Kucina di Kiara
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Chi ha iniziato a leggere il post si chiederà cosa mai diamine io abbia preparato...non spaventatevi! Si tratta semplicemente di un'altra ricetta simpatica realizzata per la festa di compleanno di Iris. Mi è sorto però un enorme dubbio. Si tratta di muffin o cupcake?
Per chi, come me, ama la cucina inglese e americana sa che uno tra i dilemmi più diffusi, e mai risolti, è legato alla differenza tale o presunta tra queste due preparazioni, che sarebbe riconducibile a tre diversi aspetti legati al metodo di preparazione, alla presentazione e alla grandezza.


La prima discrepanza è collegata all’orario della giornata durante il quale si consumano questi alimenti: i muffin per tradizione si mangiano la mattina, a colazione, e sono di dimensioni maggiori mentre i cupcake sono molto più piccoli e vengono mangiati solitamente di pomeriggio, all'ora del tè.

La seconda differenza è quella per cui i cupcake sono di solito glassati mentre i muffin non sono glassati e spesso contengono frutta al loro interno.

Esiste però una terza scuola di pensiero secondo la quale i muffin e i cupcakes si differenziano in quanto i primi sono una sorta di pane, dolce o salato, con utilizzo di olio mentre i secondi sono considerate piccole torte preparate con burro.

I cupcakes prevedono inoltre che vengano prima mescolati burro e zucchero insieme e poi uniti gli altri ingredienti (secondo il creaming method che li rende più “fluffosi”) mentre i muffin prevedono che gli ingredienti vengano miscelati prima separatamente, umidi e asciutti, e poi insieme in modo da creare un impasto più duro e meno spumoso.

Nel mio caso si tratta di un muffin decorato (non glassato), ma l'ho chiamato anche cupcake in casa, così, giusto per darmi un tono...nessuno mi ha accusata di plagio fino ad ora...ma staremo a vedere! :-) 




Per la ricetta base dei muffins, ho seguito questa qui di Knam. 
Per la decorazione procedete così: una volta raffreddati i dolcetti, cospargetene la superficie con una cucchiaiata di crema di nocciole (per me Nocciolata Rigoni di Asiago); spalmate bene, quindi appoggiate nella parte alta due salatini alsaziani, uno a destra e l'altro a sinistra, così da formare le orecchie del nostro topolino. A questo punto appoggiate centralmente un amaretto nella parte bassa. A completare il naso, un confetto tipo Smarties. Altri due confetti tipo Smarties per gli occhi e una puntina di crema di nocciole sui confetti, così da completare il tutto. Non sono carini?
Per l'idea, devo ringraziare Antonio che ha postato su Facebook una foto di questi simpaticissimi dolcetti trovata in rete. Io ho cercato semplicemente di replicarli alla bell'e meglio e credo di esserci riuscita!


Tovaglietta e piattino Green Gate

La ricetta che vi propongo oggi ha un aurea magica attorno, dal momento in cui proviene dal meraviglioso blog di Libera di Accanto al camino. Cercavo una ricetta da fare senza glutine, con la farina di grano saraceno (mi raccomando anch'io di controllare sulla confezione) e ho trovato questa. Come si raccomanda giustamente anche lei, è necessario avere un occhio di riguardo anche per quanto riguarda lo zucchero a velo che può contenere glutine (io ne ho usato uno colorato che avevo in casa e non ne conteneva traccia). Vi riporto di seguito la ricetta con le mie modifiche. Per la versione originale vi consiglio di andare a curiosare sul blog di Libera!

Ingredienti:
200 g. di farina di grano saraceno (per me Molino Rossetto)
160 g. di farina di riso (per me Molino Rossetto)
240 g. di burro a temperatura ambiente
120 g. di zucchero a velo (per me colorato)
2 cucchiai di fiori di sambuco secchi (io li ho messi entrambi nell'impasto)

Preriscaldare il forno a 180°C.
Sbattere il burro con lo zucchero a velo e quando il composto è ben amalgamato unire, poco alla volta, le farine e i fiori di sambuco.
Lavorare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo e formare un panetto da stendere sulla spianatoia infarinata ad uno spessore di 1 cm o più.
Anch'io, non avendo lo stampo apposito, ho adoperato degli stampini merlati da 5 cm.
Infornare per circa 10/12 minuti.
Una volta raffreddati, ho spennellato appena appena la superficie con dello zucchero a velo mescolato a qualche goccia di limone, così da fermare i fiori di sambuco distribuiti sopra come decorazione.





