Kucina di Kiara
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Ingredienti per 4 persone:
350 g di riso carnaroli
3 peperoni
1 cipolla
3 pomodori
1 rametto di rosmarino
olio evo
brodo vegetale
In un tegame scaldate l’olio e lasciatevi appassire la cipolla tritata finemente. Quando è dorata unitevi i pomodori spellati, privati dei semi e tagliati a pezzettini, un po’ di rosmarino tritato e i peperoni mondati e tagliati a tocchetti (io li ho cotti precedentemente per mezz’ora in forno, privandoli poi della buccia, per renderli più digeribili). Fate cuocere 5 minuti, poi unite il riso e mescolate bene per far assorbire il condimento. Aggiungete un mestolo di brodo caldo e continuate la cottura come si fa per un normale risotto. 
Tovaglietta Green Gate
Ciao  tutti...oggi non voglio tediarvi con i miei pensieri...sono troppo accartocciati ultimamente...vi lascio alla ricetta, quella di un pane speciale, fragrante e profumato. Si chiama "Pane di maggio", ma ciò non toglie che possiate prepararlo anche nei restanti mesi dell'anno!
Ingredienti per un pane di ca. 800 g:
350 g di farina 0
50 g di farina di grano duro
50 g di farina di riso
50 g  di strutto
20 g di lievito di birra
12 g di sale
farina di mais fine (fioretto)
Setacciate 250 g di farina 0 in una ciotola, aggiungete il lievito sbriciolato e versate 150 g di acqua tiepida. Impastate per ca. 5’, poi trasferite il composto sulla spianatoia e lavoratelo fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo.
Modellate l’impasto a sfera, mettetelo in una ciotola e copritelo con un telo inumidito con acqua tiepida e ben strizzato. Lasciatelo lievitare a 28°C per ca. 50’, fino a quando triplica il volume. Unite all’impato lievitato la faina 0 rimasta, quelle di grano duro e di riso, lo strutto, il sale e 80 g di acqua. Sulla spianatoia impastate fino ad ottenere un composto più morbido ed elastico della classica pasta da pane. Rimettete l’impasto a lievitare in una ciotola, per altri 45’ a 28°C*.
Cospargete la spianatoia con la farina di mais, allargatevi l’impasto con le mani, piegatelo in tre su se stesso: aiutatevi sollevando i lembi alle estremità con un raschietto. Trasferite la pasta su una teglia ricoperta con carta da forno, spolverizzatene la superficie con altra farina di mais e appiatti tela allo spessore di ca. 1 cm. infine, segnatela con le dita come se fosse una focaccia.
Lasciate lievitare ancora per 50’ fino a quando la pasta raddoppierà di volume. Con un raschietto largo 10 cm praticate delle incisione irregolari. Cuocete in forno preriscaldato per 25’ a 200°C.
*La pasta da pane non aumenta di volume se si trova in un ambiente particolarmente freddo o percorso da correnti d’aria. In questi casi conviene sempre usare il forno come camera di lievitazione. Mentre si prepara il primo impasto si accende il forno a 50°C. Successivamente si spegne e si verifica la temperatura con l’aiuto di un termometro (deve essere intorno ai 28°C-30°C), quindi si inserisce la ciotola contenente l’impasto, coperta dal canovaccio inumidito.
Ricetta tratta da La Cucina Italiana – maggio 2008


...e finalmente quel giorno arrivò!
E' arrivato proprio oggi, nel pomeriggio, il momento che tanto aspettavo! Ci si diceva che prima o poi ci saremmo conosciute di persona...ma lei a Londra, io a Lodi...poi l'arrivo di Iris ha rallentato ulteriormente i progetti...ma alla fine sono bastate un po' di pazienza (3 anni per esser precisi...o sbaglio diretta interessata?) e buona volontà et voilà...oggi abbiamo potuto abbracciarci! Lei mi ha riconosciuta addirittura da dietro (deve aver avuto nascosto da qualche parte un paio di occhiali ad infrarossi, di quelli che si usano nelle missioni speciali...), io che me la sono ritrovata davanti, bella come il sole, proprio come me l'aspettavo! Che gioia conoscerti di persona Barbara! Peccato solo aver passato insieme così poco tempo! Saltavo da un discorso all'altro, avrai pensato che sono un po' matta...ehehehehe, ma erano talmente tante le cose che avrei voluto dirti e che ancora non ti ho detto, che...avevo la testa pieni di pensieri che facevano a botte pur di uscire per primi! :-) Sei proprio come credevo che fossi, una persona splendida e trasparente! Speriamo si ripresentino altre occasioni, così ci possiamo scattare anche qualche foto insieme, vero? :-)

E ora la ricetta...

