Kucina di Kiara
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Oggi vi propongo un'alternativa alla classica pizza del sabato sera: Finto strudel con würstel e crauti al naturale.
Non so da voi, ma a casa nostra, la sera di sabato, si mangia quasi sempre pizza o facaccia farcita. Io adoro questa abitudine. Preparo la pasta nel primo pomeriggio (se non addirittura la sera prima quando voglio preparare la pizza senza impasto di Paoletta, l'unica che mio marito digerisce senza problemi) così che alla sera sia bella che pronta! Stavolta però ho voluto cambiare leggermente la trafila. Ho deciso di chiamarlo "finto strudel" solo per l'aspetto, ma in realtà è semplice pasta per pizza farcita di würstel e crauti al naturale.



Prima di tutto preparate la pasta: per preparare la pasta per la pizza disponete la farina a fontana su di una spianatoia (o in una capiente bacinella) e formate un buco al centro. Prendete una ciotolina di vetro, versateci un bicchiere d'acqua tiepida, sbriciolatevi dentro il cubetto di lievito di birra (o il lievito disidratato) e lo zucchero. Mescolate fino a fare sciogliere bene il tutto e inserite al centro della farina il composto d'acqua e lievito.
Ora, a parte, sciogliete 20 gr di sale in un altro bicchiere d'acqua tiepida; aggiungete l'olio e inseriteli nella farina.
Tenete vicino a voi un po’ di farina e la restante acqua tiepida, che integrerete nell’impasto mano a mano, fino a raggiungere la consistenza desiderata, che deve essere morbida ed elastica (a seconda della farina usata, potrebbe servirvi un po’ d'acqua in più o in meno).
Continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio e morbido ma consistente, con il quale formerete una palla che andrete ad adagiare in una capiente ciotola (ricordatevi che l’impasto raddoppierà il suo volume), adeguatamente spolverizzata di farina sul fondo.
Coprite la ciotola con un canovaccio pulito e riponetela in un luogo tiepido e lontano da correnti d’aria, come il forno spento di casa vostra.
Attendete che l‘impasto abbia raddoppiato il proprio volume (ci vorrà 1 ora - 1 ora e 1/2 ) e poi procedete alla stesura della pasta per la pizza.
Se siete poco pratici, forse vi sarà più facile lavorare l’impasto per la pizza in una ciotola capiente, almeno fino a quando tutti i liquidi non saranno ben assorbiti; in seguito però per rendere l’impasto ben liscio vi converrà impastarlo su di una spianatoia, dove avrete maggiore possibilità di movimento.
Una volta impastata la pasta per la pizza, invece di formare un’unica massa, potete dividerla in tante pagnottelle quante saranno le pizze che vorrete ottenere (a seconda della dimensione che avete scelto); adagiate le pagnottelle su di un vassoio, distanziandole di qualche cm una dall’altra e lasciatele poi lievitare, in un luogo tiepido e privo di correnti d’aria, coperte da un canovaccio pulito.
Nel mio caso ho semplicemente diviso l'impasto a metà. Una parte l'ho stesa su di una teglia rettangolare (avendo cura di mettere sotto un foglio di carta da forno) e una parte l'ho congelata per la prossima settimana.
Ora è il momento di preparare la farcitura.
In una capiente padella antiaderente, rosolate della cipolla in un cucchiaio di olio extra vergine di oliva e una noce di burro. Prendete un barattolo di crauti al naturale e versatelo nella padella. Mescolate e aggiungete dell'acqua calda (circa la metà del peso dei crauti al naturale) e cuocete a fuoco lento per 30'. Aggiustate di sale e pepe. Versateli quindi al centro della pasta per la pizza stesa (ve ne avanzeranno sicuramente, ma ve li troverete già pronti come prelibato contorno il giorno dopo), avendo cura di lasciare liberi i bordi. Sopra il letto di crauti al naturale, disponete due würstel grandi (seguendo il senso della lunghezza). Chiudete il vostro rotolo aiutandovi con la carta da forno. Praticate dei tagli sulla superficie e infornate a 200°C (forno già caldo) per circa 20' o comunque fino a che la superficie non risulterà dorata. Buon appetito!



