Kucina di Kiara
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Questa fantastica ricetta nasce dalla voglia di creare dolcini cioccolatosi per un'amica celiaca. Sono fantastici, si sciolgono in bocca...peccato che alla famosa amica in questione non siano mai arrivati! Erano talmente buoni che sono finiti in un attimo, senza nemmeno varcare la soglia della cucina! Deve proprio piacervi il cioccolato. Il sapore è molto intenso e fondente. Una vera coccola!

Per questa fantastica ricetta (che io ho solamente variato in parte), devo ringraziare la dolcissima Stefania autrice del blog Arabafelice in cucina.


Ingredienti per 12 tortini:
200 g di cioccolato fondente
200 g di burro
4 uova intere
100 g di zucchero grezzo di canna
un cucchiaio di caffè forte
due cucchiai di rum
200 g di panna fresca (non zuccherata)
la buccia grattugiata di mezzo limone biologico
salsa al caramello salato qb (per la ricetta guarda qui)
Fiordifrutta ai lamponi Rigoni di Asiago

Per prima cosa, accendete il forno a 180°C e posizionate 12 pirottini negli appositi stampi per muffins.
Fate sciogliere a bagnomaria il burro insieme al cioccolato poi fate intiepidire.
In una ciotola montate le uova, il caffè, il rum e lo zucchero per qualche minuto fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
Unite il composto di cioccolato e burro a quello di uova, mescolando dal basso verso l'alto, avendo cura di non smontare il tutto.
Suddividete il composto nei dodici stampini lasciando almeno 2/3 mm dal bordo o il composto, in fase di cottura, uscirà.
Cuocete per 13 minuti o comunque finchè i tortini saranno belli gonfi.
Sfornate e far lasciate raffreddare completamente negli stampini (si afflosceranno mentre raffreddano, ma è normale).
Montate la panna insieme alla buccia di limone.
Per servire appoggiate i vostri tortini su un piatto da portata e decorate ognuno con un cucchiaio di salsa al caramello salato, uno di Fiordifrutta ai lamponi, panna montata e qualche zuccherino per abbellire il tutto.


Ogni volta che vedo una Torta di Carote, il mio cervello va in visibilio. Non so spiegarvi il perchè. Anzi, a pensarci bene il motivo lo conosco. Sto cercando disperatamente di ritrovare il gusto della torta di carote che faceva mia zia quando ero piccola. Non sono mai stata una gran mangiona da piccina. Anzi, per dirla tutta, non mangiavo proprio per niente (inutile che mi lamenti di Iris, i geni sono quelli). Ma quella torta la ricordo benissimo. E ad oggi non sono ancora riuscita a emularla. Purtroppo anche questa versione è lontana dal gusto dei miei ricordi, ma vale la pena condividerla perchè è di una bontà assurda. Ringrazio di cuore Annamaria per avermi incantata su Instagram con questa meraviglia.


 
Ingredienti per uno stampo a cerniera da 26 cm:

300g di carote pesate pulite Bioexpress
100 g di farina "00"
200 g di mandorle con la pellicina
50 g di succo d'arancia
170 g di zucchero bianco
70 g di olio di semi
4 uova medie
una bustina di lievito per dolci
10 g di essenza di mandorle
zucchero a velo per decorare

Mettete le mandorle in un robot da cucina e avviate, interrompendo più volte per non surriscaldare il prodotto, Non è necessario ottenere una polvere sottile.
Tagliate le carote a pezzetti mettietele nel robot da cucina e comincia a frullare, quindi aggiungete l'olio a filo, il succo e continuate a frullare fino ad ottenere una purea.
In una ciotola montate le uova con lo zucchero, aiutandovi con le fruste elettriche, e aggiungete l'essenza di mandorla amara.
Aggiungete, la farina di mandorle, la purea di carote e per ultimo la farina e il lievito setacciati.
Versate in una stampo a cerniera rivestito con carta da forno e cuocete in forno caldo a 170°C per 35/40 minuti (fate sempre la prova stecchino prima di sfornare).
Lasciate raffreddare completamente, posizionate su un piatto da portata e decorate con zucchero a velo.


 

Frolla Milano...solo il nome mi ha messo subito curiosità.