Come ho aspettato così tanto tempo per incontrare Barbara, anche questa ricetta ha dovuto aspettare la bellezza di sei mesi prima di poter essere pubblicata, ma alla fine sono stata ricompensata da tanta pazienza...tutto iniziò quando scoprii il fantastico blog La ciliegina sulla torta. E' bellissimo, non si può non innamorarsene. E da lì ho preso l'ispirazione per la realizzazione di questo estratto. Detto fatto, ora ho un estratto che non ha niente a che vedere con la chimica vanillina. Sapore, odore, aroma, tutto completamente diverso. Provare per credere! Il viaggio in Madagascar di mio cognato ha facilitato il tutto...mi ha letteralmente sommersa di bacche di vaniglia dal profumo intenso e inebriante...

Riporto qui di seguito, pari pari, copiato e incollato, il procedimento per la realizzazione dell'estratto di vaniglia home made. Per tutti i dettagli vi rimando direttamente al blog La ciliegina sulla torta.

Come realizzare l’estratto di vaniglia in 5 semplici passi

1. Procurarsi una discreta quantità di bacche di vaniglia di buona qualità, io ho utilizzato la qualità Bourbon proveniente dal Madagascar, dall’aroma più standard e meno intenso rispetto alla qualità Tahiti (che adoro). Quali caratteristiche ci permettono di stabilire la qualità della vaniglia? Innanzitutto i baccelli devono essere “grassi” e non secchi, morbidi (non mollicci!) e belli lucidi, devono risultare flessibili (se il baccello si spezza non va per niente bene), devono trasudare olio ed avere una buona quantità di semi all’interno; last but not least, il profumo la dice tutta sulla qualità, ma per questo non posso aiutarvi molto, più baccelli passeranno sotto il vostro naso più imparerete a “sentire” quando la vaniglia è buona. Ah, servirà anche della buona Vodka, non importa quale, a noi interessa che contenga circa il 40% di alcol, in modo da avere la concentrazione ottimale per l’estrazione (qui trovate in PDF uno studio piuttosto interessante sull'argomento). In alternativa, facendo due calcoli, è possibile preparare una soluzione al 40% di alcol, andrà benissimo.

2. Pesare 60 g di baccelli (una quindicina, a seconda delle dimensioni) per ogni mezzo litro di vodka, queste sono le proporzioni per ottenere un estratto che possa essere definito tale.

3. Aprire i baccelli a metà nel senso della lunghezza, in modo da avere i semi esposti, tagliarli a pezzetti piccoli ed introdurli in una bottiglia di vetro scuro capiente (se si intende usare mezzo litro di vodka prendere una bottiglia da 1 litro, in modo da poter agitare comodamente il tutto) assieme alla vodka. Il fatto di tagliare i baccelli a pezzetti non è tanto dovuto alla migliore estrazione, quanto alla praticità di non doversi sempre accertare che tutti i baccelli siano completamente immersi nella vodka.
4. Chiudere bene la bottiglia, dare una prima vigorosa “scecherata” e riporre in un luogo fresco e buio; ripetere quest’operazione di frequente, diciamo una volta al giorno per i primi 15 giorni e, successivamente, una volta alla settimana o quando ve ne ricordate.

5. Dopo 6 mesi l’estrazione dovrebbe essere completa, non resta che filtrare il tutto e cominciare ad utilizzarlo nelle varie preparazioni. In realtà l’estratto si può incominciare ad utilizzare dopo il terzo mese ma la differenza c’è, infatti, passati i tre mesi l’estratto continua a diventare via via più denso e scuro e l’odore di alcol tende a lasciare sempre più spazio alla vaniglia, fino a sparire completamente (bisognerebbe addirittura lasciarlo riposare altri 6 mesi per permettere all'aroma di perfezionarsi). L’aroma dell’estratto tende a migliorare con il tempo e non ha una scadenza.
Come si usa?