Una ricetta al volo, per augurarvi una splendida domenica pomeriggio all'insegna del sole e del bel tempo! Che farete di bello? Io mi sto preparando per uscire e andare a farmi un giro ad una delle più belle sagre del Lodigiano: quella della ZUCCA a Muzza di Cornegliano Laudense (LO).
 
Per la pasta brisée:
farina bianca g 300
burro g 150
acqua fredda 75 g
sale

Per la farcia:

finocchi kg 1
ricotta vaccina g 120
Asiago g 100
1/2 uovo battuto
scalogno
semi di finocchio Melandri Gaudenzio
olio extra vergine di oliva
sale qb
una manciata di grana grattugiato
farina e burro per la spianatoia


Preparazione

Fate la pasta brisée impastando rapidamente insieme gli ingredienti indicati. Ponete la pasta a riposare al fresco per 30'. Intanto lessate i finocchi a spicchi poi rosolateli a fuoco vivo in 2 cucchiaiate d'olio insieme con uno scalogno tritato e un pizzico di sale. Sulla spianatoia infarinata tirate la pasta a mm 4 di spessore e rivestite uno stampo di cm 24 di diametro, ricoperto di carta da forno. Riempitelo con l'Asiago ridotto in dadolata, la ricotta, i finocchi e una manciata di semi di finocchio. La pasta che sborda, richiudetela verso l'interno. Spennellate i bordi della torta con un mezzo uovo battuto, cospargetela con del grana grattugiato e infornatela a 200° per 50'.


La tigella o crescentina (non sapevo che si chiamasse anche così) è la regina fra le rustiche specialità gastronomiche dell'appennino modenese. Essa rappresenta l'esempio di una consuetudine famigliare rimasta intatta nel tempo. Per conoscerne la storia bisogna rifarsi indietro nel tempo. Le tigelle erano in origine piccoli dischi composti di argilla purissima prelevata nei castagneti a notevole profondità, veniva poi miscelata con una speciale terra refrattaria si amalgamava con acqua, si confezionavano i dischi e infine temprati "cotti" nella cenere ardente. Le "crescentine" di par suo venivano impastate con: farina di grano, acqua, latte con aggiunta di un prodotto lievitante, allora era in uso il bicarbonato oppure il lievito per pane, si lasciavano lievitare dopo di chè si lavorava l'impasto in modo tale da formare piccole schiacciate rotondeggianti di 10, 15 cm. di diametro, queste erano le Crescentine di Modena.
A questo punto con le "Tigelle" precedentemente scaldate nel fuoco del camino, ci si apprestava con tutta la famiglia riunita al rito della cottura. Si prendeva con apposita molla una "Tigella" ponendola in prossimità del focolare, si metteva una "Crescentina" poi una o due foglie di castagno essiccate e tenute in dispensa, quindi un'altra "Tigella", poi la "Crescentina", le foglie, un'altra "Tigella" e cosi vià...... fino a formare una torre. Mentre si aspettava la cottura si restava tutti in attesa davanti al focolare e ci si dimenticava per un poco i problemi e la fatica della dura vita di quei tempi.

E ora la ricetta. Io vi propongo questa versione di Anna Moroni (da me leggermente modificata):

350 g di farina 0
65 g di yogurt bianco intero (per me yogurt greco)
50 g di parmigiano reggiano grattugiato (per me grana tipico lodigiano)
50 g di pecorino grattugiato (io non l’ho messo)
15 g di lievito di birra fresco (per me 10 g)
1 uovo
1 cucchiaio di strutto
½ cucchiaino di sale

All’impasto, io ho dovuto aggiungere 100 ml di latte. Mi è risultato troppo “sbriciolato” nella lavorazione e, per ricompattarlo, ho provato ad aggiungere, poco alla volta, del latte, fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.