Immagino molti di voi già la conoscano. Io l'avevo solo vista in foto o sentita nominare, ma mai preparata. Si tratta della famosa frolla del grande Maestro Iginio Massari. La sua consistenza è favolosa ed è particolarmente indicata per la realizzazione di crostate o biscotti. La particolarità è che resta morbida, pur non mettendo lievito e all'assaggio risulta friabile, croccante e scioglievole in bocca. Inoltre viene utilizzato miele nell'impasto. Insomma, una vera delizia a cui difficilmente riuscirete a resistere. Altra cosa, tiene bene in cottura. Se vi piace cimentarvi in decorazioni minuziose, questa frolla non vi deluderà. Per renderla ancora più particolare, ho utilizzato la barbabietola. Il colore rosa brillante ovviamente in cottura si è perso, ma il sapore delicato sono certa vi piacerà.

Vediamo insieme come realizzarla?


Ingredienti (con queste dosi potrete realizzare circa una crostata da 24 cm oppure sei crostatine da 10 cm di diametro):
200 g burro (morbido ma ancora plastico)
40 g miele di acacia biologico Mielbio Rigoni di Asiago
1 baccello di vaniglia
75 g zucchero a velo
1 tuorlo
4 g Acqua (io ho usato 4 g di estratto di barbabietola)
2 g sale fino
300 g farina 00
scorza di mezzo limone (preferibilmente biologico)
2 cucchiaini di polpa di barbabietola

In una planetaria mettiamo il burro e lo zucchero a velo. Aggiungiamo il miele di acacia (che serve a dorare un po’ di più la frolla, anche nella parte inferiore). Lavoriamo a bassa velocità facendo attenzione a non far montare il burro.

Incorporiamo il tuorlo d’uovo e la polpa di barbabietola. Sciogliamo il sale nell’estratto di barbabietola. Dividiamo il baccello di vaniglia a metà e apriamolo e con la punto di un coltello, estraiamo la polpa di vaniglia.

Grattugiamo il limone e inseriamo tutto nella planetaria. Poi setacciamo la farina e la incorporiamo lavorando finché il grasso avrà assorbito tutta la farina.

Non lavorare troppo l'impasto. Appena la farina è assorbita fermare la macchina.

Per capire se la frolla è pronta prendiamo un po’ d’impasto, se non resta appiccicato sulla mano significa che è pronto.

A questo punto avvolgiamo la frolla nella pellicola per alimenti e la mettiamo in frigorifero. Un altro consiglio è farla la sera prima per la mattina dopo.

Ora non resta che stenderla: mettiamo un po’ di farina sul tavolo posizioniamo la pasta, ancora una spolverata di farina e lavoriamo con il mattarello. Facciamo girare il mattarello su e giù e diamo uniformità alla superficie. Rivestiamo gli stampi precedentemente imburrati e infarinati e farciamo a piacere.

Io adoro le crostate con Fiordifrutta alle fragole e fragoline di bosco.

Infornate a 180°C per circa 30 minuti o fino a doratura.


Questa ricetta, della mia fantastica amica In cucina con Paolina, l'ho fatta e rifatta talmente tante volte da riuscire a cucinarla a occhi chiusi. Lei è bravissima! Seguitela sul suo canale di Youtube o su Facebook o su Instagram!

Ingredienti per uno stampo da 24 cm:

300 g di farina 00

3 uova a temperatura ambiente

80 g di olio di semi di girasole

100 g di latte

170 g di yogurt greco

50 g di Grana Padano grattugiato

1 bustina di lievito istantaneo per torte salate

200 g di salame a dadini

150 g di provola a dadini

50 g di pistacchi salati sgusciati

Pangrattato qb

Sale qb

Monta le uova con le fruste elettriche e aggiusta di sale; unisci a filo l'olio continuando sempre a sbattere fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungi lo yogurt mescolando delicatamente con una spatola. Aggiungi la farina setacciata con il lievito e continua a mescolare bene. Versa poco alla volta il latte, aggiungi il Grana, la provola e il salame a dadini. Mescola bene quindi imburra e spolvera con il pangrattato una teglia a ciambella (possibilmente a cerniera) da 24 cm di diametro. Versa e livella il composto. Spolvera anche la superficie con del pangrattato e del Grana grattugiato quindi inforna a 180°C per 40 minuti circa.


Adoro leggere. Parlo di libri, di ogni genere. Dal romanzo al thriller, divoro circa 2 o 3 libri la settimana. E' un modo come un altro per aprire la mente ed essere rapita per qualche ora dalla vita di qualcun altro. Mi piace anche provare a rifare le ricette che trovo in alcuni di questi testi. E' il caso di questi Brownies del pianto di Mezzanotte, tratti dal libro "La cucina degli ingredienti magici" di McHenry Jael.