Questo estratto è molto concentrato rispetto a quelli industriali, si utilizza soprattutto quando la preparazione non prevede un’infusione (in quei casi si usano i baccelli) o quando non avete tempo di aprire e raschiare i semi o perché magari, per qualche strano motivo, non volete che si vedano i “puntini”. Le quantità variano in base ai gusti e alle preparazioni, una volta fatta la mano ci si abitua. Se può esservi d’aiuto, io uso circa un cucchiaino da tè colmo di questo estratto là dove andrei ad utilizzare una bacca.



Finalmente lunedì scorso, dopo settimane e settimane (anzi, dopo mesi e mesi) sono riuscita ad incontrarmi con Debora...mamma che bello vederla, anzi, vederli! C'era la famiglia al completo! Belli loro, ma bello soprattutto lui: il piccolo Samu! E' da mangiare! E' tenerissimo, simpaticissimo, un amore fatto a bambino! Invece Iris si è trasformata nella reincarnazione di Attila! A fatica riuscivo a chiudere un discorso con Deb perchè, immancabilmente, la piccola peste andava a ficcare il naso (e non solo quello) laddove non doveva...ci credete che sono tornata a casa ESAUSTA? Vabbè, fa tutto parte del pacchetto...invece lunedì prossimo, udite udite, io e Debora andremo ad abbracciare (stile Carramba che sorpresa) niente popò di meno che: Barbara!!!!! Se ci penso non riesco neanche a crederci! Ovvio che poi avrete tutti i dettagli...adoro queste rimpatriate!!!! E ora, ricetta:
Ingredienti:
60 g di ciliegie a dadini
275 g di farina 00
75 g di farina di mandorle
una bustina di lievito
225 g di burro morbido
225 g di zucchero
4 uova
zucchero in granella per decorare
Scaldate il forno a 160°C. mettete tutti gli ingredienti nella ciotola del robot e sbattete per circa un minuto fino a che l’impasto non diventa cremoso e omogeneo. Versatelo quindi nello stampo ricoperto di carta da forno e infornate per un’ora e 30’, finchè il dolce sarà sodo e dorato (fate sempre la prova con lo stecchino, che dovrà risultare asciutto una volta inserito ed estratto dal centro del dolce). Lasciate raffreddare per 10’ nello stampo prima di sformare e lasciate raffreddare completamente.


Oggi vorrei parlarvi dell’origine del risotto, la cui preparazione, si sa, è abbastanza elaborata. Il risotto è un’autentica avventura gastronomica che comincia con un soffritto, prosegue con la tostatura del riso (e degli eventuali ingredienti aggiunti) e procede con la graduale aggiunta del brodo: un mestolo ogni volta che la quantità versata in precedenza è stata assorbita. Il risotto deve quindi cuocere per 15-18 minuti nel brodo aggiunto poco alla volta. In questo modo le massaie di una volta potevano porre la pentola accanto alle braci e, rimestando dolcemente, lasciare che il riso cuocesse lentamente, insaporendosi a dovere. E’ il caso della cottura tradizionale del Risotto alla pilota – da “piloti”, come venivano chiamati gli operai addetti alla pilatura del riso, piatto tipico della fascia di Pianura Padana al confine tra le provincie di Mantova e Verona, zona di produzione del celebre Vialone nano. Come tutte le ricette tradizionali, anche il risotto ha i suoi segreti, eccone alcuni: è da preferire riso proveniente da coltivazione biologica e, prima di utilizzarlo, mondarlo, cioè eliminare i chicchi rovinati e le eventuali impurità. C’è chi consiglia l’uso della pentola di rame (meglio se vecchia e ricoperta di nero fumo che aiuta la diffusione uniforme del calore); altri si limitano a consigliare una casseruola inox più larga che alta e con fondo triplo; c’è chi, infine, predilige l’uso di un’ampia padella da mettere sul fuoco su una retina frangifiamma. Qualsiasi sia la pentola che si decide di utilizzare, rimestare il riso cm un cucchiaio di legno e sempre dal centro verso i bordi: il risotto, infatti, tende a cuocere più velocemente nell’area esterna del tegame.

