Domani è il 19 marzo: festa del papà nel giorno di San Giuseppe; quindi tantissimi auguri a tutti i babbi del mondo e ad uno in particolare: al mio papone Mario! E poi non dimentichiamoci di festeggiare tutti i Giuseppe e le Giuseppine! ;-D
Per questa occasione speciale, una ricettina altrettanto speciale scovata su un ricettario datato di Giannina: “I Jolly della buona cucina” – Torte e pasticcini - di Armanda Capeder…. Pensate, un manuale del 1976! Io non ero nemmeno nata!
Riporto la frase di Frate Indovino che apre la sessione dei biscotti e pasticcini: “L’anima del goloso impenitente non può arrivare in ciel comodamente”, accompagnata da una simpatica vignetta raffigurante un simpatico angioletto ciccio che si fa strada per arrivare in paradiso!
Ingredienti per 6 persone (riporto la ricetta così com’è scritta):
un etto e ottanta grammi di farina
quattro uova intere e due tuorli
mezz’etto di burro
una cucchiaiata di zucchero
un limone
una bustina di zucchero a velo vanigliato
abbondante olio per friggere
sale
Portare all’ebollizione, in una casseruola, un quarto circa di acqua a cui si sarà aggiunto il burro e un pizzico di sale. Appena l’ebollizione si accenna, scostare il recipiente dal fuoco e unire in un sol colpo la farina, mescolando energicamente con un cucchiaio di legno. Rimettere al fuoco e continuare a mescolare energicamente sbattendo con forza il composto contro le pareti del recipiente. Quando la pasta si staccherà dalle pareti sfrigolando, togliere dal fuoco, lasciar intiepidire, quindi incorporare, uno alla volta, le uova intere e i tuorli. Completare con lo zucchero e con la scorza grattugiata del limone e continuare a lavorare l’impasto, per qualche minuto, con un cucchiaio di legno. Coprire il recipiente e lasciare un poco riposare la pasta. Scaldare l’olio e friggervi la pasta a piccoli pezzi, a calore moderato, in modo che si gonfino e si dorino uniformemente; sgocciolare i bignè su una carta assorbente e proseguire l’operazione fino ad aver esaurito la pasta. Disporli su un piatto da portata e spolverizzarli con lo zucchero a velo vanigliato.
Il profumo e il sapore della noce moscata mi è sempre piaciuto, fin da piccola; mia madre la metteva nel risotto di zucca e quel sapore mi è rimasto impresso negli anni.
Lo sapevate da cosa deriva il nome? L’aggettivo moscato significa “profumato di muschio” e indica la fragranza fresca e intensa di questa spezia, nella quale si ritrovano sentori di erba e legno uniti a un gusto tra il dolce e il salato, decisamente unico nel suo genere.
Ingredienti per 4 persone:
mollica di pane q.b.
200 gr di panna fresca
600 gr. circa di fesa di tacchino
sale
noce moscata
farina
burro
olio evo
Ammorbidite la mollica del pane nella panna fresca e mettetela in un frullatore con la carne a pezzetti. Salate, aggiungete la noce moscata abbondante e frullate il tutto in modo che si amalgami bene. Formate con il composto delle polpettine sode e infarina tele in superficie. Fate sciogliere il burro con l’olio in una padella e friggete le polpettine in modo che risultino dorate e morbide. Asciugatele nella carta da cucina assorbente e servitele calde.
A volte mi chiedo perché l’essere umano, o più precisamente la donna, o più precisamente io necessiti continuamente di attenzioni, sguardi, carezze, semplici gesti che se non si presentano puntualmente mi fanno sentire sola e smarrita, in difetto. Perché? C’è forse un processo chimico dietro tutto questo? Ci sono persone a me care, carissime, che camminano al mio fianco nel sentiero della vita e la loro disattenzione nei miei confronti mi fa male, tanto male; spesso sono io che fraintendo, alla fine la vita mica ruota intorno a me… sono io che ruoto intorno alla vita alla ricerca disperata di affetto; vorrei sempre stare nell’incavo delle braccia di qualcuno… della mia mamma quand’ero piccola, di mio marito ora… ma dopo? Forse poi, tra qualche anno, sarò io che terrò tra le mie braccia una creatura e questa paura forse mi abbandonerà sprigionando a mia volta tutto questo bisogno di amare ed essere amata, di voler bene ed essere ben voluta a quel che sarà mio figlio o mia figlia…un giorno…quando succederà …forse…
“Pensieri contorti di Chiara, dopo una settimana MOLTO difficile…”
Ed eccoci a noi e alla nostra ricetta di questi torcetti che troverete in rete proposta e riproposta migliaia di volte... un'idea last-minut per ospiti inattesi.... ;-D
ecco la ricetta che io ho preso dal blog "La Dolcetteria":
Ingredienti:
1 rotolo di pasta frolla sottile
1 rotolo di pasta sfoglia sottile
nutella
Se usate la pasta pronta ci vorrà davvero un attimo: srotolare la frolla, spalmarla di nutella/marmellata o cospargerla con le gocce di cioccolato/uvette, coprirla con la frolla facendo combaciare bene i bordi. Tagliare a metà , spalmare la prima metà ancora con la farcitura scelta e soprapporre la seconda metà , in modo tale da alternare sfoglia e frolla. Tagliare a striscioline di circa un centimetro, arricciarle e depositarle sulla teglia rivestita di carta da forno, spennellarle con del latte e cuocere in forno preriscaldato a 180° fino a doratura (circa 12 - 13 minuti).
Se fate voi le due paste cercate di stenderle abbastanza sottili e ritagliatele in due rettangoli della stessa misura.