Non il solito riso, quello che vi propongo oggi. Ma un primo piatto davvero goloso, reso unico dall'utilizzo della zucca lodigiana, una varietà tra le più buone in Italia (complice il clima particolarmente umido della zona) e taleggio stagionato che io acquisto al caseificio Carena, l'unico in Italia a produrre ancora il famoso formaggio Pannerone (molti di voi non ne avranno mai nemmeno sentito parlare, e allora guardate qui).

Ingredienti per 6 persone:
500 g di riso Carnaroli
400 g di zucca
300 g di taleggio stagionato
1 bicchiere di vino bianco secco
1 e ½ lt di brodo vegetale
25 g di burro
olio extravergine di oliva
1 scalogno
sale
pepe
noce moscata

In una padella antiaderente fate scaldare due cucchiai d’olio e cuocete la zucca tagliata a cubetti per 10’ o finchè risulterà morbida. Aggiunngete un po’ di noce moscata e schiacciatela con una forchetta fino a ridurla in purea. In una pentola sciogliete il burro e aggiungete lo scalogno tritato finemente quindi il riso. Tostate per qualche minuto, bagnate col vino bianco e, appena evaporato, aggiungete il brodo caldo e la purea di zucca. Completate la cottura come per un normale risotto, aggiustate di sale e pepe. Mantecate col taleggio tagliato a cubetti e servite caldo.





Ciao a tutti! Come promesso nei giorni scorsi, inizio a postarvi qualcuna delle ricette realizzate per il buffet, in occasione del compleanno di Iris. Partiamo da questi sfiziosissimi grissini. La ricetta è del maestro Luca Montersino ed il risultato non poteva che essere garantito. Io vi propongo questa versione alle olive nere denocciolate in olio extravergine d’oliva. Potete variarne il gusto sostituendo a piacimento pistacchi, pomodori secchi, cipolle ecc..

Ingredienti:

-1kg e ½ di farina bianca “0”
-30 g di lievito di birra
-50 g di strutto
-200 g di olive nere denocciolate in olio extravergine d’oliva
-acqua
-olio evo
-30 g di sale


Per la biga:

Ponete ½ kg fi farina bianca “0” in una ciotola, unitevi 5 g di lievito di birra e 240 ml d’acqua.

Impastate velocemente mescolando con un cucchiaio di legno.

Ungete il panetto ottenuto con l’olio extra vergine di oliva e fatelo lievitare finché il volume sarà raddoppiato.

Copritelo poi con un telo umido e tenetelo a temperatura ambiente (l’ideale sarebbe tra i 16 e i 18°C) per 15-24 ore.

Con queste dosi vi avanzerà più della metà di biga prevista per i grissini. Utilizzatela per del pane comune fatto in casa (mezzo chilo di biga su un chilo di farina).

Per l’impasto base, disponete 1 kg di farina bianca “0” e impastatelo con 200 g di biga, 400 ml di acqua, 1 cucchiaio di zucchero, 200 g di olio extra vergine di oliva, 50 g di strutto e 25 g di lievito di birra sciolto in poca acqua. Unite per ultimo 30 g di sale. Tritate finemente 200 g di olive nere denocciolate in olio extravergine d’oliva Zuccato e unitele all’impasto. A questo punto copritelo e lasciatelo lievitare per 50-60’.

Stendete l’impasto dandogli la forma di un rettangolo, appoggiatelo su un foglio di carta da forno, copritelo e lasciatelo lievitare per altri 60’.

Con una rotella tagliapasta tagliate, dal lato corto, tanti bastoncini a base di olive nere denocciolate in olio extravergine d’oliva.

Ponete i bastoncini su una teglia leggermente oliata, disponeteli distanziati tra loro e lasciateli lievitare per altri 30’. Cuocete in forno a 200°C per circa 10’.
Per risultati ottimali, vi consiglio di utilizzare le olive nere denocciolate in olio extravergine d’oliva.