Se invece non sapete dove acquistare un bel pacco di riso di alta qualità, vi consiglio di dare un'occhiata al sito di CouponNation. Anche per me è stata una piacevole scoperta: CupoNation è il portale di codici sconto più grande d'Italia, appositamente progettato per un’esperienza di shopping online intelligente e, soprattutto, conveniente! C'è un'intera sezione dedicata alla "Casa e dintorni" che, per noi amanti della cucina, è un vero spasso! Per non parlare dell'area "Cibo e bevande", dove si possono acquistare prodotti di alta gastronomia, rigorosamente italiani! Date un'occhiata e fatemi sapere...avevo ragione o no? :-)
Ingredienti per 4 persone: 

350 g di riso carnaroli 
2 pere 
1 cipolla 
olio extra vergine di oliva
brodo vegetale q.b. 
100 g di raspadura
caffè 

In un tegame scaldate l’olio e lasciatevi appassire la cipolla tritata finemente. Quando è dorata unitevi le pere tagliate a dadini. Cuocete per circa 10 minuti, quindi aggiungete il riso, fatelo tostare per 5’ e aggiungete un mestolo il brodo caldo, aspettando che si assorba prima di aggiungerne un altro, fino a cottura ultimata del risotto. Una volta pronto, mantecate con una bella manciata di raspadura. Servite il risotto spolverizzato da caffè e altra raspa. 



Potete trovare altri consigli utili sulla preparazione del risotto qui.

Ed eccoci di nuovo qui...ogni giorno scriverei un pensiero...lungo più o meno un chilometro perchè, aimè, non ho il dono della sintesi (paradossalmente il posto il cui lavoro si chiama La Sintesi...strano scherzo del destino, vero?). Ogni notte, prima di addormentarmi, ripasso mentalmente ciò che vorrei dirvi, le mie sensazioni, i miei stati d'animo, ma poi, di fronte alla tastiera, sembra che tutto evapori dalla mia mente...capita anche a voi? Spero proprio di non essere l'unica...altro segnale dell'età che avanza? Questo è quello che mi ripete mio marito, ma io non ci voglio credere...lui non racconta sempre la verità...non per niente ha il naso lungo! Ed io nelle favole ci credo! :-) Beh, alla fine che vi ho detto? NIENTE! Giro e rigiro intorno alle parole, come se volessi studiarle, prendere confodenza, ed intanto macino chilometri e il tempo avanza inesorabile...meglio passare alla ricetta, a qualcosa di dolce con cui consolarsi da questa vita nuda e cruda che ti bussa ogni santa mattina all'alba! E' una torta di mia mamma, della Gianna, che mangio da quando sono bambina (infatti i ricordi incalzano...). Eccovela:
Ingredienti per 6 persone:
300 g di burro
300 g di zucchero semolato
150 g di farina 00
150 g di fecola di patate
4 uova
mezza bustina di lievito
Topping al cioccolato Fabbri 1905

Mettere il burro ammorbidito in una terrina, aggiungere lo zucchero e lavorare con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una crema morbida, quindi incorporare, uno alla volta, i tuorli. Mescolare la farina con la fecola e il lievito e incorporare il miscuglio alla crema di burro; completare con gli albumi montati a neve ben soda. Imburrare e infarinare una teglia (per me quella a cerniera, diam. 28, versarvi il composto, livellarlo e cuocerlo in forno per circa 30’ a 180°C, evitando di aprirlo durante la cottura per non compromettere la riuscita del dolce. Lasciar raffreddare la torta e sformarla su un piatto da portata. Con l’aiuto di un grosso coltello (o con il filo da pesca) tagliatela in due per tutta la sua lunghezza; farcitela a piacere (marmellata, crema chantilly, crema pasticcera…). Io ho usato il topping al cioccolato Fabbri 1905.
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Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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