Pettole


Io e Piccola Peste siamo in macchina, in viaggio di ritorno verso casa dopo l'ennesima giornata di lavoro. 

Io: Ma che bella bambola che hai! Come si chiama?
PP: Anna, è mia fiiiia
Io: Wow che bel nome! E quanti hanni ha?
PP: Tenta!
Io: (...) 
      Ehm, accipicchia! Di già?
PP: Si! Io l'avevo nella panscia!
Io: Ah si??? E come hai fatto a farla uscire? Sei andata in ospedale?
PP: Si. Mi hanno taiato.
Io: Ah...ehm...e...ti hanno fatto male???
PP:...no...sono contenta!

Devo ricordarmi di non parlare più dei dolori atroci del parto, del cesareo e del fatto che vorrei che mia figlia avesse già trent'anni in sua presenza. I bimbi sono spugne ma assorbono soprattutto le cose che non dovrebbero sentire. Di suo però ha aggiunto il fatto di essere contenta. Se è quello che vede da me posso ritenermi soddisfatta.

E ora la ricetta! Uno sfizio di quelli fritti, le pettole. La tradizione pugliese vuole che durante le festività natalizie si preparino  queste sfiziose palline di pasta lievitata, fritte in abbondante olio caldo.
Le pettole sono preparate in tutte le provincie pugliesi e in alcune zone della Basilicata: a Lecce si preparano in occasione di San Martino, a Taranto il giorno di Santa Cecilia, a Brindisi il 7 e l’8 dicembre per l’Immacolata e a Foggia per la vigilia di Natale.
Le pettole sono un piatto semplice ma molto goloso: vanno mangiate appena fatte, ancora calde, per apprezzare il contrasto tra la morbida pasta e la crosticina dorata e croccante esterne. Di solito vengono gustate come antipasto, ma nulla vieta di assaporarle anche durante o a fine pasto.

250 g di farina
170 ml di acqua tiepida
6 g di lievito di birra fresco
3 g di sale
1 cucchiaino di zucchero
20 olive nere snocciolate e tagliate a pezzetti Citres
olio di semi di arachide per friggere


In una ciotola versare la farina, formare un buco al centro e sbriciolarvi il lievito, unire lo zucchero per facilitare la lievitazione. Aggiungere lentamente l'acqua tiepida e impastare; quando il lievito è ben incorporato aggiungere il sale e le olive.
Lavorare l'impasto velocemente, con un movimento dal basso verso l'alto, per incorporare aria, per almeno 10'. Il risultato sarà un composto molle e appiccicoso. Lasciarlo lievitare in un luogo tiepido e coperto con un canovaccio umido per almeno 3 ore.
Prelevare il composto con un cucchiaio e friggere le pettole nell'olio ben caldo (170°C), girandole più volte durante la cottura, fino a che non risulteranno ben gonfie e dorate.
Scolarle su carta da cucina e servirle calde.


Nota: Le olive nere possono essere sostituite con pomodori secchi, cipolle, acciughe ecc...
Con lo stesso impasto si possono preparare anche le pettole in versione dolce (escludendo tutti gli ingredienti salati). Una volta fritte vengono cosparse di zucchero a velo mescolato a cannella oppure ricoperte con il miele o il vincotto.


7 commenti

  1. Buone e molto belle le tue (P)ittule, ma la tua (PP) ancora di più! :-)

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  2. hahhaah che ridere il tuo raccondo verso casa ... sono delle peste amorevoli...
    come lo sono queste buonissime pettole ...
    lia

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  3. Sono sicuramente di una bontà e di una goduria unica,fanno venire un'acquolina incredibile:))bravissima come sempre:))
    Un bacione:))
    Rosy

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  4. Le avevo fatte anche io, da una ricetta data da un'anziana signora pugliese, ma non l'ho mai postata perchè le foto fanno letteralmente pena! porca miseria non mi davano il tempo.. i miei commensali si erano avventati sul piatto, quindi confermo quanto siano strepitose (unico difetto: l'aroma tremendo di fritto per giorni e giorni in casa) brava Kiara

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  5. ricordo che le ho assaggiate in salento durante una sagra qualche anno fa e le ho adorate!!
    grazie per la ricetta,l'annoto e magari la proverò!!

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  6. Belle, mi fanno pensare alle zeppoline napoletane!

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  7. Gustosissime!! somigliano molto alle zeppoline che prepariamo a Napoli

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