Procedimento:

Mettete la farina sulla spianatoia, fate un incavo al centro e versatevi tutti gli ingredienti (il lievito potete semplicemente sbriciolarlo, si amalgamerà al resto impastando). Iniziate a mescolarli al centro e poi prendete farina dal bordo interno dell’incavo, poco alla volta, fino a che l’impasto non sarà formato. Lavorate a lungo la pasta, battendola sulla spianatoia, per farla diventare molto elastica. Lasciatela lievitare infarinata fino al raddoppio del volume per circa due ore. Stendete la pasta a 1 cm di spessore e ritagliate delle forme tonde del diametro di 6-8 cm (a seconda dei gusti), fatele lievitare ancora per mezz’ora e poi cuocete nell’apposito ferro per tigelle, ben scaldato sulla fiamma. In mancanza del ferro, come nel mio caso, potete cuocerle in una padella antiaderente dal fondo pesante, 4 minuti per parte. Servite le tigelle calde, farcite con salumi.



Fonte testo: Romagna Mania


Oggi vi presento quella che per me fa parte della categoria "non ricetta". Un dolce squisito, appagante e "comodo" se, come me, quando preparate la pasta frolla, ne fate sempre un po' di più per poi congelarla e ritrovarvela bella che pronta quando non avete proprio il tempo per farla. Per la ricetta e le dosi della frolla, vi riporto quelle che vanno in voga a casa mia ultimamente, ossia la versione di Knam:

Pasta frolla dosi per circa 900 g:

250 g di burro morbido
250 g di zucchero semolato
2 uova intere
4 g di sale
1 stecca di vaniglia
10 g di lievito in polvere
480 g di farina 00

In una planetaria con il gancio (oppure a mano), impastate il burro con lo zucchero e la vaniglia. Quando gli ingredienti saranno amalgamati, unite lentamente le uova, quindi la farina 00, il lievito e il sale. Appena la farina è incorporata, smettete di impastare. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e riponetela in frigorifero per almeno 3 ore. Con queste dosi otterrete 900 g ca di frolla. Potete congelarla quella in eccesso, così la prossima volta è già pronta!Una volta pronta la pasta frolla, con un mattarello (e su un piano leggermente infarinato) stendetela ad uno spessore di 3-4 mm, quindi con un bicchiere dal diametro di 8 cm ricavate dei dischi. Aprite uno o due vasetti della vostra marmellata preferita (io ho usato marmellata di albicocche biologica e marmellata di pere biologica Fiordifrutta Rigoni di Asiago) e distribuitene un cucchiaio su una metà del cerchio, spennellate il bordo con dell'albume quindi chiudete il cerchio, in modo da formare una mezzaluna; schiacciate i bordi aiutandovi con i rebbi di una forchetta. Infornate a 180°C (in forno già caldo) per 25'. Sfornate, lasciate raffreddare e spolverate con zucchero a velo.





E con questa dolcezza vi auguro di passare un week end meraviglioso...


Eccoci qui, reduci da una settimana ricca di compleanni! Abbiamo iniziato venerdì con quello di Daniela, una delle mie migliori amiche, per poi proseguire con quello di Ale, mio marito (sabato), ed arrivare a festeggiare gli 80 anni di mio padre, proprio domani (anche se la festa l'abbiamo anticipata ad oggi)! Auguri di cuore a tutti!!!
E ora la ricetta! Voglio condividere con voi questa focaccia del maestro panificatore Renato Bosco. Sapete quando trovate quello che per voi è l'impasto perfetto? Come la frolla...trovate, dopo innumerevoli tentativi, la ricetta ideale e non la cambiate più. Ecco, per quanto riguarda la focaccia, per me che non uso il lievito madre (se non quello essicato), questo è l'impasto perfetto. L'ho fatta e strafatta, con cipolle, olive, rosmarino e semplice, senza nulla...per me è fantastica! Morbidissima, profumata e ottima anche il giorno dopo! Per niente gommosa, ve la consiglio!


Ingredienti:

500 g di farina macinata a pietra100 g di acqua
175 g di latte
20 g di olio extravergine di oliva (più altro olio per il contenitore)
10 g di sale
5 g di lievito compresso
2-3 cipolle rosse di Tropea


In più servono:

olio extra vergine di oliva
vino bianco
sale
zucchero


Procedimento:

Affettate le cipolle e fatele stufare in una padella con un filo d’olio; bagnate con un goccio di vino bianco e lasciate sfumare. Aggiungete un pizzico di sale e un filo di acqua, coprite e fate cuocere per 5-6’ mescolando di tanto in tanto. Togliete il coperchio, lasciate asciugare, aggiungete un cucchiaio di zucchero e fate caramellare.

