Kucina di Kiara
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Oggi una ricetta semplicissima, per dare il benvenuto alla primavera! Finalmente sei arrivata e ci stai regalando giornate meravigliose...continua così, ti prego!

400 g di maltagliati al pepe nero
1 cucchiaio di grana grattugiato
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
250 g di ricotta vaccina cremosa
sale q.b.


Mettente sul fuoco la pentola piena d’acqua per cuocere la pasta, salate l’acqua e attendente il bollore. Intanto iniziate la preparazione del condimento della pasta: mettete la ricotta fresca in una ciotola e schiacciatela con forchetta fino a ridurla ad una crema, aggiungete il sale, l’olio, il grana e continuate a mescolare per amalgamare gli ingredienti. Cuocete i maltagliati e poco prima del termine della cottura unite alla ricotta un mestolo di acqua di cottura per renderla piĂą morbida. Scolate la pasta, avendo cura di tenere da parte l’acqua di cottura in caso la pasta risultasse un po’ asciutta, e unitela alla ricotta. Amalgamate bene e servite subito in tavola. I fiori sono a puro scopo estetico.



Avevo preparato questo meraviglioso dolce pensando alla colazione. Avevo voglia di mangiare qualcosa di buono e genuino che non fossero i soliti biscotti o fette biscottate con la marmellata. Ne è uscito qualcosa di così goloso che quasi a colazione manco ci arrivava! Condivido con voi la ricetta e se la provate fatemi sapere!

Piatto e tovaglietta Green Gate


Ingredienti:
260 g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
200 g di zucchero semolato
2 cucchiai di Mielbio Rigoni di Asiago Miele di Fiori
200 ml di panna fresca
3 uova
1 cucchiaino di estratto di vaniglia home-made
1 cucchiaio di fiori di sambuco secchi

Mettete tutti gli ingredienti nel mixer con le lame e azionatelo finchè il composto non si presenterà liscio e omogeneo.
Imburrate e infarinate uno stampo a ciambella del diametro di 24 cm, versate il composto e infornate in forno preriscaldato a 170°C per 45'. Infilzate il ciambellone con uno stecchino prima di sfornarlo: dovrĂ  uscirne perfettamente asciutto.



Oggi vi propongo un'autentica delizia, ma prima di passare alla ricetta, voglio ringraziare il negozio online di ricambi auto. Qui potete trovare pezzi di ricambio di alta qualitĂ  a prezzi davvero convenienti!
E ora torniamo a noi e al nostro piatto. Questa volta ho voluto stupire mio marito con un piatto particolare, almeno nella presentazione, poichè l'esecuzione è a dir poco elementare. Se vi dico dove ho trovato la ricetta vi mettereste subito a ridere, quindi perchè no? Non so se capita anche a voi. Ditemi di si, vi prego, perchè in caso contrario vorrebbe dire che ho seri problemi mentali. Vado in biblioteca e puntualmente devo portare a casa qualche libro di cucina. Su Amazon ordino quasi solo ed esclusivamente libri di cucina (o accessori particolari che mi servono per cucinare). Se mi fermo in edicola, è solo per acquistare riviste di cucina. Se non dormo la notte, penso a che piatti particolari preparare nel week-end. Nella sala attesa del dentista, se, sfogliando una rivista, mi capita tra le grinfie una ricetta come questa, mi guardo a destra e a sinistra e zac...strappo la pagina che, repentinamente, scivola nella mia borsa...ecco, l'ho confessato. Succede anche a voi? Fate outing insieme a me, suvvia...
Ingredienti per 4 persone:
700 g di tonno fresco
3 uova
200 g di pane grattugiato
200 g di farina
olio per friggere

Per il pesto cetarese:
100 g di prezzemolo (solo le foglie)
40 g di pomodori secchi
5 filetti di acciuga sott’olio
1 cucchiaio di colatura d’alici (lo si trova tranquillamente in pescheria)
100 g di olio extra vergine di oliva

Preparate prima di tutto il pesto cetarese: frullate insieme tutti gli ingredienti, quindi coprite il pesto con una pellicola e mettetelo in frigorifero per mezz’ora.
Tagliate il tonno in 4 tranci a forma di parallelepipedo. Passate ogni pezzo prima nella farina, quindi nelle uova sbattute e infine nel pangrattato, girandoli da tutte le parti e premendo bene con il palmo delle mani.
Scaldate abbondante olio in una padella dai bordi alti e friggete un pezzo di pesce per volta, per circa 3 minuti, tenedolo completamente immerso nell’olio. Tagliate ogni pezzo in fettine, servite con un cucchiaio di pesto.