Tovaglietta e piattino Green Gate
E anche per questo martedì grasso, non potevo di certo esimermi dal friggere. E allora eccovi queste particolari treccine, a base di formaggio fresco spalmabile (che potete tranquillamente sostituire anche con della ricotta di pecora). Morbidissime e golosissime, anche per me che non amo particolarmente i dolci fritti di carnevale. Notare che sono piaciute tantissimo anche a Iris! Capita raramente. La piccola mi ha aiutata a impastare e una volta pronte le treccine preparate da lei, ha voluto assaggiarle, ha chiesto il bis e addirittura il tris!
Ingredienti:
500 g di farina + quella per la spianatoia
25 g di lievito di birra (per me 12 g)
120 g di formaggio fresco spalmabile
25 g di burro
3 tuorli
150 ml di latte
30 g di zucchero semolato
zucchero a velo
olio per friggere
sale
setacciate la farina nella ciotola della planetaria (o in una ciotola se impastate a mano), unite il formaggio fresco spalmabile, il burro sciolto, il lievito sbriciolato, lo zucchero semolato e un pizzico di sale. Versate il latte intiepidito e impastare tutti gli ingredienti con la frusta a gancio per almeno 5 minuti. Coprite e lasciate lievitare per 2 ore in luogo tiepido (avendo dimezzato le dosi del lievito, ho raddoppiato i tempi di lievitazione).
Sgonfiate l’impasto, infarinate il piano di lavoro, stendete la pasta in una sfoglia rettangolare dallo spessore di 0,5 cm e ricavate tanti bastoncini (lunghi circa 10 cm). intrecciateli 2 a 2 e fissate le estremità (se no in fase di cottura vi si apriranno).
Scaldate abbondante olio in una padella e friggete le vostre treccine, poche per volta, rigirandole sui due lati, fino a che risultano dorate. Disponetele su carta assorbente ad asciugarsi e cospargetele con abbondante zucchero a velo. 



Prima o poi ogni lodigiano mangia, ha mangiato o mangerà la trippa di San Bassiano. Non è il mio caso, tant'è vero che questo piatto della tradizione lombarda è stato cucinato niente di meno che da mia madre. Questo appuntamento di metà mese dell'Italia nel Piatto, vede come protagonisti piatti a base di verdure o zuppe.
La Büseca è una zuppa a base di trippa e verdure, ma può rappresentare benissimo anche un secondo piatto, vista la presenza incombente delle interiora del vitello.La Festa di San Bassiano, santo patrono della città di Lodi, ricorre il 19 gennaio. Piazza Vittoria in quest'occasione è gremita di bancarelle e tutti potranno acquistare i tradizionali filson, le collane di castagne stufate, dal gustoso sapore contadino e gustare un piatto della rinomata Büseca de San Bassan, che la Pro Loco Lodi tradizionalmente distribuisce sotto i portici di piazza Broletto dopo il solenne pontificale in cattedrale: circa quindici quintali di fumante trippa cucinata nelle cucine dell’ospedale maggiore di Lodi dai cuochi dell’ospedale. La trippa a Lodi non è solo cibo, non è solo una ricetta con verdure e spezie; a Lodi la trippa è una tradizione, anzi, forse è "La Tradizione" per eccellenza. La trippa è un piatto che sembra all'apparenza povero, preparato a partire dalle interiora dell'animale, ma che si arricchisce di verdure cucinate a lungo con sapiente cura e con il gusto antico per le cose lente e ripetitive. Quando nei tempi della grande palude lodigiana, i poveri perdevano ogni speranza di magiare carne nobile, non rimaneva che cibarsi dei resti e degli scarti del bestiame che non veniva utilizzato dagli allevatori. La fame ingegnò la popolazione che imparò presto a rendere commestibile le trippe, gli intestini e le budella gettati via come rifiuto. Come sapienti riciclatori, aggiunsero poi quegli ingredienti che ancora ora ne caratterizzano la tipicità. Si raccontava, poi, tra le nebbie domenicali adagiate sulle rive umide delle rogge, nei cammini mattutini per la cacciagione di fiume, che la peste, già implacabile sterminatrice a Milano, non fosse così crudele con Lodi, i cui abitanti apparivano in qualche modo maggiormente resistenti al morbo o addirittura miracolosamente immuni. Ciò forse era dovuto a quell'abitudine non proprio aristocratica di nutrirsi di abbondanti piatti di trippa? La trippa previene la malattia, pensavano i lodigiani antichi. La tradizione arriva così fino ai giorni nostri. Ancora oggi si dice che "Mangià la büseca de San Bassan vör di sta ben tüt l'an". 