Il nome mi fa pensare a una persona triste, che piangeva di notte, al buio. Chissà quale motivo aveva per essere triste...

Analizzo la ricetta, confrontandola con altre versioni che conosco. Pirofila più piccola, quantità inferiore di ingredienti. Polvere di caffè, interessante. Il doppio dello zucchero e della farina, la giusta proporzione.

La ricetta dice "Zucchero greggio" che dovrei avere, anche se il sapore dovrebbe essere a metà tra quello raffinato e quello scuro, quindi in caso nom l'avessi, potrei fare metà di uno e metà dell'altro. Niente cioccolato, solo cacao. Probabilmente questi sono più soffici, più simili a un tortino, non sono quelli compatti e fondenti. Il sale è una differenza evidente. Contrappunto. Chissà se rimane sopra ai brownies o se affonda sotto la superficie mentre cuociono. L'unico modo di scoprirlo è provare!

Mi immergo nella ricetta e mi rilasso. Rivesto una pirofila quadrata di venti centimetri di lato con la stagnola e la ungo con le dita sporche d'olio, attenta a seguire tutti i punti, nell'ordine in cui sono scritti. La calma me la dà il ritmo. Accendere il forno per riscaldarlo, con un clic e un lieve sibilo della fiamma azzurra. Sciogliere il burro, mescolarci dentro il cacao e la polvere di caffè. L'impasto si raffredda leggermente mentre mi occupo del resto degli ingredienti. Rompere le uova in una ciotola più grande e sbatterle a mano, riempiendo d'aria gli spazi tra le molecole. Zucchero dorato che piove sulla schiuma, sbattere ancora, la nuova mistura oppone resistenza alla frusta con la tenacia della sabbia mobile. Ci siamo quasi. Aggiungo la mistura con il burro, poi la farina e la vaniglia, mescolando il meno possibile. Il tocco leggero è essenziale. Mescolare troppo appiattirebbe la pastella.

Un nastro scintillante di pastella densa e marroncina si posa nella pirofila rivestita di stagnola. Ricca e pesante, collassa sotto il suo stesso peso. Vi spargo un po' di sale e infilo subito in forno, così la pastella non perde altra aria. Con il cucchiaio di legno non riesco a pulire bene la ciotola, ma ho almeno trenta minuti prima che i brownies si cuociano. La pastella densa e scura ricopre l'interno della mia bocca. Il gusto amaro del caffè attenua il sapore dolce. Raschio il cucchiaio di legno con un cucchiaio di metallo per raccogliere la pastella che è rimasta attaccata. Non mi va di leccare i cucchiai di legno. Odio quella sensazione sulla lingua. Troppo ruvido. Il cucchiaio di metallo invece lo lecco. 

Questo testo è tratto dal libro. Sono stata letteralmente rapita dalla descrizione...è successo anche a voi? Se si, non vi resta che provare a farli!



Brownies del pianto di Mezzanotte

1 cucchiaino di vaniglia (i semi estratti da un bacello)

1/2 tazza di farina

1/2 cucchiaino di sale grosso

250 g di burro

1/2 tazza di cacao

1 cucchiaio di polvere di caffè

3 uova

1 tazza di zucchero greggio

Riscaldare il forno a 180°.
Sciogliere il burro e mescolarci insieme il cacao e la polvere di caffè. Lasciar raffreddare un росо. In una ciotola più grande sbattere le uova finchè assumono un color giallo pallido, poi aggiungere lo zucchero e continuare a sbattere. Aggiungere la mistura con il burro. Mescolare aggiungendo la vaniglia e la farina e versare in una pirofila di vetro quadrata, di venti centimetri di lato, rivestita di stagnola leggermente oliata. Spargervi il sale. Cuocere in forno per 30 o 35 minuti, finchè, infilando uno stuzzicadenti, viene fuori pulito.

Oggi un piatto dal sapore e dai colori primaverili: le Orecchiette con fave e asparagi su crema di pecorino allo zafferano. Semplice, senza pretese, ma squisito e delicato! Provatelo!


Ingredienti per 2 persone:

200 g di pasta tipo orecchiette Pasta Armando
100 g di asparagi freschi Bioexpress
una decina di fave
Sale q.b.
Olio extra vergine di oliva q.b.
qualche fogliolina di timo
una noce di burro

Per la crema di pecorino allo zafferano:

50 g di Pecorino Romano grattugiato
150 ml di panna fresca
10-12 stimmi di zafferano
una tazzina (da caffè per intenderci) di latte caldo
sale qb

Per prima cosa mettere gli stimmi nella tazzina di latte caldo e lasciare in infusione per almeno 4 ore.
Lavare e tagliare grossolanamente gli asparagi, eliminando il finale dei gambi e togliendo con un pelapatate la parte coriacea. Bollire gli asparagi e le fave sgranate per circa 15 minuti.