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Tovaglietta e piatti Green Gate
Siamo ancora in periodo di lasagne? Ma si, dai! Sarà che io le mangerei anche d'estate con 40 gradi all'ombra...queste però sono speciali e golosissime! Ho trovato la ricetta sul numero dello scorso dicembre di Sale e Pepe; l'ho leggermente modificata (e te pareva?) e taaaadaaaaa...ecco il risultato!!! La trovata della fonduta al parmigiano, utilizzata al posto della besciamella, conferisce al piatto quel tocco in più...provare per credere!
Ingredienti per 6 persone:
350 g di lasagne fresche all’uovo
1 kg di radicchio trevigiano
1 piccola cipolla rossa
100 g di pancetta
200 g di grana grattugiato
200 ml di panna fresca
200 ml di latte
1 cucchiaio scarso di amido di mais
noce moscata
1 rametto di rosmarino
70 g di burro
sale
pepe
Mondate il radicchio e tagliatelo a listarelle. Tritate la cipolla e fatela appassire in una pentola capiente con 40 g di burro e poco rosmarino tritato, unitevi il radicchio e proseguite la cottura a fuoco vivace per qualche minuto. Salate e pepate.
Mescolate il latte con la panna e l’amido in una casseruola. A fuoco medio fate addensare la crema per qualche minuto. Unite 160 g di grana, regolate di sale e pepe, aggiungete un poco di noce moscata, mescolate e spegnete.
Scottate le lasagne per qualche istante in acqua bollente salata, scolatele con un mestolo forate e adagiatele su un canovaccio.
Imburrate una pirofila, disponete sul fondo un primo strato di lasagne, distribuitevi un poco del composto di radicchio e di fonduta di grana, quindi ripetete gli strati fino ad esaurire gli ingredienti. Sminuzzate la pancetta e distribuitela sulla superficie , completate con il grana rimasto e burro a fiocchetti e infornate a 220°C per 20’.


Siete pronti per il nuovo appuntamento de L'Italia nel Piatto? Per questo 16 del mese, il tema è tutto una dolcezza! Torte rustiche dolci e torte da credenza. Sono curiosissima di vedere cosa ci propongono le altre regioni. Per la Lombardia, credo che una torta più rustica di questa non ci sia! Si chiama Torta Bertuldina, ma il nome varia leggermente a seconda delle provincie in cui viene preparata. Gli ingredienti sono poveri, semplici, e hanno tutto il sapore di una volta. Ottima a colazione o magari accompagnata da una crema a base di mascarpone, giusto per farci del male.
L'esecuzione è banale. Basta preparare una pasta morbida con 200 g di farina gialla (fioretto), 200 g di farina bianca, 200 g di zucchero, 2 uova, il tutto bagnato con 150 g di burro sciolto a bagnomaria e un quarto di latte tiepido.
Aggiungere un pizzico di sale e una bustina di lievito, mescolare evitando che si formino grumi.
Mettere l’impasto in una teglia e porre in forno caldo a 175°C per circa 50’.




E ora un salto nelle altre regioni d'Italia:

Trentino-Alto Adige:  Torta Rosengarten
 http://www.afiammadolce.ifood.it/2015/03/torta-rosengarten.html

Friuli-Venezia Giulia: Crostata con la zucca 
http://ilpiccoloartusi.weebly.com/litalia-nel-piatto/crostate-cun-le-coce-per-litalia-nel-piatto

Lombardia: La Torta Bertuldina
http://kucinadikiara.blogspot.com/2015/03/la-torta-bertuldina.html

Veneto: Focaccia veneta
http://ely-tenerezze.blogspot.com/2015/03/fogaccia-veneta.html

Liguria:  torta d'amandoe e cacavou   http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2015/03/litalia-nel-piatto-torte-rustiche-dolci.html

Emilia Romagna: La pinza http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2015/03/la-pinza-per-litalia-nel-piatto.html

Lazio: Maritozzi quaresimali http://beufalamode.blogspot.com/2015/03/maritozzi-quaresiamali-per-litalia-nel.html

