Kucina di Kiara
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Oggi una ricetta semplice, da realizzare con tutte le verdure tipiche di questo periodo! Tutti pronti? Partiamo...


Ingredienti per 6-8 persone (stampo diam. 22 cm)

Per la pasta matta al grano saraceno:

200 g di farina 00
50 g di farina di grano saraceno
100 g di acqua a temperatura ambiente (frizzante o normale)
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale
1 cucchiaio di spezie a scelta come timo, origano, rosmarino oppure una manciata di erbe fresche come basilico, prezzemolo, timo, origano ecc... (facoltativo)

Per la farcitura:

200 g ricotta vaccina
1 uovo piccolo
1 scalogno tritato finemente
200 g di zucca già pulita e mondata, ridotta a tocchetti Bioexpress
100 g di cavolo viola lavato, pulito e ridotto a listarelle Bioexpress
2 zucchine piccole lavate, mondate e ridotte a tocchetti Bioexpress
30 g di Grana Padano grattugiato
olio extravergine d'oliva qb
sale qb
pepe qb
qualche rametto di timo fresco

Iniziate la preprazione della Torta salata rustica autunnale preparando la pasta matta: riunite la farina e formate una fontana, aggiungete l’acqua, l’olio e il sale. Impastate con le mani partendo dal centro e inserendo a poco a poco farina laterale verso le parti liquide. Infine impastate raccogliendo tutti gli ingredienti con movimenti energici fino ad ottenere un panetto liscio e omogeneo e sigillate in una pellicola per alimenti. Lasciate riposare 30 minuti prima di stendere l’impasto. 
 
In un'ampia padella, fate scaldare due cucchiai di olio quindi rosolate lo scalogno e, quando sarà dorato, aggiungete le verdure e continuate a cuocere per circa 10-15 minuti. Fate intiepidire e, direttamente nella padella (così non sporcate ulteriormente altre ciotole), aggiungete il Grana, l'uovo, il timo e la ricotta. Mescolate bene e aggiustate di sale e pepe.

Stendete, su un foglio di carta da forno, la pasta matta al grano saraceno a uno spessore di circa 3-4 mm. Rivestite lo stampo e tagliate la pasta in eccesso (vi servirà per creare poi la griglia). Riempite con il composto di verdure e livellate bene. Completate con decorazioni realizzate con gli avanzi della pasta.
 
Infornate a 180°C in forno caldo ventilato per circa 40-45' o comunque fino a doratura.
 
Servite.


La melagrana è come la rosa: ai miei occhi rappresenta la passione. Con il suo intenso color cremisi e i suoi chicchi dolci e aspri, non può che far breccia in ogni cuor. Tutto questo amore, l'ho ritrovato anche in questo dolce palestinese. Una torta alle mandorle densa, umida, guarnita con mascarpone cremoso. Una delizia. 


Torta della passione alla melagrana


Ingredienti per una teglia a bordi alti di 20 cm:

PER LA TORTA


200 g di burro
170 g di zucchero
4 uova sbattute appena
1/4 di cucchiaino di sale
100 g di farina
1/2 cucchiaino di sale fino
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
270 g di farina di mandorle
la scorza di 1 limone non trattato grattugiata fine
3 cucchiai di succo di limone
2 cucchiai di miele
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

Fiordifrutta al Melagrano Rigoni di Asiago qb

PER GUARNIRE


chicchi di melagrana Bioexpress
2 cucchiai di zucchero superfino
250 g di mascarpone
3 cucchiai di yogurt greco
1 cucchiaio di zucchero a velo

Scaldate il forno a 160°C (modalità ventilato)
Imburrate una teglia a bordi alti di 20 cm e rivestitela di carta forno. 

In una ciotola grande lavorate il burro e lo zucchero con le fruste elettriche. Quando il composto sarà omogeneo, unite le uova un po' per volta. Incorporate la farina, il sale, il lievito e le mandorle con un cucchiaio grande. Unite la scorza e il succo di limone, il miele e la vaniglia, poi versate nella teglia. Cuocete per 40-50 minuti finché uno stuzzicadenti inserito al centro non uscirà pulito. 