Si tagliano a pezzetti 2 etti di carote, una patata, un gambo di sedano, mezza cipolla e si mettono a soffriggere con 30 g di burro e ½ bicchiere di olio di oliva. Il tutto in una pentola con bordi alti.
Non appena la cipolla incomincerà a colorirsi, aggiungere 1 kg di trippa tagliata sottile e un etto di fagioli borlotti (lasciati in ammollo per tutta la notte).
Lasciar cuocere per un quarto d’ora e quindi irrorare con una tazza di brodo di carne nella quale sarà stato diluito un cucchiaio da tavola di conserva di pomodoro.
Lasciar bollire a fuoco sostenuto aggiungendo, per evitare che si asciughi, altro brodo di carne tenuto sempre caldo. La trippa va fatta bollire per circa 4 ore. Si consiglia di usare brodo di sola carne senza l’aggiunta di verdure; se si desidera un gusto piuttosto deciso basta aggiungere un cucchiaio di estratto di carne per 3 litri di brodo.



E ora un salto nelle altre regioni d'Italia:

Valle d'Aosta:  Minestra di riso con porri e patate 
http://atuttopepe.blogspot.com/2015/02/minestra-di-riso-con-porri-e-patatela.html

Trentino-Alto Adige: La mosa e la trisa
http://www.afiammadolce.it/2015/02/la-mosa-e-la-trisa.html
  
Friuli-Venezia Giulia: Jota alla triestina 
http://ilpiccoloartusi.blogspot.com/2015/02/jota-alla-triestina-per-litalia-nel.html 

Veneto: La panada
http://ely-tenerezze.blogspot.com/2015/02/la-panada.html

Liguria:  carciofi con piselli (articiocche con puisci)     http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2015/02/litalia-nel-piatto-zuppe-e-verdure.html
   
Emilia Romagna: Zuppa di patate DOP di Bologna e polenta con gorgonzola
http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2015/02/zuppa-di-patate-dop-di-bologna-e.html

Toscana: Porrata bianca, ricetta fiorentina del '300
http://acquacottaf.blogspot.com/2015/02/porrata-bianca-ricetta-fiorentina-del.html

Marche: Zuppa di cicerchia: ricetta tipica delle Marche
http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.com/2015/02/zuppa-di-cicerchia-ricetta-tipica-delle.html

Umbria: Smulicata
http://www.dueamicheincucina.ifood.it/2015/02/smulicata-per-litalia-nel-piatto

Abruzzo: Zucchine e Patate (Chicocce e patane)
 http://ilmondodibetty.it/zucchine-e-patate-chicocce-e-patane/

Molise: Farinata de Sante Paule http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2015/02/farinata-de-sante-paule-di-campobasso.html

Lazio: Minestra di broccolo alla romana 
http://beufalamode.blogspot.com/2015/02/minestra-di-broccolo-alla-romana-per.html

Campania: 'Mbastuocchio vruoccl e rape e fasul
http://www.isaporidelmediterraneo.it/2015/02/mbastuocchio-vruoccl-e-rape-e-fasul.html

Basilicata: Pasta e patate con peperoni cruschi e ricotta salata
http://blog.alice.tv/profumodicannella/2015/02/15/pasta-e-patate-la-mia-versione-con-peperoni-cruschi-e-ricotta-salata/

Puglia: Le cecuère salvàgge cu bbrote
http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2015/02/cucina-pugliese-le-cecuere-salvagge-cu.html

Calabria: Zuppa di fagioli, zucca gialla, funghi e borragine  http://ilmondodirina.blogspot.com/2015/02/zuppa-di-fagioli-zucca-gialla-funghi-e.html

Sicilia: Macco di fave e finocchietto selvatico
http://burro-e-vaniglia.blogspot.com/2015/02/macco-di-fave-e-finocchietto.html

 

Venite a visitare il nostro blog:
http://litalianelpiatto.blogspot.it/

Ecco a voi l'ennesima torta di mele... ma questa volta, data la ricorrenza imminente, si veste di croccantezza grazie alle mandorle in superficie, prima avvolte nello zucchero e poi tostate in forno. E non solo. Si veste anche di dolcezza con la vellutata crema pasticciera che si trova nello strato subito sotto e di piccantezza con un tocco di zenzero candito. La forma a cuore la destina alla persona amata...