Toscana: Berlingozzo fiorentino e pratese
http://acquacottaf.blogspot.com/2015/03/berlingozzo-fiorentino-e-pratese.html

Abruzzo: Le Pizzelle http://ilmondodibetty.it/pizzelle-per-litalia-ne-piatto.html
  
Molise: Torta alla marmellata alla molisana http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2015/03/torta-alla-marmellata-alla-molisana-per.html

Umbria: Torta al limone  http://www.dueamicheincucina.ifood.it/2015/03/torta-al-limone.htm

Basilicata: Pane semidolce - il puccillato di Castelluccio
http://blog.alice.tv/profumodicannella/2015/03/14/pane-semidolce-di-pasqua-il-puccillato-di-castelluccio/

Campania: Torta Caprese
http://www.isaporidelmediterraneo.it/2015/03/torta-caprese-origini-e-storia.html

Puglia: Torta Pasticciotto http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2015/03/cucina-pugliese-torta-pasticciotto.html

Calabria:Torta campagnola  http://ilmondodirina.blogspot.com/2015/03/torta-campagnola.html

Sicilia: Le cassatedde ragusane http://burro-e-vaniglia.blogspot.com/2015/03/cassatedde-ragusane-litalia-nel-piatto.html
 
Venite a visitare il nostro blog:
http://litalianelpiatto.blogspot.it/
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Preparare la pasta fatta in casa, dal canto mio è una delle azioni piĂą rilassanti che ci siano. Peccato mi scelga sempre il giorno sbagliato, quello denso di cose da fare. Ma lì entra in gioco il mio vero carattere, ossia districarsi nel piĂą breve tempo possibile dalla matassa di incombenze quotidiane. Questa mattina in un’ora e mezza ho preparato la pasta, l’ho fatta riposare per mezz’ora, nel frattempo ho messo a bollire le patate per il purè, steso la pasta dei biscotti che riposava in frigo giĂ  da un’ora, divisa in tante belle formine e infornata a 170° per dieci minuti, allestito il piano-lavoro per le varie fotografie da postare sul blog. Ops è passata mezz’ora: monta sul tavolo la macchina per stendere la pasta, stendi la pasta, 4, 5, 6 ok, piĂą sottile non mi piace, leva la maniglia e infilala per le tagliatelle….amoreeeeeeee mi vai a prendere 4 o 5 appendiabiti puliti??????? Stendi le tagliatelle ad asciugare sugli appendiabiti, prepara il condimento, la scaloppina al vino bianco per Iris e la pasta in bianco per mio marito che ha mal di stomaco. Ok, tagliatelle fatte, il resto della pasta va in maltagliati visto che ho esaurito gli appendiabiti liberi. Tempo impiegato: un’ora e mezza. Visto quante cose si riescono a fare? :-)

Per le tagliatelle al pepe nero (ingredienti per 4 persone):
400 g di farina Uniqua Verde
4 uova
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
2 cucchiai di pepe nero macinato
Preparate 4 o 5 appendiabiti, lavati e asciugati e agganciateli alle maniglie degli stipetti, pronti per appendere la pasta.
Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola, lavorate prima con una forchetta poi con le mani. Rovesciate l’impasto su un piano da lavoro e impastatelo per qualche minuto fino a formare un composto di pasta piuttosto duro e liscio. Avvolgete la palla ottenuta nella pellicola e lasciatela riposare per 30’.
Attrezzatevi con una macchina per tirare la pasta. Prendete circa un quarto del composto messo a riposare, appiattitelo piĂą che potete con le mani, quindi passatelo nei rulli distanziati al massimo (1). Piegate la pasta a forma di rettangolo e rimettetela dentro. Diminuite progressivamente la distanza dei rulli rimettendo dentro ogni volta la pasta (io in genere arrivo al massimo 6…non mi piace troppo sottile). Sganciate la manopola e infilatela nel vano per le tagliatelle. Stendetela poco per volta sugli appendiabiti.
Una volta fatta la pasta, portate a ebollizione l’acqua salata in una pentola capiente.
Intanto sbattete 4 uova (calcolate un uovo a persona) con un cucchiaio abbondante di parmigiano grattugiato e un goccio di latte.
In una pentola antiaderente fate rosolare 4 fette di speck tagliato a listarelle, senza grassi aggiunti, fino ad ottenere un risultato croccante.
Quando l’acqua bolle buttate la pasta in una o due riprese, secondo la grandezza della pentola, e cuocete per circa 5 minuti. Scolate e rimettete sul fuoco aggiungendo il composto di uova. Mescolate velocemente, in modo che si amalgami bene il tutto e facendo attenzione a non cuocere troppo le uova (rischierete di ritrovarvi una frittata!). Servite le tagliatelle accompagnate da listarelle di speck croccante e, a piacere, una spolverata di parmigiano.