Quando sfornate la torta, ancora calda, fate dei fori con il manico di un cucchiaio di legno su tutta la superficie. Con l'aiuto di una sac-a-poche e l'utilizzo di un beccuccio fine, inserite in ogni buco la Fiordifrutta al Melograno.
Lasciate raffreddare nella teglia, poi tiratela fuori e disponetela su un piatto da portata.

Mettete i chicchi di melagrana con lo zucchero in una ciotola piccola per almeno 30 minuti. Mescolate il mascarpone e lo yogurt con lo zucchero a velo e stendetene uno strato spesso sulla torta. Terminate con i chicchi di melagrana e il loro succo.


Anche questa ricetta è tratta dal libro Zaitoun: ricette e storie della cucina palestinese. Ringrazio Yasmin Khan, l'autrice.



Altra ricetta sfiziosa realizzata con i fantastici salumi La Rocca. Una garanzia di bontà!



Tartellette al grano saraceno con crema di patate al tartufo e salame piacentino Dop

Ingredienti per 2 tartellette:

Per la pasta matta al grano saraceno:
200 g di farina 00
50 g di farina di grano saraceno
100 g di acqua a temperatura ambiente (frizzante o normale)
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale

Per la crema di patate al tartufo:
3 patate grandi bio
100 g di salame piacentino tagliato a fette sottili, possibilmente con l’affettatrice
100 g di panna fresca
2 cucchiai di tartufo macinato
sale

Per prima cosa prepariamo la pasta matta: riunite la farina a fontana, aggiungete l’acqua, l’olio e il sale. Impastate partendo dal centro e inserendo a poco a poco farina laterale verso le parti liquide. Infine raccogliete tutti gli ingredienti con movimenti decisi fino a ottenere un bel panetto liscio e omogeneo e sigillate in una pellicola per alimenti. Lasciate riposare in frigorifero per almeno 30 minuti prima di stendere l’impasto.

Sbucciate le patate e lessatele in acqua poco salata per circa 30 minuti, scolatele, passatele allo schiacciapatate facendole cadere in una ciotola. Aggiungete la panna, poca per volta e il tartufo macinato, mescolate bene e aggiustate di sale.

Riprendete la pasta al grano saraceno, stendetela a uno spessore di 3-4 mm e foderate due stampi per tartelletta aiutandovi con la carta da forno oppure imburrando e infarinando gli stampini.

Bucherellate tutta la superficie, ricoprite con legumi o gli appositi pesetti e cuocete le tartellette in bianco per circa 30 minuti a 200°C.

Estraete dal forno e fate intiepidire quindi, aiutandovi con un cucchiaio o una sac-a-poche, riempite l’interno di ciascuna tartelletta con la crema di patate al tartufo e decoratene la superficie con fettine di salame. Servite.




Oggi voglio offrirvi una fetta di questa squisita torta salata!

Vediamo insieme come prepararla:

TORTA SALATA DI FAGIOLINI, PATATE E MANDORLE

350 g di fagiolini già puliti Bioexpress

4 patate medie Bioexpress

1 cipolla piccola Bioexpress

2 uova intere

2 cucchiai di Grana Padano grattugiato

40 g di mandorle a lamelle

2 cucchiai di pesto 

qualche rametto di origano fresco 

burro

pangrattato 

olio extra vergine d'oliva

sale e pepe

Spellate le patate, lavatele e fatele cuocere in acqua fredda per circa 20 minuti da quando iniziano a bollire. Scolatele, schiacciatele con lo schiacciapatate e raccoglietele in una ciotola lasciandole raffreddare completamente. Aggiustate di sale.

Lessate i fagiolini in acqua in ebollizione leggermente salata per 7-8 minuti. Scolateli e tritateli grossolanamente.