Da una ricetta del grande maestro E. Knam, eccovi di seguito la sua ricetta con le mie personalizzazioni tra parentesi. 

Buona festa dell'amore...perchè tutti abbiamo qualcuno accanto da amare. In tutte le forme. Tutti i giorni.

Ingredienti:
300 g di pasta frolla (trovate la ricetta qui)
50 g di pan di spagna (io l'ho sostituito con alcuni savoiardi)
500 g di crema pasticciera (trovate la ricetta qui)
400 g di mele
20 g di burro
40 g di zucchero semolato (io ho usato lo zucchero di canna)
40 g di uvetta (io non l'ho messa sostituendola a 40 g di zenzero candito a cubetti)
20 g di liquore alla vaniglia (io ho usato un cucchiaio di estratto di vaniglia home made)
50 g di succo di limone
zucchero a velo per spolverizzare

Per la decorazione:
200 g di mandorle tagliate a tocchetti
150 g di zucchero semolato (per me 100 g)
60 g di acqua

Cominciate preparando la pasta frolla e la crema pasticciera seguendo le ricette riportate.
Quando tutto sarà pronto, passate alle mele: sbucciatele, provatele del torsolo e tagliatele a dadini. A questo punto saltatele in padella con il burro, lo zucchero, l'estratto di vaniglia e il succo di limone. quando saranno ben caramellate, lasciatele raffreddare e unite lo zenzero candito a cubetti. Tenetele da parte.
Imburrate una tortiera dal diametro di ca. 20 cm. Tirate la pasta frolla ad uno spessore di circa 3 mm e foderate lo stampo. Sbriciolate sul fondo circa 5 o 6 savoiardi. Sopra stendete uno strato di crema pasticciera, avendo cura di livellarlo con una spatola. Infine disponete le mele.
Sopra, spargete a pioggia le mandorle, dopo averle preventivamente mescolate con l'acqua e lo zucchero.
Cuocete in forno preriscaldato a 175°C per 35-40' circa. Quando la torta sarà fredda spolverizzatela con dello zucchero a velo.

E' da venerdì sera che cucino come un ossessa. Tra un paio d'ore inizia la festa di compleanno di Iris (sono già passati tre anni, anche se ufficialmente li compie martedì 10) ed ora, davanti al tavolo imbandito, mi sembra ci sia così poco...torta di compleanno, torta di rose mediterranea, grissini, focaccia, salumi, muffin decorati, biscotti al cocco, biscotti all'amarena, chiacchiere, salatini vari...basterà??? Mah...speriamo di si e che siano tutti contenti! Iris di sicuro lo sarà! E' da una settimana che fa le prove per spegnere le candeline...stellina! Nei prossimi giorni condividerò tutte le prelibatezze preparate! Su molte c'è l'impronta di Montersino... ;-D
Ed ora iniziamo con questa focaccia, anzi, super focaccia, come la chiama giustamente Paoletta! Come al solito le sue ricette non deludono mai le aspettative!!!

 Vi riporto di seguito la Sua ricetta, pari pari:

LA SUPER FOCACCIA

Ingredienti:
500 gr di farina 0
150 gr di yogurt greco
250 gr di acqua
10 gr di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 noce di strutto
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
12 lievito



per l'emulsione:
3 cucchiai di olio
3 cucchiai di acqua
sale grosso o fior di sale
Procedimento:
Mettete la farina nella ciotola dell'impastatrice e versateci pian piano l'acqua dove avrete fatto sciogliere il lievito con lo zucchero. Impastate un poco, poi aggiungete lo yogurt. Quando l'impasto è liscio versate il sale, impastate bene almeno 15/20 minuti, l'impasto deve essere bello elastico. A questo punto unite l'olio e lo strutto.
Impastate ancora molto bene fino ad assorbimento, dovrà risultare un impasto molto morbido ma non appiccicoso.
E' possibile anche fare tutto a mano.
Ponete in una grossa ciotola e coprite con pellicola, poi far lievitare in forno spento con la lampadina accesa circa 1 ora e 45 minuti.
Terminata la lievitazione oliate bene una teglia di circa 36x26 cm, stendeteci immediatamente l'impasto bello lievitato senza lavorarlo di nuovo.
Preparate l'emulsione agitando bene acqua, olio e sale, poi versatela poco a poco sulla focaccia facendo dei grossi buchi nell'impasto. Attendete che lieviti ancora circa 30 minuti e infornate a 200°C fino a che sarà di un bel color dorato.