Ciao amiche e amici! Come state? Io ho vissuto periodi migliori. Per fortuna c’è il blog che mi distrae dalle spiacevoli incombenze quotidiane che mi attanagliano ultimamente.
Siamo in periodo quaresimale (a proposito, ma voi lo fate il fioretto??? Io ci ho rinunciato...) e come tale, di venerdì, è d’obbligo (per chi ci crede, ovviamente) mangiare “di magro”. Quindi niente carne. E allora eccovi una gustosa alternativa. Una ricetta facile e buonissima anche il giorno dopo!




Ingredienti per 4 persone:


600 g di baccalĂ  ammollato (nel mio caso baccalĂ  sotto sale; l’ho lasciato in ammollo per 48 ore cambiando l’acqua il piĂą possibile)

600 g di patate

200 ml di latte

100 ml di panna fresca

1 cipolla

1 spicchio d’aglio

2 cucchiai di olio extra vergine di oliva

1 cucchiaio di prezzemolo

2 cucchiai di pangrattato

una manciata di frutti di cappero

sale

pepe



Fate sgocciolare una manciata di frutti di cappero e metteteli da parte.
Eliminate la pelle e le lische al baccalĂ  ammollato e spezzettatene la polpa. Tagliate sottilmente la cipolla e soffriggetela con l’olio e lo spicchio d’aglio schiacciato nella pentola a pressione aperta (se utilizzate una pentola normale, raddoppiate i tempi di cottura). Dopo alcuni minuti unite le patate sbucciate e tagliate a piccoli cubetti, la polpa del baccalĂ , il latte e la panna. Chiudete la pentola e cuocete per 15’ dall’inizio del fischio. Aprite la pentola, mescolate bene il composto con una frusta finchĂ© risulterĂ  amalgamato, unite il prezzemolo tritato e aggiustate di sale e pepe. Versate il composto in una teglia spennellata d’olio e di pangrattato, livellate bene, spolverizzate la superficie di altro pangrattato e infornate a 200°C per 20’ o fino a che si sia formata una bella crosticina dorata sulla superficie. Lasciate intiepidire e tagliate a fette (se avete usato una teglia tonda) o a cubotti (se, come me, avete utilizzato una teglia rettangolare). Decorate con frutti di cappero.






Tempo fa vi avevo promesso di pubblicare man mano le ricette che avevo sperimentato per il buffet realizzato in occasione del compleanno di Iris. Dopo i muffins travestiti da topolini, è stata la volta dei grissini del maestro Montersino. Ora è giunto il turno della protagonista a livello culinario, la torta di compleanno! Per l'occasione, ho realizzato questa golosissima meringata, notare bene ai pistacchi...e non con pistacchi. Ebbene si, al posto della farina vera e propria (ce ne sono solo 70 g) ho usato una farina a base di pistacchi, con la partecipazione straordinaria del cardamomo. Ho trovato questa splendida idea sul numero di dicembre (2014) di Sale e Pepe. Un po' lunga da preparare ma per niente difficile e il risultato è straordinario!
Per la torta:
200 g di pistacchi privati della pellicina
70 g di farina
4 bacche di cardamomo
220 g di burro
200 g di zucchero
6 uova
2 cucchiaini di lievito vanigliato