Sbucciate e tritate la cipolla e rosolatela dolcemente con 2 cucchiai d'olio evo in una padella antiaderente. Aggiungete i fagiolini e fate insaporire per qualche minuto a fiamma dolce. Uniteli alle patate schiacciate e incorporate le uova, il grana grattugiato, il pesto, sale e pepe e le foglioline tritate di origano. Mescolate bene.

Imburrate leggermente una teglia da 22-24 cm di diametro e cospargetela con del pangrattato. Versatevi il composto e schiacciatelo bene con le mani umide. Spolverizzate con poco grana e pangrattato e decorate la superficie con qualche fiocchetto di burro e le mandorle a lamelle.

Cuocete in forno a 200°C per circa 20 minuti o finché si sarà formata una bella crosticina dorata. Sfornate e lasciate intiepidire. La torta è ottima sia tiepida che a temperatura ambiente.


culaccia

Oggi vi propongo un'idea sfiziosa, adatta a essere farcita con ciò che più amate o che avete semplicemente nel frigorifero da smaltire.



Ciambelle farcite di Asiago, radicchio e Culatta

Ingredienti per 4 ciambelle:

175 g farina 00
100 g formaggio Asiago
30 g di Grana Padano grattugiato
1 uovo
60 g radicchio rosso
40 g burro morbido
5 g lievito di birra
Culatta piacentina a fette Salumificio La Rocca
semi di sesamo, papavero e lino
sale

Sciogliere il lievito in 25 g di acqua tiepida. Sbattere leggermente l’uovo con una forchetta.
Impastare la farina con 30 g di Grana Padano grattugiato, l’acqua con il lievito e l’uovo, poi unirvi un pizzico di sale, il burro e proseguire fino a ottenere una pasta morbida ed elastica; far lievitare in una ciotola sigillata con pellicola per circa 2 ore.
Stendere la pasta su un piano infarinato allo spessore di circa 1 cm e ricavarne 8 dischi con un tagliapasta (ø 7 cm circa); poi, per ottenere le ciambelline, tagliare al centro ogni disco con un tagliapasta più piccolo (ø 2 cm circa).
Adagiare le ciambelline su una placca foderata di carta da forno, spennellarle con dell’acqua, spolverizzarle con i semi misti e lasciatele lievitare per altri 10’.
Cuocere le ciambelle in forno caldo, preriscaldato a 180°C per circa 30 minuti o comunque fino a doratura, poi tagliarle a metà orizzontalmente e farcirle con fettine di Asiago, foglie di radicchio e Culatta a fette.


culatta

crostata Ottolenghi

Finalmente vi mostro la mia prima crostata realizzata con il fatidico stampo tourbillon! L'ho desiderato così tanto! Di certo non è facilissimo il montaggio, ci vuole molta pazienza e delicatezza, ma se ce l'ho fatta io può riuscirci chiunque!

La torta di per sè non è difficile da realizzare, bisogna solo armarsi di tempo. Magari potete preparare le varie basi il giorno prima e assemblarla poi quello dopo. Ma vi assicuro che è divertente e appagante. Credo che le foto parlino da sole.
Per la frolla, ho provato a usare quella di Ottolenghi. Direi che con quella di Massari è una bella lotta. Sul podio entrambe.
Per il cremoso al cioccolato, mi sono affidata al bellissimo (e dai, anche bravissimo, Damiano Carrara).

fiordifrutta


Ingredienti per la base di frolla per uno stampo da 22 cm:
300 g di farina 00
90 g di zucchero a velo
1/4 di cucchiaino di sale
200 g di burro freddo a dadini
La scorza di 1 limone grattugiata
1 tuorlo grande
20 ml di acqua fredda

Ingredienti per il cremoso al cioccolato:

Per la crema inglese: 
140 g di panna fresca
140 g di latte
28 g di zucchero
3 tuorli grandi

Montate lo zucchero con i tuorli.
A parte, scaldate il latte e la panna portandoli quasi al bollore.
Aggiungete il composto di tuorli e zucchero e portare a 85°C.