Se avanza copritela con pellicola, il giorno dopo sarà sempre ultra soffice!


Ho trovato la ricetta di questi fantastici biscotti parecchio tempo fa sul blog di Stefania: Araba Felice in cucina. E' stato subito amore. Prima mi sono innamorata del nome, poi dei biscotti. Il connubio caffè-cioccolato mi piace da sempre. Non mi restava che provarlo anche con questi fantastici dolcetti. Vi riporto di seguito la Sua ricetta, pari pari, con le considerazioni finali che non posso che condividere!
 
MOCHA SHORTBREAD WEDGES
da Cookies di Martha Stewart

110 g di farina
25 g di cacao amaro
un generoso pizzico di sale
2 cucchiaini di caffè istantaneo
113 g di burro 
60 g di zucchero a velo

Setacciare farina, cacao, sale ed unirvi infine il caffè.
Sbattere con le fruste (o in planetaria con il gancio a K) il burro morbido per circa 3 minuti, finchè chiaro e montato. Unire lo zucchero a velo e sbattere altri 3 minuti.
Unire ora il composto di farina girando solo il tanto che basta a far si che l'impasto stia insieme.
Non impastare con le mani!
Versare l'impasto in un teglia da 20 cm di diametro imburrata e coperta con carta forno. E' molto morbido, è così che dev'essere.
Appiattirlo con le mani in modo che abbia uno spessore uniforme. E' basso, non vi preoccupate.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 20 minuti (la ricetta ne richiede 25, troppi nel mio forno)
Togliere dal forno e non toccare per 5 minuti.
Ora con un coltello affilato tagliare in 8 spicchi (o 16 più piccoli), lasciare quindi raffreddare del tutto prima di toccarli.
Spolverizzare di zucchero a velo prima di servirli (io non ho fatto nemmeno in tempo! Sono finiti subito!).

NOTE

- la teglia con l'impasto crudo coperta con pellicola può rimanere due giorni in frigo.


- la teglia con l'impasto crudo coperta con pellicola può essere surgelata. Scongelare in frigo prima di cuocere.


- i biscotti cotti possono essere conservati in un contenitore ermetico e
durano anche oltre una settimana.


Ben ritrovati al consueto appuntamento bimestrale de L'Italia nel Piatto. Tema di questo inconsueto (meteorologicamente parlando) 2 febbraio non poteva che essere il "Carnevale", il cui nome deriva da “carnem levare”, togliere la carne, preannuncio dei successivi 40 giorni di Quaresima in cui un tempo il digiuno e il mangiar esclusivamente di magro era regola ferrea e rispettata (a casa nostra ancora oggi, escludendo il digiuno). Per questo motivo in tutta Italia il popolo faceva, a mo’ di cammello con l’acqua, il pieno di proteine, calorie e grassi contenuti in quelli che sono i cibi tipici e rituali di questo periodo, molti ormai quasi dimenticati.In Lombardia le famose chiacchiere (che a casa mia vengono chiamate volgarmente chiacchere, senza la i), sono il dolce di Carnevale più popolare. Oramai le si prepara in tutta la penisola, da Lampedusa alle Alpi. Anche se la ricetta è semplicissima, praticamente uguale per tutti, prendono nomi diversi da regione a regione. Il nome originale, "chiacchiere", è lombardo ed è quindi il dolce di carnevale più diffuso in tutta la mia regione. Oltre al nome, le chiacchiere si differenziano anche nel tipo di vino usato nell'impasto, che è fatto semplicemente di farina, zucchero, uova e burro e che viene cotto a forma di strisce croccanti, cosparse poi di zucchero a velo.
La peculiarità delle chiacchiere milanesi è che vengono cotte al forno (e sono quindi molto più leggere), anziché fritte come si faceva generalmente.


Ingredienti per 1 vassoio di chiacchiere cotte in forno:

300 gr di farina 00
2 uova
60 gr di burro
60 gr di zucchero
buccia di limone
3 cucchiai di vino bianco secco
1 cucchiaio di estratto di vaniglia home-made
latte
zucchero a velo

Procedimento:
Versare la farina in una ciotola, fare un buco al centro e aggiungere la scorza grattugiata di limone, le uova, il burro tagliato a tocchetti e lo zucchero.
Cominciare a impastare facendo assorbire man mano la farina e aggiungendo il vino e l’essenza di vaniglia.