Per la meringa:
1 albume
zucchero
zucchero a velo

Per la glassa:
250 g di formaggio cremoso da spalmare
40 g di zucchero a velo
Preparate la torta: passate al mixer (per me Russel e Hobbs) i pistacchi con la farina e un cucchiaio di zucchero fino a ridurli in polvere.
Tritate finemente i semi del cardamomo. Lavorate il burro con lo zucchero rimasto fino ad ottenere un composto spumoso, unite le uova uno alla volta, i pistacchi, il cardamomo, il lievito setacciato e amalgamate gli ingredienti.
Versate l’impasto in uno stampo a cerniera, possibilmente da 20 cm (io purtroppo ne avevo solo uno da 26, quindi la torta mi è venuta piĂą bassa), rivestito da carta da forno, e infornate a 180°C per 40’. Lasciate raffreddare.
Preparate la meringa: pesate l’albume, pesate lo stesso quantitativo di zucchero semolato e di zucchero a velo e mescolateli. Montate l’albume (io ho usato il pratico sbattitore Russel e Hobbs) e unite il mix di zuccheri fino a ottenere una meringa lucida e soda che userete come decoro. Spalmate la meringa in una sfoglia sottilissima su un foglio di carta da forno (io ho tentato di disegnare anche un tre...gli anni di Iris), cuocete a 100°C per 40’ o fino a che la meringa non è asciutta. Fatela raffreddare. 
Preparate la glassa: montate il formaggio con lo zucchero a velo e spalmateli sui bordi e superfie della torta.
Sbriciolate la sfoglia di meringa e cospargete sulla torta.

Questo classico pane italiano dalla consistenza ampia e dalla corteccia morbida, è condito con olio extravergine di oliva. La sua superficie infarinata gli conferisce un aspetto rustico. Il giorno dopo è ancora più buono! Eccovi la ricetta che ho seguito io...
Per la biga di base:
175 g di farina bianca
7 g di lievito fresco (per me 3 g di lievito secco)
90 ml di acqua tiepida
Setacciate la farina per la biga di base in una terrina grande. Fate un buco al centro. In una terrina piccola, sbattete il lievito con l’acqua. Versate il liquido al centro della farina e mescolate gradualmente con la farina sovrastante per formare un impasto compatto.
Rovesciate l’impasto su una superficie leggermente infarinata e impastate per 5’ fino a renderlo liscio ed elastico. Ritornate alla terrina, coprite con della pellicola trasparente leggermente oliata e lasciate lievitare in un luogo caldo per 8-10 ore o finchè l’impasto non è lievitato bene e comincia a cedere (io l'ho preparato la sera prima).
Per l’impasto:
225 g di farina bianca (piĂą altra per spolverare)
225 g di farina integrale di grano duro cappelli macinata a pietra Molino Rossetto
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiaini di sale
15 g di lievito fresco (per me 6 g di lievito secco)
275 ml di acqua tiepida
5 cucchiai di olio extra vergine di oliva
Mescolate le farine, zucchero e sale in una grande terrina. Sbattete il lievito con l’acqua in un’altra terrina grande poi versateci la biga e mescolate bene.
Versateci dentro, mescolando, un po’ di farina per volta poi aggiungete l’olio nello stesso modo e mescolate per formare un morbido impasto. Rovesciatelo su una superficie leggermente infarinata e impastate per 8-10’ fino a renderle liscio ed elastico.
Posizionate in una terrina leggermente oliata, coprite con della pellicola trasparente e leggermente oliata e lasciate lievitare in un luogo caldo per 1 ora e mezza o finchè non è raddoppiato di volume.
Rovesciatelo su una superficie leggermente infarinata e giratelo. Tirate piano le estremitĂ  e ripiegatele sotto per fare un cerchio.
Trasferitelo sul vassoio da forno ricoperto da carta da forno, coprite con della pellicola trasparente leggermente oliata e lasciate lievitare per 1 ora e mezza o finchè non è raddoppiato di volume.
Nel frattempo scaldate in forno a 230°C. Spolverate leggermente la pagnotta con della farina e cuocete in forno per 15’. Abbassate poi la temperatura del forno a 200°C e cuocete per altri 20’ o finchè la pagnotta non suona vuota se toccata alla base.
Trasferite su una griglia per farlo raffreddare.