In una terrina impastate la farina con l’acqua e il latte. Aggiungete il lievito sbriciolato e lavorate ancora. Incorporate lentamente il sale, l’olio e le cipolle e amalgamate fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.

Formate una palla e mettetela in un contenitore leggermente unto. Coprite con della pellicola e fate lievitare per 4-6 ore ad una temperatura di 22-24°C. Trascorso il tempo di lievitazione, stendete l’impasto in una teglia, precedentemente unta d’olio, e schiacciatelo con le dita. Lasciate lievitare per un’altra ora.

Preparate un’emulsione sciogliendo 7 g di sale in 50 g di acqua calda, e con un minipimer a bassa velocità aggiungere 50 g di olio creando una crema liquida. Spennellate l’impasto con l’emulsione e infornate a 200°C per 15’ (in forno con modalità statica). Sfornate, lasciate raffreddare e tagliate a cubetti.



Ciao a tutti, come va? Io ho conosciuto tempi migliori....sono giorni e giorni che non chiudo occhio! Troppi pensieri, troppe paure si affollano nella mia testolina e la notte è la parte peggiore della giornata. In più non passa mai, è nerissima e lunghissima.

La parte positiva di tutto questo rimane sempre la famiglia e la cucina. Un conforto vero e proprio.

Vi lascio questa particolare ricetta, semplice, gustosa e non particolarmente calorica (volendo potete eliminare il burro), con la quale partecipo al contest “Happy hour DOP con il Salumi Peveri".
 

Ingredienti per 6 persone:
3 finocchi di medie dimensioni
170 g di Mandòla*
100 g di mandorle a lamelle
1 cucchiaio di agar agar
1 cipollotto
burro
vino bianco secco
mezzo lime
olio extra vergine di oliva
sale
pepe


Mondate i finocchi, togliendo la parte più esterna. Tagliate 2 dei 3 finocchi a dadini. Tagliate il cipollotto a fettine, con un po' del suo verde. Mettetelo in una casseruola con 3 cucchiai d'olio, fatelo rosolare per 1', poi aggiungete i finocchi a dadini. Bagnate i finocchi con 3 cucchiai d'acqua e mezzo bicchiere di vino bianco, coprite e fate stufare per 20'.
Affettate sottilmente il terzo finocchio e mettetelo in una padella con una noce di burro e 2-3 cucchiai d'acqua; coperchiate e cuocete a fuoco vivo per 4-5'. Spegnete e fate raddreddare. Tostate in forno le mandorle per alcuni minuti.
Raccogliete i finocchi a cubetti in un frullatore, scolandoli con una schiumarola e raccogliendo anche un po' della loro acqua; frullateli con 2 cucchiai d'olio e il succo di mezzo lime, ottenendo così una crema.
Portate a bollore 25 g di vino diluito con un po' d'acqua e stemperatevi dentro l'agar agar (se preferite potete anche utilizzare la colla di pesce: 20-30 g di colla di pesce ammollata dovrebbero essere più che sufficienti); unite il composto alla crema di finocchi e condite con sale e pepe.
Spalmate sul fondo di una pirofila (20x12 ca) uno strato di crema di finocchi. Copritelo con i finocchi a fettine, poi cospargete di mandorle a lamelle. Fate quindi un doppio strato di Mandòla, affettata finemente. Fate altri strati alternando crema, finocchi, mandorle e Mandòla. Terminate con un ultimo strato di crema di finocchi, decorando con le mandorle. Fate raffreddare in frigorifero per almeno 6 ore. Servite con insalatina e formaggio tipo grana a scaglie.



*Per chi non lo conoscesse, la Mandòla è il salame dal prosciutto, un eccellente salume a breve stagionatura per palati sopraffini. Si tratta di un impasto di carne magra di prosciutto, fresca, non congelata. Senza glutine e senza lattosio.