Per il cremoso al cioccolato:
335 g di crema inglese
165 g di cioccolato fondente

Versate la crema inglese sul cioccolato ridotto in scaglie e con una frusta mescolate fino a lisciare. Coprite la superficie con pellicola, aderendo bene al composto e fate raffreddare. Poi mettetelo in frigorifero.

Preparate la pasta frolla.
Mischiate la farina, il sale e lo zucchero in una ciotola, aggiungete il burro e lavorate velocemente fino a ottenere una consistenza sabbiosa, aggiungete quindi l’acqua con il tuorlo leggermente sbattuto e la scorza. Impastate e avvolgete nella pellicola. Lasciate riposare il frigorifero.

Preparate ora il tourbillon ai lamponi.
Ho cercato in rete diverse ricette per realizzarlo, ma ho deciso di optare per la strada meno complicata, essendo la prima volta.

Per il tourbillon ai lamponi:
200 g di Fiordifrutta ai lamponi Rigoni di Asiago
1 foglio di colla di pesce

Reidratate il foglio di gelatina in acqua fredda (ci vorranno una decina di minuti); in un pentolino scaldate la Fiordifrutta ai lamponi, aggiungete la colla di pesce prelevata e strizzata dall'acqua. Mescolate bene, facendo sciogliere la gelatina, quindi versate il composto negli stampi. Io ho usato uno stampo doppio in silicone dal diametro di 12 cm (ciù is mei che uan). Fate raffreddare, quindi mettete in frigorifero a rassodare.

Estraete la frolla dal frigorifero, stendetela a uno spessore di circa 4 mm. Imburrate e infarinate uno stampo a cerniera e rivestitelo con la frolla. Cuocete il guscio in bianco (usando gli appositi pesetti) a 180°C per circa 25-30 minuti o comunque fino a che la superficie risulterà dorata. Fate raffreddare.

Tutti questi passaggi io li ho fatti il giorno prima.
La mattina dopo ho assemblato la torta.

Per prima cosa versate il vostro cremoso nel guscio di frolla. Stendete bene.
Estraete il tourbillon dal frigo e, con ESTREMA DELICATEZZA, toglietelo dallo stampo in silicone e appoggiatelo sul cremoso. Decorate a piacere. Io ho usato frutti di bosco, biscottini realizzati con gli scarti della pasta frolla, foglioline di menta e zuccherini colorati.

crostata tourbillon

riso in cagnone

Per questa uscita de L'Italia nel Piatto, abbiamo pensato di proporvi I Cereali, quelli locali. Per la Lombardia la scelta è caduta inevitabilmente sul riso. La storia del riso, si sa, è lunga quanto il mondo. Questo cereale è interessante per tanti aspetti. Si tratta di uno dei cereali più diffusi al mondo e più importanti per l’alimentazione umana.

Con quasi 70 mila ettari di risaie, il territorio che comprende Pavia, l’Oltrepò e la Lomellina è una terra dedicata alla coltivazione del riso, tanto che uno dei piatti simbolo della gastronomia locale è proprio il risotto alla certosina, che vi proporrò in un secondo tempo.

Il cereale fu introdotto nel nord della Penisola da Galeazzo Maria Sforza nel lontano ‘400, il quale lo impiantò proprio in questa zona paludosa del ducato.

Da qui il riso si diffuse in tutta Italia. Diventò la base dell’alimentazione dei contadini, che lo trasformavano in risotto con tutto quello che di commestibile disponevano e lo consumavano anche come dolce.

Le risaie abbondavano di un altro cibo tipico del pavese, le rane, oggi quasi scomparse per il massiccio impiego di diserbanti e che, apportatrici di proteine animali, venivano catturate dai contadini e cucinate in svariati modi dando origine a molti piatti tradizionali della zona e della Lombardia (riso e rane, rane fritte, rane in guazzetto).