Per chi se la fosse persa, si tratta di una ricetta tipica della mia zona, il Lodigiano. Ma forse non tutti conoscono il Pannerone, un formaggio tipico del Lodigiano ormai dimenticato da molti. Deve la sua bellissima caratteristica ad un finale ammandorlato, quindi amarognolo.
Il nome Pannerone deriva da "panéra" che in dialetto lodigiano significa crema di latte, panna; poiché prevede l'utilizzo esclusivo di latte intero, ricco di panna. Un tempo era indicato anche col nome di "Gorgonzola bianco", benché non avesse, in realtà, alcuna parentela con il più famoso blu d'Italia, fuorché la forma esteriore e talvolta il peso (ed io aggiungerei la puzza...).
La caratteristica che lo rende unico è l'assenza totale di qualsiasi procedimento di salatura. Il latte vaccino crudo viene coagulato a 28-32°C in 30 minuti; quindi si rompe la cagliata fino ad ottenere grumi della grandezza di un chicco di mais. Si effettua un parziale prelievo del siero con bacinelle ("ramin") e, mantenendo la massa sempre in movimento, si estrae la cagliata mediante tele dette "patte". Quindi si procede sminuzzando manualmente la pasta e collocandola nelle fascere, dove resta 4–5 giorni ad una temperatura di 28–32°C, ove completa lo spurgo. Estratte dagli stampi, le forme vengono avvolte in carta speciale, strette da fascette di legno e così mantenute in stufatura per un'ulteriore giornata. La maturazione prosegue mantenendo le forme a temperatura ambiente per 24–48 ore, per poi collocarle definitivamente in cella frigorifera a 4–6°C. Complessivamente il tempo di stagionatura è di circa 10 giorni.
Le forme di Pannerone, dal peso di 12, 13 chili, sono cilindriche, con un diametro di 25, 30 centimetri e uno scalzo di 20; hanno crosta sottile, liscia, di colore giallo paglierino. La pasta, bianco panna con occhiatura diffusa, è morbida e profumata.
Il sapore del Pannerone, risultato dell'attività della flora batterica in assenza di sale, risulta complesso e particolare. Il gusto moderno, con la sua predilezione per formaggi dolci e, in certo modo, "facili" ne ha quasi determinato la scomparsa. Prima della Grande Guerra, la sua produzione era diffusa in tutta la bassa Lombardia, con i comuni del Lodigiano, Casalpusterlengo in particolare, come principali centri di produzione. Oggi è fornito da un unico produttore in tutta Italia, il Caseificio Carena, che tra l'altro è vicinissimo a dove abito io (me fortunata!).
Il Pannerone ha un profilo organolettico unico nel panorama caseario italiano: dopo l'ingresso in bocca dolce e suadente, si caratterizza per il finale nettamente ammandorlato: un sapore tendente all'amaro che in un altro formaggio potrebbe essere considerato un difetto, mentre in questo è il carattere specifico del prodotto. Il contrasto dolce-amaro e l'assenza di sapidità lo rendono un cacio difficile, antimoderno. Tuttavia la sua personalità spiccata, assolutamente originale, consente abbinamenti anche audaci: con mostarda di frutta alla senape, confetture, uva fresca, miele aromatico, distillati di vinacce... e così via inventando.
Nel Lodigiano, ad oggi, come accennavo prima, resiste un unico produttore di Pannerone: il Presidio parte da quest'artigiano (Carena, appunto) e mira, attraverso un percorso di promozione che comprenda anche la codificazione delle regole produttive, a coinvolgere altre piccole realtà imprenditoriali. Allargare la base produttiva, conservando i metodi tradizionali, è l'unico modo per assicurare un futuro a questo bell'esempio di arte casearia.

E ora il risotto:

Ingredienti per 4 persone:
240 g riso Carnaroli
200 gr formaggio Pannerone
100 gr salsiccia nostrana sbriciolata
50 gr burro
80 gr formaggio grana lodigiano grattugiato
1.5 l brodo vegetale
1 dl vino bianco secco
1 cucchiaio olio extravergine di oliva
sale q.b

In una casseruola a fuoco dolcissimo, rosolate la salsiccia con un cucchiaio d'olio, tostate il riso e bagnatelo con il vino bianco. Quando il vino sarĂ  evaporato aggiungete il brodo bollente. A metĂ  cottura del riso aggiungete il Pannerone tagliato a pezzi e continuate la cottura. A cottura ultimata, aggiustate di sale, togliete dal fuoco il riso e conditelo con il burro e il grana lodigiano amalgamandolo bene.