Intanto portate a bollore una capienta pentola con acqua salata e cuocere le orecchiette. 

Preparare la crema di pecorino allo zafferano: in un padellino fare scaldare la panna con il latte filtrato, aggiungere il pecorino e aggiustare di sale. Fate attenzione a salare perchè il pecorino è già molto saporito di suo.

Scolare gli asparagi e le fave, rimuovere la pellicina da quest'ultime, e spadellare velocemente le verdure in un'ampia pentola con una noce di burro. Aggiustare di sale.

Scolare la pasta, rimetterla sul fuoco e condire con la metà della crema e le verdure. Aggiungere qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta per amalgamare bene il tutto.

Impiattare disponendo la restante crema sulla base dei piatto e aggiungendo poi la pasta. Completare con qualche fogliolina di timo e un pizzico di stimmi di zafferano.




Eccoci ritrovati con l'appuntamento mensile de L'Italia nel Piatto. Il tema questa volta è "Erbe spontanee e piante aromatiche". Per la Lombardia vi propongo un piatto tipico della tradizione milanese, della cucina povera contadina. Le ortiche erano infatti un vegetale facile da trovare nella campagna lombarda, sia in passato che ai giorni d'oggi. 

E’ possibile preparare la ricetta con ortiche fresche, da raccogliere in natura durante una bella passeggiata. Fate attenzione a portare dei guanti con voi, saranno indispensabili per non rischiare di irritarvi. L’ortica, infatti, è una pianta urticante al tatto.... io ne so qualcosa (ahahaha)




Ingredienti per 4 persone:


350 g riso Carnaroli
150 g di Raspadura
100 g ortiche di campo mondate
1 scalogno
brodo vegetale
vino bianco secco
burro
20 g di burro + altrettanti per la mantecatura

Per la ricetta del risotto alle ortiche e raspadura, tritate lo scalogno e fatelo appassire in una casseruola con il burro, poi unite il riso, tostatelo per meno di 1’, sfumate con un bicchiere di vino bianco e fate evaporare.
Bagnate un poco alla volta con brodo vegetale bollente, mescolate e cuocete per 15’; poi unite le ortiche frullate e completate la cottura in 3’. Togliete dal fuoco e mantecate con il burro e qualche velo di raspadura. Servite subito disponendo qualche fetta di raspadura su ogni piatto e sopra di esse qualche sfera di ortica.

Per la sferificazione delle ortiche, procedete così.

Ho tenuto da parte un bel mazzo di ortiche in più. Sempre utilizzando i guanti, le ho pulite, lavate e ho messo le foglie nell'estrattore fino a raccogliere circa 50 ml di estratto. Mescolare l’Agar Agar (1 grammo) con l'estratto di ortica, portare a ebollizione il composto per 2-3 minuti e sgocciolare con una siringa senza ago in un bicchiere profondo e riempito con olio vegetale, freddissimo. Le perle saranno perfettamente rotonde e gelatinose quando raggiungeranno il fondo del bicchiere.






E ora vediamo cos'hanno preparato di buono le altre regioni:

Valle d’Aosta: Erbe e piante aromatiche e il Pancotto alla salvia
Piemonte: Rabaton alessandrini con erbe spontanee e aromatiche
Liguria: Aggiadda (agliata)
Lombardia: Risotto alle ortiche e raspadura
Trentino-Alto Adige: Strangolapreti alle ortiche
Veneto: Pide turca con le rosole
Emilia-Romagna: Pasta fresca all’erba cipollina e limone
Toscana: Salsa verde
Marche: Gnocchi di erbe spontanee delle Marche
Umbria: Fojata - La torta salata umbra con erbe spontanee
Lazio: Linguine al pesto di mentuccia
Abruzzo: Pollo alla cacciatora con erbe aromatiche
Molise:Le cicerchie all’origano
Campania: La frittata di viticelle o vitaglie
Puglia: Taralli pugliesi al rosmarino
Basilicata: Focaccia dolce all’origano
Calabria: Cuzzupi cu l’ananzu, il prezioso anice nero della Sila
Sicilia: Finocchietto Selvatico al Sugo
Sardegna: Filetto di maiale su seada al pecorino con susine caramellate al mirto e miele di macchia mediterranea

Italia nel piatto:
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Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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