Ma per questa uscita ho pensato di proporvi un riso dal nome insolito, il Riso in Cagnone. 
La denominazione viene dal lombardo cagnun = larva d’insetto, un nome forse non proprio appetitoso, lo so. Il riso viene inteso come larve biancastre, per l’aspetto che i chicchi assumono dopo la cottura. Questo titolo, riso in cagnone alla milanese, era diffuso in italia e noto, tanto che lo troviamo nella cucina casereccia stampata a Napoli nel 1828.

Riso, burro, Grana Padano e profumo di aglio e salvia: pochi ingredienti da maneggiare con cura.
Quello in cagnone è un riso che non deve essere mantecato, un piatto davvero antico, diverso dai risotti a cui siamo abituati: per questo è meglio non scegliere il Carnaroli ma una delle varietà indicate negli ingredienti, che hanno una cottura più omogenea nella bollitura e che danno quell’effetto colloso che è tipico di questa preparazione.

riso

Ingredienti per 6 persone: 
320 g di riso tipo Baldo o Vialone Nano
50 g di burro (la ricetta originale ne prevedeva 200 g)
1 spicchio d'aglio
6 foglie di salvia
80 g di grana padano grattugiato
sale
pepe (se piace)

Cuocere il riso molto al dente in abbondante acqua salata.
Calcolare la giusta quantità di acqua, che deve essere assorbita interamente, è tra le difficoltà maggiori in questa preparazione: ogni riso si comporta in modo diversa, non solo in base alla varietà, ma anche a seconda del lotto di lavorazione. Quindi occorre prestare la massima attenzione.
Generalmente si calcolano tra gli 800 ml e il litro di acqua per 320 g di riso, sufficienti appunto per 5-6 persone.
Si lascia cuocere per 15-17 minuti, poi lo si “pesca” con una schiumarola: non deve essere completamente asciutto, deve restare un po’ liquido. Anche in questo passaggio bisogna stare attenti, per trovare il giusto punto di cottura: l’anima del chicco si deve sentire ancora.
Si trasferisce il riso nel piatto e lo si copre con abbondante Grana.
A parte si fa rosolare il burro con una testa di aglio. Tanto burro, non stiamo facendo un piatto “light”, ma un piatto che un tempo doveva dare sostentamento a chi lavorava nei campi. Quindi generalmente per i 320 grammi di riso bisognerebbe sciogliere 200 grammi di burro (io ovviamente ne ho messo meno, visto che non devo andare a lavorare nei campi....). Aggiungiamo la salvia al burro color nocciola e lo versiamo sopra il riso (scartando prima l'aglio) mentre è ancora caldo: lo dobbiamo sentir sfrigolare.
Servire subito, va consumato caldissimo.
Se vi piace, potete dare una spolverata con pepe macinato al momento.

risotto in cagnone


italia nel piatto

E ora vediamo cos'hanno preparato le altre regioni:

Valle d’Aosta: Farinata di segale
Piemonte: Polenta di furmentìn con salsa ai porri
Liguria: Il Bernardo di Ventimiglia
Lombardia: Il riso in cagnone
Trentino-Alto Adige: Schlutzkrapfen - Mezzelune tirolesi
Veneto: Torta di riso ai profumi mediorientali (con riso del delta del Po)
Friuli-Venezia Giulia: Paparot - Minestra di polenta e spinaci friulana
Emilia-Romagna: Risotto alla modenese
Toscana: Torta di farro della Garfagnana
Umbria: Zuppa di farro e patate
Marche: Zuppa di zucca e farro
Lazio: Supplì di farro

Abruzzo: Crostata di Solina di composta di mele cotogne
Molise: Pannocchio, panettoncino al mais di Campobasso
Campania: Pane con farina tipo 1 da grano tenero "Autonomia" del beneventano
Puglia: Grano all’arrabbiata con funghi cardoncelli
Basilicata: I cereali nella cucina lucana
Calabria: Riso di Sibari ai sapori di Calabria
Sicilia: Spaghetti di Tumminia con Cavolfiore e Olive Nere
Sardegna: Risotto ai funghi porcini, salsiccia secca sarda e Casizolu su Pistoccu di Montresta
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Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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