Erano anni che desideravo fare questi dolcetti, esattamente da quando ho iniziato a spararmi puntate su puntate dei mitici Simpson. Mi sono sempre chiesta che sapore potessero avere. L'aspetto sicuramente giocava a loro favore, ma il gusto proprio non riuscivo a immaginarmelo, fino a quando non li ho cucinati. La ricetta l'ho tratta dal libro “American Bakery” e il risultato è stato straordinario! Sono piaciuti a tutti, anche a Iris (che si è limitata a quelli con la glassa di cioccolato...cioccolaitomane che non è altro). Non avevo la padella apposita, ma sono venuti ugualmente bene. Per la forma mi sono arrangiata utilizzando un bicchiere dal diametro di 8 cm e un tappo di plastica di una bottiglia dal diametro di 2 cm per il foro centrale.
Tovaglietta a pois Green Gate

Ingredienti per 16 doughnuts
Per l’impasto:
1 bustina di lievito di birra in polvere (per me 28 g di lievito madre essicato Molino Rossetto)
450 g di farina 0
240 ml di latte a temperatura ambiente
60 g di burro a temperatura ambiente
3 tuorli
2 cucchiai di zucchero (io ne ho messi 3)
½ cucchiaino di sale
¼ di cucchiaino di cannella
¼ di cucchiaino di noce moscata grattugiata
1 lt di olio per friggere

Per la glassa trasparente:
125 g di zucchero a velo
2-3 cucchiai di latte

Per la glassa al cioccolato:
125 g di zucchero a velo
1 cucchiaino di cacao
2-3 cucchiai di latte

Per la glassa colorata:
125 g di zucchero a velo colorato (per me azzurro)
2-3 cucchiai di latte

In una terrina piccola sciogliete il lievito in due cucchiai di acqua tiepida e lasciate riposare per 5’ finchè non comincerĂ  a spumeggiare (per me che ho usato il lievito madre essicato, l’ho semplicemente aggiunto a tutti gli altri ingredienti). A parte mescolate la farina con il latte, il burro, i tuorli, lo zucchero, il sale, le spezie e il lievito sciolto nell’acqua. Lavorate l’impasto per 5 minuti quindi trasferitelo in una terrina leggermente unta, coprite con pellicola alimentare, poi con un canovaccio e lasciate lievitare finchè non sarĂ  raddoppiato di volume (ci vorranno circa 2 ore). Trasferite l’impasto su un piano di lavoro precedentemente infarinato. Stendetelo con il mattarello per formare un disco alto circa 1,5 cm.
Con un tagliabiscotti (o un bicchiere) di 8 cm di diametro ritagliate un dischetto di pasta, quindi bucatelo nel centro con un tagliabiscotti piĂą piccolo (2 cm di diametro, o il tappo di una bottiglia di plastica) per ricavare delle piccole ciambelle. Ponete i doughnuts in una teglia rivestita da carta da forno, coprite con un canovaccio e lasciate lievitare per altri 40’. Scaldate l’olio in un ampia padella e portatelo alla temperatura di 175°C; friggete quindi le vostre ciambelline, due minuti per lato. Scolateli su carta assorbente.
Mentre i doughnuts intiepidiscono, preparate le glasse mettendo i rispettivi ingredienti in differenti terrine e mescolandoli con l’aiuto di una frusta o di una forchetta. Immergete un lato della ciambella nella glassa che preferite quindi poneteli su un foglio di carta da forno (appoggiando il lato non glassato). Lasciate indurire la glassa e servire (ci vorranno una decina di minuti).


Per questo nuovo appuntamento mensile con L'Italia nel Piatto, che ha come protagonisti il Pesce, i molluschi e i crostacei, vi propongo questa ricetta lariana che rappresenta una tipica sintesi dell'integrazione di risorse locali (il pesce) e sapere gastronomico regionale (il risotto): il risultato è un piatto ricco, entrato nell'uso della ristorazione piĂą "alta". Il Pesce Persico (un po' come il lavarello), con carne morbida e delicata, è una preda ambita dai pescatori, non solo nel lago di Como ma anche nel Ceresio e in tutti i laghetti brianzoli. E' un pesce prelibato per la sua carne morbida. Un vino bianco secco, meglio se con una vena acidula (fra i vini lombardi, il Franciacorta bianco) rappresenta la combinazione ideale. 

Ingredienti per 6 persone

- FILETTI DI PESCE PERSICO: 800 g
- BURRO: 100 g
- FARINA BIANCA: 2 cucchiai
- SALVIA: 12 foglie
- RISO: 500 g
- BRODO VEGETALE: 1,5 litri
- CIPOLLA: 1
- VINO BIANCO SECCO: 1/2 bicchiere
- SALE: q.b.