E' un piatto divenuto famoso per la sua peculiare piccantezza: stiamo parlando del chili messicano, di cui presento la mia versione con peperoni agrodolci. Si tratta di una portata a base di carne con aggiunta di spezie quali cipolla, peperoncino e nella ricetta originale anche cumino.
Nella versione originale del piatto venivano usati pezzi tagliati grossi di manzo, ma negli ultimi anni, anche per venire incontro ai gusti più "raffinati" delle persone, i pezzi di carne vengono tagliati in maniera meno grezza e più piccola, cosa che ha portato ad avere un gusto maggiormente delicato, sempre con aggiunta di fagioli e pomodoro per insaporire il tutto.
Le storie più accreditate fanno risalire l'origine di questa ricetta al 1840 nello Stato del Messico, derivata da tribù indiane.
Questo alimento è diventato ormai una ricetta conosciuta in tutto il mondo e apprezzata anche dai palati più delicati anche perché la quantità di peperoncino varia (oltre che di alcuni prodotti in esso inseriti) a seconda dei gusti quindi si può dire che oggi esistono varie ricette di chili.

Ingredienti:

500 gr di carne macinata di manzo
1 cipolla bianca
1 cipolla rossa
300 g di peperoni agrodolci
400 g di pomodori pelati
400 g di fagioli neri
un cucchiaio di misto spezie (peperoncino fresco, coriandolo, cumino)
sale (alcuni dicono che il sale non venisse usato prima dell'arrivo degli spagnoli)
3 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 cucchiaino di zucchero
2 bicchieri di birra chiara

Prima di illustrarvi la ricetta, vi ricordo che ricordando che i fagioli vanno messi un pò prima dei pomodori (circa un’ora ancora di più se si usano fagioli secchi che andranno messi in ammollo la sera prima e immessi nella pentola come al solito).
Si fa saltare in padella la carne di manzo insieme a un po' di olio fino a che la carne non si va a dorare, si aggiungono quindi le cipolle e i peperoni agrodolci tagliati abbastanza regolarmente insieme a peperoncino (non usare il peperoncino in polvere perché con la cottura perde molto del suo potere), sale quanto basta, cumino e coriandolo, miscelando il tutto e facendolo rosolare per cinque minuti.
In una ciotola a parte intanto si schiacciano i pomodori pelati aggiungendo il concentrato di pomodoro insieme allo zucchero (ne basterà un cucchiaino) e la birra chiara. In una pentola fonda si versa il sugo di pomodoro unendovi la carne preparata nella padella portando quindi a ebollizione e continuando a cuocere per un tempo variabile tra i quaranta minuti e un’ora a seconda di quanto grossa si sarà tagliata la carne. Ricordatevi quanto detto all’inizio per i fagioli.
Il chili si accompagna molto bene alle tortillas messicane che altro non sono che piadine simili a quelle della tradizione italiana anche se fatte senza lo strutto e usando la farina di mais mista in quanto a finezza (due terzi di farina di mais fine e un terzo media grana): per chi non volesse mettersi a cucinare anche le tortillas, basterà che si guardi nei supermercati più forniti per reperire le tortillas originali, anche se industriali.

NB: Le tortillas originali non hanno nulla a che vedere con quelle industriali che vengono comunque bene ma non hanno lo stesso sapore (come per tutti i piatti di origine industriale).

Fonte: indianiamerica.it


L’anno scorso, durante una cena de “La Rassegna Gastronomica d’Autunno”, che si svolge ogni anno nel mio amato Lodigiano, ricevetti in regalo un ricettario particolare. Più che una pubblicazione, è un viaggio vero e proprio tra i sapori della Lombardia e le Strade dei Vini. Tra le svariate ricette, tutte a mio parere uniche e interessanti, nel capitolo dedicato alla gastronomia del Franciacorta, spiccava questo Risotto allo Spumeggio. In occasioni importanti come ad esempio un cenone di Capodanno, la bottiglia di vino può essere posta al centro di un piatto da portata capiente, circondata dal risotto che così verrà “bagnato” dallo spumante fuoriuscito dalla bottiglia (la fonduta servita a parte). Io vi riporto la classica versione. Mi dispiaceva consumare un’intera bottiglia di Franciacorta brut (anche se io ho usato una versione “mignon” da 375 cc), dal momento in cui l’abbiamo degustato solo in due…
Con questa ricetta vi ricordo l’appuntamento mensile de L’Italia nel piatto. Per il 2 ottobre vi proponiamo il tema: Uva e Vino (dalla vigna alla cucina). Chi meglio della Franciacorta poteva rappresentare questo nobile titolo? ;-)