Lavorare fino ad ottenere un composto morbido e lavorabile.

Dividere l’impasto in 4 panetti più piccoli e con la macchina per stendere la pasta, passare l’impasto più volte, ripiegando la pasta ogni volta e spianate fino a passare la pasta impostando il rullo al livello 4.

Adagiate man mano le sfoglie su una spianatoia infarinata. Con una rotellina dentata ritagliare tante striscioline.

Adagiate le chiacchiere su una teglia rivestita di carta forno, spennellate con del latte ed infornate in forno già caldo a 180°C.

Cuocere le chiacchiere in forno per una decina di minuti o fino a che non risulteranno dorate.

Spolverizzare le chiacchiere al forno con lo zucchero a velo e servite.


E ora un salto nelle altre regioni d'Italia:

Trentino-Alto Adige:  Frittelle di mele trentine
http://www.afiammadolce.it/2015/02/frittelle-di-mele-trentine.html
  
Friuli-Venezia Giulia: Rafioi o ravioli di Carnevale
http://ilpiccoloartusi.blogspot.com/2015/02/rafioi-o-ravioli-di-carnevale-per.html 

Veneto: Lattughe e frigole de carneval 
http://ely-tenerezze.blogspot.com/2015/02/lattughe-e-fritole-de-carneval.html

Lombardia: Chiacchiere milanesi
http://kucinadikiara.blogspot.com/2015/02/chiacchiere-milanesi-per-litalia-nel.html

Liguria: Bugie  http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2015/02/litalia-nel-piatto-ricette-di-carnevale.html
  
Emilia Romagna:Tagliatelle dolci fritte http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2015/02/tagliatelle-dolci-fritte-per-litalia.html 

Toscana: Berlingozzi (detti anche zuccherini)
http://acquacottaf.blogspot.com/2015/02/berlingozzi-detti-anche-zuccherini.html

Umbria: Strufoli http://www.dueamicheincucina.ifood.it/2015/02/strufoli-per-l…lia-nel-piatto.html

Abruzzo: Cestini di Cicerchiata http://ilmondodibetty.it/cestini-di-cicerchiata/

Molise: Migliaccio molisano http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2015/02/migliaccio-molisano-per-un-carnevale.html

Lazio: Fregnacce http://beufalamode.blogspot.com/2015/02/fregnacce-di-acquapendente-per-litalia.html

Campania: Sanguinaccio con il sangue di maiale
http://www.isaporidelmediterraneo.it/2015/02/il-sanguinaccio-con-il-sangue-di-maiale_1.html

Basilicata: Polpette di pane e patate
http://blog.alice.tv/profumodicannella/2015/01/31/polpette-di-pane-e-patate-cocuelle-di-carnevale/

Puglia: A Farnedd http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2015/02/cucina-pugliese-farnedd.html 

Calabria:  Pruppetti cu u sucu http://ilmondodirina.blogspot.com/2015/02/pruppetti-cu-u-sucu.html

Sicilia: Il cannolo http://burro-e-vaniglia.blogspot.com/2015/02/il-cannolo.html
 
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L'autore di questo blog non utilizza cookie di profilazione, né  risponde di  quelli eventualmente  installati da terze parti ai quali  non ha accesso. Ai sensi del punto 2 del provvedimento del Garante della  privacy "Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e  l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie" - 8 maggio 2014  [3118884] Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014. Questo blog non costituisce una testata giornalistica. Non ha carattere   periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità  dei  materiali. Pertanto non può essere considerato in alcun modo un   prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.<div>Tutti i   diritti relativi a fotografie e immagini presenti su questo blog, sono   di mia esclusiva proprietà (Chiara Rozza) e non è autorizzato l'utilizzo   di alcuna foto  in siti o in spazi non espressamente autorizzati da  me.

Mi chiamo Chiara, ho 44 anni e ho aperto questo blog di cucina nel 2010, con la
speranza di rendermi utile a chi, come me, non sapeva cucinare nemmeno un uovo.
Mi sono "costruita" da sola, con tenacia e curiosità, ma i consigli e l'esperienza di mia madre mi hanno aiutata in maniera decisiva.
Il mio background di esperienze professionali e personali mi ha portato a creare una mia modalità con la quale divulgare l'importanza del cibo, sotto ogni suo aspetto.

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