Preparazione

Per il risotto:
Tritare la cipolla finemente e rosolarla in una casseruola con 40 g di burro; aggiungere il riso, mescolare e, quando è ben caldo, versare il vino, lasciandolo evaporare, sempre rimestando con un cucchiaio di legno; nel frattempo preparare un brodo vegetale bollente. Aggiungere il brodo con un mestolo, poco alla volta, continuando a rimestare; portare a termine la cottura nel tempo necessario (15-20 minuti).

Per i filetti di pesce persico:
mentre cuoce il risotto, rosolare una parte della salvia in una parte del burro rimanente (40 g); infarinare in un piatto i filetti di pesce persico; friggerli con burro in una padella fino a colore dorato; estrarre i filetti e tenerli in caldo; a cottura ultimata del riso, adagiarlo su un piatto da portata e disporvi i filetti a corona; riscaldare un po' di burro (20 g) con il resto della salvia eversare sopra il risotto; servire ben caldo. 



E ora un salto nelle altre regioni d'Italia:

Friuli-Venezia Giulia: Sope di pes di Maran http://ilpiccoloartusi.blogspot.com/2015/03/sope-di-pes-di-maran-per-litalia-nel.html
Veneto: Bigoli in salsa di alici
http://ely-tenerezze.blogspot.com/2015/02/bigoli-in-salsa-di-alici.html

Lombardia: Risotto con filetti di pesce persico
http://kucinadikiara.blogspot.com/2015/03/risotto-con-filetti-di-pesce-persico.html

Liguria:  stocchefisce e bacilli  http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2015/03/litalia-nel-piatto-pesce-molluschi.html
   
Emilia Romagna: Quadrucci con le seppie http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2015/03/quadrucci-con-le-seppie.html

Toscana: Seppie in zimino
http://acquacottaf.blogspot.com/2015/03/seppie-in-zimino.html

Marche: Alici arrosto o "a scota det"  http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.com/2015/02/alici-arrosto-o-scota-det-ricetta.html

Umbria: BaccalĂ  alla Ceraiola http://www.dueamicheincucina.ifood.it/2015/03/baccala-alla-ceraiola.html

Abruzzo: Tiella di alici http://ilmondodibetty.it/tiella-di-alici.html

Molise: Polpette di San Giuseppe http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2015/03/polpette-di-san-giuseppe-e-la.html

Lazio: Timballo di alici e scarola
http://beufalamode.blogspot.com/2015/02/timballo-di-alici-e-scarola-per-litalia.html

Campania: Alici indorate e fritte 
http://www.isaporidelmediterraneo.it/2015/03/alici-indorate-e-fritte.html

Basilicata: Alici alla scapece
http://blog.alice.tv/profumodicannella/2015/02/27/alici-alla-scapece-sapore-di-casa/

Puglia: Linguine cu suche de pulpe de pète
http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2015/03/cucina-pugliese-linguine-cu-suche-de.html

Calabria: Sicci chini cu u sucu  http://ilmondodirina.blogspot.com/2015/02/sicci-chini-cu-u-sucu.html

Sicilia: Sarde a beccafico http://burro-e-vaniglia.blogspot.com/2015/03/sarde-beccafico.html

 
Venite a visitare il nostro blog:
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L'autore di questo blog non utilizza cookie di profilazione, nĂ©  risponde di  quelli eventualmente  installati da terze parti ai quali  non ha accesso. Ai sensi del punto 2 del provvedimento del Garante della  privacy "Individuazione delle modalitĂ  semplificate per l’informativa e  l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie" - 8 maggio 2014  [3118884] Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014. Questo blog non costituisce una testata giornalistica. Non ha carattere   periodico ed è aggiornato secondo la disponibilitĂ  e la reperibilitĂ   dei  materiali. Pertanto non può essere considerato in alcun modo un   prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.<div>Tutti i   diritti relativi a fotografie e immagini presenti su questo blog, sono   di mia esclusiva proprietĂ  (Chiara Rozza) e non è autorizzato l'utilizzo   di alcuna foto  in siti o in spazi non espressamente autorizzati da  me.

Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiositĂ , ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalitĂ  con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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