate lavatele, sgocciolatele e fatele aprire a fuoco vivo in un tegame coperto, con uno spicchio d'aglio e un filo d'olio.
Pulite le foglie di cavolo nero rimuovendo la costa centrale e conservando solo la foglia verde scura.
Salate una pentola d'acqua, e al bollore fatevi lessare il cavolo nero per circa 15 minuti.
Scolate il cavolo e trasferitelo in una ciotola con dell'acqua molto fredda, così ne fisserete il colore.
Utilizzando la stessa acqua usata per lessare il cavolo nero, fate lessare gli spaghetti.
Strizzate bene il cavolo e trasferitelo in un bicchiere che possa andar bene per un frullatore ad immersione (io ho usato il mio Russel Hobbs). Aggiungete le mandorle e l'olio extravergine d'oliva (volendo, se vi piace, potreste aggiungere anche dell'aglio). Unite anche il parmigiano grattugiato ed il pecorino. Frullate tutto fino ad ottenere una salsa liscia. Trasferite nella padella insieme alle vongole.
Scolate gli spaghetti e versateli nel saltapasta con il pesto e le vongole, mescolate per condire alla perfezione.
Servite la pasta ancora ben calda.



Vi avevo già parlato di Slow Cook in questo post. Ovviamente, da quando ho scoperto questo tipo di cottura, gli esperimenti con altri tipi di carne si sono sprecati. I risultati sono sempre stati sorprendenti, per la sottoscritta e per gli ospiti che ne hanno goduto. La ricetta che vi propongo oggi, per molti di voi, può sembrare un po' azzardata, ma fidatevi, dovete provarla! Oltretutto è semplicissima da eseguire. Ci vuole solo un po' di attesa, visti i tempi lunghi di cottura...ma nel frattempo, potete dedicarvi ad altro!
La foto l'ho fatta il giorno dopo, con le uniche fettine di carne avanzata dalla sera prima. Mi vergogno a dirlo, ma in 6 commensali abbiamo divorato due filetti di maiale, il cui peso complessivo raggiungeva il chilo... Come dicevo, dalla foto può sembrarvi un po' asciutto, ma vi assicuro che non è così. Non sono riuscita a fotografarlo al momento, per mostrarvi la succulenza del piatto, ma dovete fidarvi.


Ingredienti per 8 persone:

due filetti di maiale da 500 g circa ciascuno
2 manghi maturi
3 scalogni
1 bicchierino di marsala
1/2 bicchiere di vino bianco secco
pepe verde in salamoia
olio extra vergine di oliva Dante
sale
pepe

Mettete una pirofila in forno a fate scaldare a 80°C. Nel frattempo massaggiate la carne con un filo d'olio e un pizzico di sale e pepe e lasciate insaporire per circa mezz'ora. Trasferite il maiale nella pirofila calda e cuocete per 2 ore.
Tritate finemente gli scalogni e fateli stufare in una padella con un filo d'olio; versate il marsala e il vino bianco e fate ridurre fino a ottenere una salsa dalla giusta consistenza (deve essere quasi vellutata).
Sbucciate i manghi e tagliate la polpa a fettine; sciacquate i grani di pepe sotto il getto di acqua calda, tamponateli quindi schiacciateli lievemente con la forchetta. Aggiungete tutto in padella e fate insaporire per pochi minuti. Trascorso il tempo di cottura della carne, levatela dalla pirofila, tagliatela a fettine e nappatela con la salsa.



Mentre scrivo questo post, sono avvolta dall'inebriante profumo di crostata appena sfornata. Sabato mattina. Faccende domestiche sbrigate. Marito al lavoro. Piccola Peste a spasso col nonno. Io sola in casa coi miei hobby preferiti: cucinare e curare il mio piccolo blog. Chiedetemi se sono felice. A volte, la felicità, sta nel godere delle piccole cose e io lo sto facendo.
La ricetta che voglio proporvi oggi, l'avevo trovata su un vecchio numero di Sale e Pepe per poi adattarla alle mie fantasie. Fatta ormai l'anno scorso, riesco a proporvela solo oggi. Adatta ad ogni stagione, si può variare con la frutta che più vi piace. Originariamente era un flan di semolino. Io l'ho sostituito con la farina di mais chiamata "fumetto" (non il brodo di pesce, ehehehe!) delle Tenute Risicole Berneri, che ben si è prestata al cambio. E' un tipo di farina macinata finissima (ha la consistenza della fecola, per intenderci) ed è indicata per ricette di pasticceria.

Ingredienti:
600 ml di latte
80 g di farina di mais Fumetto
2 uova
150 g di mirtilli
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia home-made
150g di zucchero

Preparazione:
Sciogliete 90g di zucchero in un pentolino dal fondo spesso fino ad ottenere un caramello biondo.
Versatelo sul fondo di una pirofila (1 litro di capienza) con i bordi bassi e lasciate solidificare.
Accendete il forno a 170°.
Nel frattempo scaldate il latte con lo zucchero rimasto e l'estratto di vaniglia fino a quando avrà raggiunto il bollore, quindi versate il fumetto a pioggia e mescolate velocemente continuando a cuocere il composto per qualche minuto.
Lasciate intiepidire il tutto mescolando spesso, quindi togliete la vaniglia ed incorporate bene le uova.
Aggiungete i mirtilli (precedentemente infarinati per non permettere loro di cadere sul fondo) mescolando molto delicatamente.
Versate la purea di fumetto nella pirofila e cuocete per 40/45 minuti.
Lasciate raffreddare completamente il flan, quindi trasferitelo in frigorifero per almeno 3 ore.
Capovolgete il flan su un piatto da portata prima di servirlo.


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Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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