Ingredienti per 4 persone:

300 g di riso della Lomellina
100 g di burro
150 g di Grana Padano Dop
100 g di panna fresca
25 g di fecola di patate (o maizena)
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
1 lt di brodo leggero di carne
1 bicchierino di cognac
250 ml di latte
2 tuorli d’uovo
1 bottiglia di vino Franciacorta Brut (anche da 375 cc)

In un recipiente a bagnomaria mettere 70 g di burro, il latte, la panna e 130 g di Grana Padano, cuocere per 20’ circa con l’acqua in continua ebollizione.
Aggiungere i tuorli d’uovo, mescolare bene, e aggiustare la densità con la fecola stemperata in poca acqua. La fonduta dovrà risultare densa e cremosa.
Preparare il risotto tostando il riso con l’olio, sfumando con il cognac, conducendo la classica cottura con il brodo di carne. Mantecare con il restante burro e il Grana Padano.
Stendere il risotto su 4 piatti capienti, mescolare con una frusta la fonduta ben calda con il Franciacorta fatto fuoriuscire dalla bottiglia dopo avervi inserito un cucchiaino da caffè di zucchero di canna. Prima di servire, lasciar mantecare ancora per qualche minuto. Spargere uno strato di salsa sul risotto e servire subito.






E ora un salto nelle altre regioni d'Italia:

Trentino-Alto Adige: Strudel altoatesino d'uva e mandorlehttp://afiammadolce.blogspot.com/2014/10/strudel-altoatesino-duva-e-mandorle.html
Friuli-Venezia Giulia: Pierçolade o zuppa di pesche http://ilpiccoloartusi.blogspot.com/2014/10/piercolade-per-litalia-nel-piatto.html
Lombardia: Risotto allo Spumeggiohttp://kucinadikiara.blogspot.com/2014/10/risotto-allo-spumeggio.html
Veneto: Mosto d'uva cotto https://ely-tenerezze.blogspot.it/2014/10/mosto-duva-cotto-per-litalia-nel-piatto.html
Valle d'Aosta: Filetto con riduzione al Torrette http://atuttopepe.blogspot.com/2014/10/filetto-con-riduzione-al-torrette-la.html
Liguria: torta di pane e miele (torta de pan e amè) http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2014/10/litalia-nel-piatto-uva-e-vino.html
Emilia Romagna: Sugo d'uva http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2014/10/sugo-duva-per-litalia-nel-piatto.html
Lazio: Ciambelle al mosto http://beufalamode.blogspot.com/2014/09/ciambella-al-mosto-per-litalia-nel.html
Toscana: Schiacciata con l'uva e crema al vin santo http://acquacottaf.blogspot.com/2014/10/schiacciata-con-luva.html
Marche: Crescia co lu paulittu http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.com/2014/09/crescia-co-lu-paulittu-ricetta-tipica.html
Abruzzo:Confettura d'uva Montepulciano d'Abruzzo http://ilmondodibetty.blogspot.com/2014/10/confettura-duva-montepulciano-dabruzzo.html
Molise: Pasta vinnisca http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2014/09/dalla-vigna-alla-cucina-pasta-vinnisca.html
Umbria: Maritozzi con il mosto http://amichecucina.blogspot.com/2014/10/maritozzi-con-il-mosto-per-litalia-nel.html
Basilicata: Cotto d'Uva http://blog.alice.tv/profumodicannella/2014/10/01/cotto-duva-vincotto-mosto-cotto-saba-o-sapa
Campania: Ciambelle al vino http://www.isaporidelmediterraneo.it/2014/10/ciambelle-al-vino.html
Puglia: U Cuètte (Vincotto) - http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2014/10/cucina-pugliese-u-cuette.html
Calabria: Gurpinella di mustardahttp://ilmondodirina.blogspot.com/2014/10/gurpinella-di-mustarda.htm
Sicilia: La mostata sicilianahttp://burro-e-vaniglia.blogspot.com/2014/10/mostata-siciliana.html
Sardegna:Tiliccas o caschettas dolci sardi alle mandorle http://blog.giallozafferano.it/vickyart/tiliccas-o-caschettas-dolci-sardi-alle-mandorle

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Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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